A pochi chilometri da Milano è stata creata una location perfetta per trascorrere un paio d’ore in mezzo al verde e tra i filari di peschi e di ciliegi. Nelle stagioni più temperate organizzano gli aperitivi – che a marzo e ad aprile sono sotto i ciliegi in fiore, come se fosse un hanami giapponese ma “alla lombarda” – e in autunno si può fare un picnic tra le zucche come brunch o a merenda seduti sulle balle di fieno e ampi cuscini, con le lucette che ondeggiano, sospese tra gli alberi da frutto.
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Sakura, ciliegi giapponesi in fiore a Roma
Chi ha un po’ di confidenza con i social, soprattutto quelli fotografici (come Instagram), in questi giorni sta ammirando gli scatti di chi ha iniziato a fare hanami in Giappone. Letteralmente significa ammirare i fiori e nel paese del Sol Levante è vissuto come un evento così importante da provocare vere e proprie migrazioni di milioni di persone dalle loro città verso le 60 località più famose per la presenza dei sakura, i fiori di ciliegio.
La fioritura dei sakura dura circa tre settimane e di solito si colloca tra la seconda metà di marzo e la prima metà di aprile. Da qualche anno a questa parte il rito dell’hanami ha preso piede (o forse è diventato di moda) anche a Roma.
I glicini a Milano. Quando e dove vedere i più belli in fiore, itinerari in città: da Cascina de’ Pomm al glicine di Leonardo
Milano si tinge di lilla. Sfumature dal viola più inteso fin quasi al bianco, quando le cascate di glicini sono esposte in pieno sole: la seconda metà di marzo e la prima metà di aprile sono i periodi migliori per passeggiare in città alla ricerca di queste cascate profumate. Ed è anche, questo, un modo per scoprire quelle strade e quegli scorci che troppo spesso non degniamo di uno sguardo, presi come siamo a correre dietro a un tram o fermi in coda a un semaforo. Alziamo lo sguardo: l’intenso profumo del glicine a Milano ci guiderà.
Se avete esplorato la città alla ricerca delle magnolie in fiore, il testimone ora passa ai glicini: sfiorite le prime, sono sbocciati i secondi. Per conoscere il momento migliore per andare a caccia di glicini a Milano – sono molto fortunata – mi aiuto con il patio viola della mia anziana vicina, quelle che ancora parlano il milanese stretto, quelle che hanno fatto la storia di questa città, e appena il profumo entra in casa dalle finestre spalancate e i gradi si alzano un po’, ecco la meraviglia.
A Milano c’è davvero da perdere la testa (e l’orientamento!), da nord a sud, da est a ovest, non solo in centro, ma anche e soprattutto in periferia, sbocciano i glicini, che fino a poche settimane prima non erano che tronchi secchi. E allora vi lascio l’elenco, forza, è questo il momento dei glicini!
Milano in primavera è la città delle magnolie. Tour, percorsi e suggestioni
Milanesi, in alto lo sguardo! È questo il momento di rallentare e alzare la testa dai telefonini, che al massimo possiamo utilizzare per immortalare con un video questo spettacolo della natura. A marzo fioriscono le prime magnolie, quelle che proprio qualche anziano milanese, ormai anni fa, mi disse che qui si conoscono come magnolie uovo di Pasqua, sia perché fioriscono a metà marzo, quando spesso può cadere la Pasqua, sia per la forma dei fiori: le corolle sembrano uova che si schiudono.
Se all’inizio della primavera siamo abituati a veder comparire sui social scatti di eleganti abitazioni londinesi circondate di magnolie rosa e bianche, ma anche abitazioni in mattoni di Brooklyn, ecco che Milano non è da meno e le magnolie si trovano in giardini privati e parchi, lungo viali e a far capolino da un cortile. Dove si trovano? Se alcune zone sono costellate di magnolie – e il trionfo di questi alberi a Milano è piazza Nicolò Tommaseo con il suo giardino dedicato a Renata Tebaldi che, anno dopo anno, dopo che si è sparsa la voce, è sempre più preso d’assalto per scattare la foto perfetta – ce ne sono tante per esempio tra le Cinque Vie e il Duomo, Porta Romana alle spalle della Rotonda della Besana, ma anche verso il Politecnico a Città Studi e tra Conciliazione e Pagano. Insomma, quartieri di ogni tipo che ospitano queste magnifiche piante: la Magnolia liliiflora, la Magnolia soulangeana e la Magnolia stellata.
Milano e Roma, due luoghi all’aperto in cui andare ora: l’Orto Botanico di Brera e l’Orto Botanico di Roma (e la fontana più antica di Milano)
Una fuga dalla città dentro alla città. È possibile, sia a Milano che a Roma. Se le strade più affollate sono quelle dello shopping o in cui sono allineati, con i loro dehor all’aperto, i ristoranti e i locali in cui ormai l’aperitivo ha sostituito l’ora della merenda, c’è chi saggiamente preferisce strade meno battute, senza spostarsi troppo o magari senza proprio dover prendere l’auto. La primavera e l’autunno sono i periodi migliori in cui visitare due luoghi all’aperto nel centro di Milano e in quello di Roma, l’Orto Botanico di Brera, che fa parte del complesso dell’Accademia di Belle Arti, e l’Orto Botanico di Roma che si trova a Trastevere e si arrampica sulle pendici del Gianicolo, fin quasi a raggiungere il Fontanone.
Come sempre, in fondo all’articolo altri spunti di lettura tra Milano e Roma, come le case più colorate delle due città, ma anche una curiosità sugli unici zampilli che uniscono le due metropoli.
