Che tu le veda in una giornata di sole e cielo azzurro, avvolte dalla nebbia umida che sale dai canali o sotto la pioggia, le province fiamminghe hanno sempre un fascino di casa di bambola per cui ti sembrerà di aver messo piede in una di quelle cartoline vintage scovate nel baule di un mercatino delle pulci. Le Fiandre si trovano in Belgio e si estendono dalla costa del Mare del Nord, puntando verso est in direzione di Bruxelles e di Anversa. Nei nostri tre giorni – con sole, nebbia e pioggia – dopo essere arrivati in aeroporto a Bruxelles ci siamo sempre spostati in treno, facendo base a Bruges, ma visitando anche Gand e Ostenda, città portuale del Mare del Nord, dove le spiagge sono lunghissime e bianche e sembra che da lì si possa quasi scorgere l’Inghilterra.
Tra Germania e Svizzera: il Bodensee in #4idee (n.18)
Il fiume Reno a un certo punto, all’altezza della città di Costanza, in Germania, ma davvero a due passi dalla Svizzera e a breve distanza dall’Austria, è come se si allargasse per accogliere più acqua e ci regala il Lago di Costanza o Bodensee. Oggi è un lago limpidissimo e regala un clima mite a tutte le cittadine che lambisce. Ma ha anche tre isole: Mainau, Reichenau e Lindau. Noi siamo andati a visitare Mainau, detta anche l’isola dei fiori. Le #4idee sulla regione del Bodensee includono anche lo straordinario Zeppelin Museum di Friedrichshafen, Meersburg e il suo castello medievale e San Gallo, in Svizzera, con l’antica biblioteca cui pare si sia ispirato il mio concittadino Umberto Eco per il Nome della Rosa.
Australia: in giro per Melbourne (che cosa vedere nella città boho)
Ci sono città che stai per vedere per la prima volta in cui sai già – prima di partire o mentre sei sull’aereo che ti porterà a destinazione – quale sarà il luogo che visiterai prima di tutti gli altri. Perché dev’essere così. Quello catalizzatore di tutto. Quello sulla copertina della guida di viaggio. A Roma il Colosseo, a Parigi la Tour Eiffel, a New York l’Empire State Building. Insomma, per tutto il resto c’è tempo, ma sistemate le valigie in hotel, si parte subito per scattare la foto iconica di tutto il viaggio. E poi ci sono le città come Melbourne, in Australia.
A Melbourne non c’è un luogo da cui iniziare, non c’è qualcosa da non perdere a ogni costo. Melbourne va vissuta lungo le sue strade e i suoi quartieri, così diversi gli uni dagli altri. Noi siamo stati nella seconda metà d’agosto, faceva freddo, è l’inverno australe, ma già si vedevano i primi segnali della primavera. Una città tanto lontana dal nostro quotidiano e così facile e simile, da visitare lasciandosi trasportare, senza fare le corse, senza una tabella di marcia. Vorrei che i miei viaggi fossero sempre più così, vissuti per osmosi, non depennando che cosa si è già visto e che cosa manca.
Utah, USA: gli Hoodoos rosso fuoco e il Bryce Canyon da fiaba
Da Panguitch, un villaggio formato giusto da un paio di incroci di strade, poche case, alcuni ristoranti, ma che richiama quei sapori del vecchio e lontano West che andiamo cercando, si percorre un tratto della Scenic Byway 12 e si entra nella Dixie National Forest, superando le rocce infuocate del Red Canyon. E’ questa la salita che porta agli oltre duemila metri (fino a 2.748) del Bryce Canyon, nello Utah, con i suoi picchi dorati inconfondibili, che non si trovano nelle altre gole e vallate degli Stati Uniti. [Read more…]
Jailsalmer, India: nel deserto del Rajasthan al confine con il Pakistan
Del giorno prima non ricordo quasi niente, se non i fuochi accesi lungo le strade dei quartieri residenziali di Nuova Delhi, là dove dormono all’addiaccio i fuori casta, gli intoccabili. Arrivando in piena notte, la nostra macchina correva verso l’hotel, scansando le ombre in lento movimento, e nei miei occhi si sono fissati per sempre quei roghi nel buio. Il giorno dopo siamo partiti con un volo all’alba per Jodhpur e il nostro aereo si è sollevato nella compatta e fredda nebbia di Delhi. E ci siamo ritrovati a percorrere centinaia di chilometri passando dall’oasi di Osyan verso Jaisalmer, The Golden City, là dove il Rajasthan confina con il Pakistan. Là dove l’aria è fredda di deserto. E’ stato lì che abbiamo avuto il primo contatto con gli intoccabili. Loro non possono entrare nel forte di sabbia di Jaisalmer, siedono all’ingresso, in attesa di un’elemosina o adoperandosi in qualche spettacolo che porti loro un piccolo guadagno. A volte vendono ninnoli e attendono: più che seduti, accovacciati. In una posizione scomoda. Questo è un ricordo che mi è rimasto bene impresso da quel lungo viaggio in India: gli indiani si riposano e aspettano piegati sulle gambe, con solo le piante dei piedi che poggiano terra e il sedere sprofondato all’indietro, rasoterra. Ricordo un’anziana donna, elegante nel suo sari viola, turchese e arancione, seduta sulla strada in salita che porta al forte di Jaisalmer. Ero ancora lontana da lei e le ho sorriso, sembrava una signora che di lì a poco sarebbe tornata a casa a preparare il pasto alle famiglia, ai nipoti che – con le uniformi tutte uguali – tornano da scuola correndo, gesticolando e parlando a voce troppo alta. Mi sono avvicinata ed era una lebbrosa. Ho messo a fuoco i capelli spettinati, lo sguardo senza speranza di chi aspetta di morire augurandosi che la prossima vita sia benevola e la latta per l’elemosina. Era un’intoccabile, una senza casta. Le mancavano le dita delle mani. Ho forse fatto un salto indietro, non lo so, non ero preparata. Da quel momento mi sono resa conto che ero davvero arrivata in India.
