Dordogna e Périgord, dove case in pietra color miele si fondono con il colore delle montagne e al tramonto si accendono di sfumature ancora più calde. Porte in legno, azzurre o lavanda, dietro le quali puoi immaginare la vita che faresti se vivessi in un villaggio così romantico, in cui ancora si acquista in drogheria e si passeggia tra un orto e l’altro con il pane sotto braccio, dove i ritmi sembrano dilatati e ci illudiamo almeno per qualche giorno di poterci far scivolare via tutto lo stress dalle spalle. Campi di cereali che si susseguono per chilometri ai lati di strade curve, da cui ogni tanto spunta una lunga fila di ciclisti che non temono le salite. In autunno le foglie color porpora delle viti, in questa terra nella quale il vino è un nettare. E le vaste foreste, che non penseresti possano ancora essere così selvatiche, così fitte, così buie. Querce e castagni. E poi erba che brilla, da lontano, sotto il sole, ma avvicinandoti ti accorgi che si tratta di un ampio fiume, la Dordogna, che a volte ruba l’azzurro del cielo, altre il verde della natura intorno e sembra un prato che fluisce tra valli e colline.
Se per i vostri viaggi nella natura e tra i villaggi più belli della Francia pensate solo alla Provenza (che è sempre uno degli articoli più letti e che trovate qui), forse non avete ancora scoperto abbastanza della Dordogne e del Périgord.
Su Dordogna e Périgord si trovano poche informazioni ben strutturate. Bisogna cercare in Rete perdendoci un po’ di tempo, altrimenti tocca acquistare giganteschi libri sulla Francia per poi utilizzarne – almeno per questo viaggio – solo una minima parte. Ecco perché può essere comodo avere tutto insieme per organizzare il viaggio in Dordogne e in Périgord, anche perché forse non sapete che per parte del loto territorio corrisponde: se la Dordogna è una regione amministrativa, il Périgord è una regione storica.
Ma intanto cerchiamo di capire dove ci troviamo: la Dordogna è un dipartimento della regione Nuova Aquitania e il suo nome deriva dall’ampio fiume omonimo che scorre nel suo territorio. Le sue città principali sono Périgueux, Bergerac, Nontron, Sarlat-la-Canéda, Montpon-Ménestérol, Tarasson-Lavilledieu. Inoltre la Dordogna ospita più di un migliaio di castelli, tra i quali non bisogna perdere il Castello di Beynac a Beynac-et-Cazenac, quello dei Giardini Marqueyssac e il Castello di Milandes, che è stata la residenza di Joséphine Baker. Qui si trova anche la Valle di Vézère e lungo la strada è piacevole fermarsi nei vari villaggi come quello di Bournat o raggiungere l’Abbazia di Brantôme.
In Périgord scorrono diversi corsi d’acqua, di cui il più importante è la Dordogna, ma ci sono anche l’Isle, la Dronne, l’Auvézère e il Vézère. Come abbiamo già scritto, quando si pensa alla Francia autentica, romantica e con i villaggi pittoreschi, il nostro pensiero va spedito alla Provenza, ma il Périgord è da tenere ben presente proprio perché l’afflusso di turismo dall’Italia è di certo inferiore (siamo anche più a ovest rispetto alla Provenza che è subito alle spalle della vicina Costa Azzurra) e i luoghi in qualche modo è come se fossero meno contaminati, tranne alcuni in cui il turismo si intensifica (in questa zona è noto il turismo religioso, per esempio) e anche i paesaggi sono più selvaggi, al loro stato naturale, in mezzo ai quali spuntano castelli color miele. Tra le località più rilevanti in Périgord ce ne sono alcune che si spartisce (proprio per il territorio che in parte combacia) con la Dordogne, per esempio Bergerac, Sarlat-la-Canéda e la città di Périgueux. Oltre a queste: Brantôme, con la sua abbazia che risale ai tempi di Carlo Magno, Cahors sul fiume Lot, Domme con le sue mura erette da Filippo III di Francia nel 1280, Les Eyzies-de-Tayac-Sireuil, Lascaux, Rocamadour con le case che si arrampicano sul fianco della montagna e che si affacciano sulle gole dell’Alzou (qui nel Medioevo si venerava la Madonna Nera). Ma questa è anche zona di reperti preistorici e di grotte, quindi potrebbe essere meta interessante anche per i bambini che stanno iniziando a studiare Storia.
Da queste parti si dice che il Périgord sia quadricefalo, ovvero che abbia quattro teste, perché nel suo territorio si possono individuare quattro zone in base alle peculiarità di ciascuna. Il Périgord Verde è la parte a nord, intorno a Nontron, e verso sud-ovest di Châlus, nella regione del Limosino. Il colore è associato a quello delle foreste di querce chiare e di castagni. Laddove la terra è più umida, ci sono anche praterie. Il Périgord Bianco è al centro e al nord-ovest di questa area, intorno a Riberac e a Périgueux: qui il suolo è calcareo, inoltre ci sono vasti appezzamenti coltivati a cereale, tanto che si indica come il granaio del Périgord.