Giardino di Ninfa, dove l’Alta Moda crea la fiaba: da Gucci a Vogue fino a Dior
Quest’anno compie cento anni e per il New York Times è il giardino più bello e romantico del mondo. È un’oasi di otto ettari, dal 1976 sotto la supervisione del Wwf, in cui si trovano oltre 1300 specie di piante, tra cui lavanda, aceri coreani e ciliegi giapponesi, cedri del Marocco, la foresta di bambù, 19 varietà di magnolie, melograni, betulle, iris acquatici, rose, banani. Ma il Giardino di Ninfa è un luogo unico al mondo perché qui i ruderi e le rovine medievali di case e chiese vivono in simbiosi con la vegetazione. In una delle sue sette chiese, Santa Maria Maggiore, fu incoronato il pontefice Alessandro III nel 1159, scappando da Roma per l’arrivo di Federico Barbarossa. Un luogo incantato, che ho raccontato qui, che è stato un giardino letterario grazie alla famiglia Caetani e che adesso è stato immortalato in una favola, quella che ha voluto Dior con la regia di Matteo Garrone. Ma un’altra fiaba era già nata a Ninfa nel 2016, quando fu Gucci a utilizzare il giardino come set per il romantico video Gucci Garden, regista Floria Sigismondi. E anche Vogue più volte a realizzato degli shooting al Giardino di Ninfa.
Lavanda in fiore nel Lazio: nella Tuscia la Provenza d’Italia
Quest’anno ci è scivolata tra le dita delle mani la fioritura dei ciliegi e quella dei tulipani. Niente hanami. Nessuna passeggiata nei campi con la brezza primaverile. E anche le magnolie uovo di Pasqua, quelle rosa o bianche che ricordano le uova per la loro forma e che colorano le nostre città tra marzo e aprile, e così per i glicini prima e le peonie poi. E come all’improvviso, a fine confinamento, abbiamo messo il naso fuori da casa e abbiamo trovato i prati con la lavanda in fiore, con quel profumo caratteristico che ricorda gli armadi delle nostre nonne. Il lockdown ci ha portato via la primavera – e purtroppo non solo quella – e stiamo facendo i conti con una nuova normalità, come ho scritto qui. Intanto perlustriamo l’Italia in cerca di natura, di relax e soprattutto di spazio. I campi di lavanda per tutto il mese di giugno e parte di quello di luglio sono una delle bellezze di questo momento. E in alcune regioni del nostro Paese da qualche anno s’intravede una Provenza d’Italia. Dal Piemonte alla Liguria fino al Lazio ed è qui che ci siamo soffermati, nella Tuscia, la zona chiamata anche Maremma laziale, tra Viterbo e Tuscania. Per riempirci gli occhi di viola e di blu. E provare ad alleggerire il cuore.
USA: Thanksgiving Day (e Black Friday + Cyber Monday) a New York
Il Thanksgiving Day, il Giorno del Ringraziamento, è forse la ricorrenza cui gli americani sono più legati, in cui le famiglie si riuniscono, come facciamo in Italia la sera della Vigilia e il 25 dicembre, e durante la quale, da tradizione, si mangia il tacchino ripieno accompagnato dalla composta di mirtilli. Nato come segno di gratitudine verso Dio per il raccolto appena concluso e per quanto ricevuto durante l’anno in corso, il Thanksgiving non ha una data che resta sempre uguale di anno in anno: è il quarto giovedì di novembre e dà il via all’atmosfera natalizia. In Italia, da qualche anno ormai, siamo molto interessati al giorno successivo il Ringraziamento, che si chiama Black Friday, venerdì nero.
Giappone, tre giorni a Kyoto: imparando il significato di komorebi
Arrivando a Kyoto, si impara subito il significato della parola komorebi che, ne sono certa, non può che affondare le sue radici in questa città magica e delicata, così diversa da Tokyo. Non c’è una traduzione, per komorebi. E’ una parola che si deve sentire con il cuore e che si legge tra gli alberi. Perché komorebi è quella luce smorzata che filtra tra le foglie degli alberi. Foglie che, qui in Giappone, sembrano di carta velina, tanto sono sottili e leggere. E Kyoto è così: sottile e leggera, come se i suoi abitanti fluttuassero invece di camminare, come se scivolassero invece di accelerare il passo. E’ una città sospesa, con i templi così diversi l’uno dall’altro e che offre il meglio di sé in primavera, durante la fioritura dei ciliegi, i sakura, e in autunno, il periodo degli aceri in fiamme.
Giappone, il mondo cartoon di Tokyo (tra Sailor Moon e Doraemon)
Se non ci fosse stato Francesco a fermarmi (e a farmi ragionare, puntando sull’inutilità dell’oggetto, ma pure sul senso del pudore), sarei tornata da Tokyo con, in valigia, un abito da marinaretta in stile Sailor Moon e le sue amiche guerriere. In Takeshita Street, la lunga e stretta via sempre affollata nel fine settimana regno delle Harajuku girls, vendono proprio quei souvenir per cui chi è cresciuto a suon di cartoni animati giapponesi negli anni Ottanta non può resistere. Si arriva a sragionare, perché finalmente possiamo assaggiare le crepes con il gelato che preparavano i genitori di Yu, perché tutto costa abbastanza poco (se siete amanti del genere, avrete visto qualche prezzo alle stelle su ebay) e si rischia di portar via davvero di tutto: mollette per i capelli a forma di ciliegia, la bacchetta magica di Creamy Mami, il mascara di My Melody. A Tokyo con queste cose non si scherza, non è roba da festa in maschera. Qui ci si veste così, accanto al manager in abito blu e al trench color sabbia della donna in carriera.