Africa: Fès e Meknes, viaggio nelle città imperiali del Marocco
Una incute un po’ di timore, perché, appena voltato un angolo e poi ancora un altro, capisci subito che, da solo, non sarai mai in grado di orientarti in quel labirinto. E gli abitanti di Fès lo sanno. Ed è per quello che, a volte, ti guardando sorridendo, aspettando la tua prossima mossa di disorientamento. Ti guarderanno passare e ripassare dallo stesso tratto di strada, aspettandoti al varco, fino a quando dirai di sì e accetterai il loro aiuto per trovare la direzione giusta. L’altra, Meknes, è più piccola, una bomboniera in cui potresti veder arrivare da un momento all’altro una principessa che scende da una carrozza. E, nella sua medina, rischierai comunque di perderti. In comune le due città imperiali più belle del Marocco hanno il loro trovarsi, ancora oggi, fuori dal tempo.
USA: visitare Chicago in tre giorni (tra deep dish pizza, Route 66, spiagge e panorami mozzafiato)
E’ da Chicago che parte la Mother Road d’America, la Route 66 che, dall’Illinois, attraversa sei Stati e arriva in California, sul pontile di Santa Monica. Proprio alle spalle dello straordinario e completo Art Institute of Chicago fa capolino un cartello che, con un’unica immagine, sembra possa raccontare la storia degli Stati Uniti, quelli più veri e profondi.
Chicago è la città che, con il blues, ha aperto la strada al rock and roll. La città il cui nome si lega a quello di gangster mitici, come Al Capone. Chicago è la città dell’architettura, con favolosi edifici che si affacciano sul Chicago River e si specchiano gli uni nelle vetrate degli altri. Chicago è la città della deep dish pizza e quella dei panorami mozzafiato dalla cima dei suoi grattacieli. E’ anche la città del vento, Windy City.
Svetta verso l’alto come New York, ha un tocco elegante che ricorda Boston e alcune strade del Loop – il centro storico del Financial District di Chicago – sono grungy, dirty e filthy, con la metropolitana sopraelevata che sferraglia sopra le teste dei passanti.
Poi c’è quello che Chi-Town è per me: una giornata di sole al lago Michigan, proprio là dove la sabbia bianca della spiaggia arriva fino agli ingressi dei grattacieli e gli abitanti di Chicago si prendono una pausa, riparandosi dal sole dell’indian summer sotto le fronde degli alberi.
Londra dall’alto in #4idee (e 2 bonus) – n.17
Si specchiano quasi l’uno con l’altro, come quattro dirimpettaie che fanno a gara a chi ha i fiori migliori. In questo caso, però, si tratta del panorama di una delle città più affascinanti del mondo, Londra. Sono gli edifici da cui ammirare Londra dall’alto in #4idee. E’ proprio qui, sulle rive del Tamigi e verso la zona di South Bank e di Southwark che Londra ha cambiato aspetto negli ultimi decenni. Da zone considerate di infimo ordine, come succede nelle grandi metropoli sempre in trasformazione, ecco che si sono sollevate le gru e, velocemente, sono spuntati i nuovi grattacieli che hanno definito lo skyline di oggi. In #4idee possiamo scoprire un’angolazione nuova di Londra dall’alto, scorgendo, ogni volta, qualcosa di nuovo e diverso.
Uluru, Ayers Rock: viaggio al centro dell’Australia
E’ un grande mammifero addormentato. Gli si può girare intorno, ma non svegliarlo. Ha fessure e orifizi bui e profondi o che si illuminano per pochi minuti a seconda di come ruota il sole. Se si allunga una mano a sfiorarlo, la corazza è increspata – a volte rotta – e calda, sembra quasi di sentirlo respirare. Ha orecchie e bocche, perché il suo sonno non è così profondo come sembra e non bisogna rischiare di svegliarlo. Di notte, nel buio assoluto di quando manca anche la luna, sotto il cielo di stelle dell’emisfero australe, forse si sposta, forse si muove. Nessuno lo sa davvero. E’ Uluru, l’Ayers Rock, che se ne sta quasi al centro dell’Australia, nel Northern Territory, dove si trovano ancora gli aborigeni.
USA, le spiagge più belle di Los Angeles
E’ oro puro liquido, caldo, la luce all’ora del tramonto sulle spiagge di Los Angeles. Te ne rendi conto subito, già quando stai per atterrare al LAX in pieno giorno, quando i raggi del sole rimbalzano sulle carrozzerie delle automobili in perenne coda nel dedalo di strade di questa infinita città americana. Sei ancora in aereo, eppure sei quasi accecato dai bagliori che rimandano i tetti e i parabrezza delle auto. Sembra un serpente luminoso, quello che cerca di muoversi e di imboccare uno svincolo pur di uscire dall’inferno. Il sole, qui in California, non perdona e a Los Angeles picchia duro. Poi, a fine giornata, si ammorbidisce e resta, come sulla pelle, solo quell’ultima carezza tiepida prima che cali la sera.
Il nostro viaggio on the road nell’Ovest degli Stati Uniti è cominciato e finito a Los Angeles. Nel mezzo, oltre cinquemila chilometri, il Nevada, lo Utah, l’Arizona e quell’America che non ti scordi.