Il Périgord Nero è a sud-est, intorno a Sarlat-la-Canéda e si tratta della denominazione più nota e più antica delle quattro. Il nero sta a indicare le fitte foreste di querce che sono di un verde talmente scuro da sembrare nero. Infine, il Périgord Rosso è a sud-ovest verso Bergerac. Si tratta della denominazione più recente (circa 1970) ed è stata assegnata soprattutto per ragioni turistiche. Rosso perché il color porpora delle foglie di vite in autunno. Prima degli anni Settanta il Périgord Rosso era inserito nel Périgord Bianco.
Ora, tutto queste divisioni non devono creare confusione nella vostra organizzazione di viaggio, con mappa alla mano. È solo per avere un’idea di dove ci si trova e così potete dare anche voi uno sguardo a ciò che vi sta intorno e capirne un po’ di più perché – ve lo assicuro – le strade qui sono davvero un intreccio e il consiglio migliore per questo viaggio on the road in Francia è quello di muovervi ovviamente in automobile ma soprattutto di avere con voi un navigatore. Se non ne avete uno, trovate tante app anche gratuite per lo smartphone e nel mio libro Prête-à-Partir. Tutti i consigli per la viaggiatrice perfetta (Morellini Editore, lo trovate anche in versione per il tablet cliccando qui) ve ne svelo alcune.
ORGANIZZARE IL VIAGGIO IN DORDOGNA E PÉRIGORD
COME ARRIVARE IN DORDOGNE-PÉRIGORD
Se siete nel nord Italia, andateci in automobile, così avrete già la vostra vettura. Dal nord-ovest potete anche fare un viaggio di circa dieci ore (la cosiddetta tirata), soprattutto se siete in due a darvi il cambio alla guida, e arrivare senza tappe intermedie. Se invece avete bisogno di fare una tappa, potreste farla a Lione o a Clermont-Ferrand. Se vi serve prendere un aereo, l’aeroporto più vicino è quello di Bergerac, ma ci sono molti più voli in partenza da Milano con destinazione Bordeaux e scalo a Lione o Parigi e da Roma (stessi scali) con destinazione Bordeaux o Tolosa. E poi noleggiate un’automobile. Da Bordeaux calcolate circa un’ora e mezza fino a Dordogne-Périgord.
Ecco qualche distanza indicativa:
Roma: 1.425 km
Genova: 918 km
Milano: 892 km
Bologna: 1.083 km
Napoli: 1.618 km
Firenze: 1.150 km
Torino: 758 km
QUANTI GIORNI SERVONO PER VISITARE DORDOGNE-PÉRIGORD
Quattro notti minimo. Se avete più tempo, spostatevi: andate verso la Spagna o tornate a sud-est verso Marsiglia (favolosa!) o verso la Provenza. Se cliccate su queste parole sottolineate, trovate tante idee e suggestioni.
Noi abbiamo fatto base nel delizioso villaggio di Siorac en Périgord, anzi, fuori dal paese, per goderci la natura e il frinire dei grilli della tarda estate. Abbiamo trascorso quattro notti a Les Deux Tours da Annick e Vincent Bellard, che vi accoglieranno come amici di famiglia e vi prepareranno gustose colazioni dolce e salate con i prodotti del territorio. Al ritorno abbiamo invece preferito spezzare il viaggio per visitare Uzerche nel Limousin, ma sempre nella regione Nuova Aquitania, e la bella e festaiola Annecy, nell’Alta Savoia (abbiamo dormito all’ingresso della Vieille Ville, il cuore del centro storico, all’Adonis Annecy).
ITINERARIO DI QUATTRO GIORNI TRA DORDOGNE E PÉRIGORD
Sono sempre dell’idea che sia più piacevole creare un proprio itinerario in base ai propri gusti e alle cartoline – come mi piace dire – che desiderate portarvi a casa da un viaggio, che deve appunto essere ritagliato su di voi. Eppure a volte so che è anche comodo prendere spunto, per cui ecco come ci siamo mossi noi nei quattro giorni del nostro viaggio on the road in Francia, che è perfetto in primavera, d’estate e in autunno.
Potete suddividere i giorni nei quattro punti fondamentali del viaggio e poi aggiungere tutto ciò che si trova di bello nei dintorni. Un giorno potete fare Rocamadour che è uno dei Plus Beaux Villages de France (in Occitania) e Domme. Arrivate sino sulla cima di Rocamadour o con l’ascensore o salendo i 216 gradini che i pellegrini percorrono sulle ginocchia seguendo la Via Crucis in paese fino alle chiese e alle cappelle, tra cui quella della Madonna Nera. A Domme andate al tramonto per potervi godere uno dei panorami più belli del Périgord.
Non dimenticate di fermarvi nei paesi che trovate lungo la strada, come il delizioso villaggio color miele di Saint Pompon.
Un altro giorno potete visitare La Roque-Gageac, Beynac-et-Cazenac, Sarlat-la-Canéda e i Giardini Marqueyssac. La Roque-Gageac è classificato come uno dei Villaggi Più Belli di Francia e si trova tra le scogliere della montagna e il fiume Dordogna. I suoi abitanti sono i Laroquois. Se siete appassionati di oggetti di cartoleria e di ceramiche, fate un giro nei negozi degli artigiani del villaggio. I giardini pensili (o sospesi) di Marqueyssac sono un luogo di delizie, ma munitevi di scarpe comode perché per arrivare ai punti del belvedere c’è da camminare un bel po’ (ma per chi avesse problemi di deambulazione, ci sono anche delle vetture ad hoc). Da quassù si ammira tutta la valle con i suoi castelli e i villaggi più belli di Francia: Beynac, Fayrac, Castelnaud, la Roque-Gageac, Domme. Sarlat-la-Canéda con tutti i suoi ristoranti che offrono le raffinatezze del territorio è la meta perfetta per l’ora di pranzo o di cena. Foie gras (se vi piace, io evito), tartufo, formaggi, insaccati, fragole, vini e prodotti di pasticceria. Sarlat, nel cuore del Périgord Nero, è un villaggio in cui rimane ancora forte la sua impronta medievale, ma è anche ricco di palazzi gotici e rinascimentali e di scorci pittoreschi, con le case color miele. Beynac-et-Cazenac è ideale al tramonto, per un drink rinfrescante mentre le pietre delle case cambiano colore. Sopra al nucleo abitativo, si staglia il castello e di fronte a voi il fiume lungo il quale passeggiare mentre qualcuno si attarda a fare un ultimo bagno.
Dedicate un altro dei vostri giorni a visitare Brantôme, che da molti è definita come la più bella e incantevole cittadina del Périgord e della Dordogna (c’è chi la chiama la Venezia del Périgord). Qui si trova l’imponente Abbazia benedettina di Saint-Pierre de Brantôme, fondata nel 769 da Carlo Magno e costruita in un luogo eccezionale, a ridosso di una falesia a mezzaluna sormontata da un bosco e sulla riva del fiume Dronne, che circonda la città. A Brantôme dovete assolutamente prenotare e regalarvi un pranzo al ristorante che occupa il vecchio mulino, Le Moulin de l’Abbaye. E fate una passeggiata nei dintorni, verso Bourdeilles. Chiudete la giornata con un aperitivo fresco nei caffè nei cortili alberati di Périgueux, capoluogo del dipartimento della Dordogne. Passeggiate fino alla cattedrale di Saint-Etienne con le due due grandi cupole che riconoscerete da lontano.
Chiudete con l’Abbazia cistercense di Cadouin a Le-Buisson-de-Cadouin e lo Chateau des Milandes a Castelnaud-la-Chapelle. Questo castello è stato la residenza di Joséphine Baker, la cantante e ballerina statunitense naturalizzata francese, e vale la pena visitare i suoi giardini lussureggianti e l’interno (i bagni preziosi sono favolosi!).
Il nostro quinto giorno è stato a Uzerche, nella Corréze, per poi arrivare a Annecy dove ci siamo fermati una notte per poterci poi divertire con il grande mercato cittadino del sabato mattina.
Per altre suggestioni francesi, potete dare uno sguardo qui.
Andrea says
Un territorio fantastico, villaggi e castelli meravigliosi. Ci siamo stati un anno fa all’interno di un viaggio in auto di 15 giorni fino alla Costa Vermiglia, Bordeaux e ritorno quindi molti posti da lei descritti purtroppo non li abbiamo visti. Ma gli altri li ho ancora nel cuore…Rocamadour, La Roque-Gageac, Cadouin, Cazenac e Sarlat la Caneda dove siamo capitati proprio durante il mercato…Grazie per avermi riportato a quelle sensazioni ed avermi dato spunto per un ritorno
valigiaaduepiazze says
Caro Andrea, non c’è mai tutto il tempo che vorremmo, però anche il vostro è stato un bellissimo viaggio!
Anche secondo me vale la pena tornarci!
Elisa
Claudia Sartori says
Ho letto con molto interesse e piacere il tuo diario di viaggio. In autunno (inizio ottobre) vorremmo trascorrere alcuni giorni in Dordogna. Un unico dubbio sul periodo . Cosa ne pensi ?
Grazie Claudia
valigiaaduepiazze says
Mi sembra un ottimo periodo, Claudia. Immagino che siate andati, come vi siete trovati?