No, non è un miraggio. Quello che si vede laggiù, oltre il letto di un fiume ormai arso dal sole, l’Oued Ounilla, è davvero un castello. E’ di sabbia e sembra che sia stato costruito da un gigante bambino. Con quei muri un po’ storti e le torri sdentate. Siamo vicini a Ouarzazate e quella è la kasbah in mattoni di fango rossi di Aït Benhaddou.
USA, Arizona: Antelope Canyon, lo slot canyon delle meraviglie
La luce calda e morbida di una bella giornata d’estate cade dall’alto, accarezza le pareti ondulate e spinge verso il basso per infiltrarsi e toccare il suolo, illuminando la sabbia di mille bagliori. Ci riesce solo nelle ore centrali della giornata e per pochi minuti. E’ una magia. Per il resto del tempo è un cunicolo buio, una gola stretta e grigia. E’ l’Antelope Canyon, lo slot canyon più famoso del mondo. Si trova in Arizona, non lontano dal confine con lo Utah e dalla Monument Valley.
Road trip, le strade panoramiche più belle
Carichi le borse nel bagagliaio e parti. E’ il momento più bello. Ancora più dell’istante in cui l’aereo si stacca da terra. Perché c’è più contatto fisico con il viaggio, quando ingrani la marcia e le ruote iniziano a girare, aderendo sull’asfalto. Il mondo si mette in moto intorno a te.
Noi abbiamo un debole per il road trip. Ne sentiamo il bisogno, se è un po’ di tempo che non ne organizziamo uno. Il viaggio on the road mostra i cambiamenti del luogo che ti circonda a poco a poco. Ti fa penetrare ogni volta in un territorio diverso, scoprendolo a ogni metro. Solo un finestrino, a separarti da ciò che c’è fuori, ma non è solo una vetrina lontana perchè è sufficiente fermarsi – quando vuoi, dove vuoi – per entrare in contatto con l’esterno. Il viaggio in macchina è come se lasciasse la scia dietro di sé. Quella che poi ti resta dentro per sempre, appena chiudi gli occhi.
Questo vuole essere solo un assaggio delle strade panoramiche più belle del mondo da percorrere in automobile, tra Irlanda, Francia, Marocco, Stati Uniti, Sud America e Australia.
USA, Wisconsin: all’Harley Davidson Museum di Milwaukee
In viaggio con papà. E’ il titolo più giusto, per questo pezzo. Già, perché l’harleysta in famiglia è lui e questo (breve) viaggio on the road negli Stati Uniti doveva essere nostro. Partiti da Chicago in automobile in un giorno dell’indian summer, siamo andati a Milwaukee percorrendo l’Interstate I-90 e poi la I-94 in poco meno di due ore di strada (con sosta d’obbligo in una tavola calda in cui anziani sgarzulli riescono a trangugiare due o tre uova fritte a testa a metà mattinata). La nostra meta erano l’Harley Davidson Museum e la factory di Menomonee Falls. Poi ci ho messo dentro anche un pellegrinaggio alla statua di Arthur Herbert Fonzarelli di Happy Days, ma questo viene dopo. Avevo bisogno di avere dei ricordi insieme a mio papà e così sono andata a prendermeli laggiù.
USA, viaggio on the road nell’Ovest: tappa a Las Vegas in #4idee (n.13)
Las Vegas è in mezzo al nulla, in una distesa desertica arsa dal sole. All’estremo Sud dello Stato del Nevada, i suoi punti di riferimento sono Los Angeles, a 275 miglia, circa 440 km, e San Francisco a 560 miglia, 900 km. Di giorno è troppo nuda, decadente e spenta, in ogni senso. I turisti se ne stanno al chiuso delle sale da gioco, nei piani interrati degli alberghi, là dove non c’è mai un orologio che faccia tornare alla normalità del quotidiano e che indichi il tempo che scorre. Vivono come in trappola, giorno dopo giorno, assordati dal rumore della slot machine. Là, dove non filtra mai un raggio di quel sole troppo caldo che colpisce gli occhi non appena si risale in superficie giusto per attraversare la strada e sparire di nuovo in un centro commerciale con l’aria condizionata e i negozi sempre aperti. Di notte, invece, la Sin City degli Stati Uniti, muta il suo aspetto. Le insegne si illuminano, la gente si riversa nelle strade, la musica invade ogni spazio. La Vegas è un nucleo pulsante di luci, una striscia, in realtà, perché tutti i suoi hotel sono disposti lungo la Strip, Las Vegas Boulevard. Arrivando in automobile dalla Valle della Morte, al termine di una lunga giornata in cui si erano superati i 50 gradi, l’abbiamo individuata già da lontano, in quella conca senza alberi, così spoglia che sembra che, laggiù, alla terra sia stato strappato il suo rivestimento. Forse era tutto un miraggio.
Poiché Las Vegas è una tappa irrinunciabile quando si passa, in un viaggio on the road, dalla California ai canyon (a meno che non ci vogliate andare per sposarvi!), queste sono #4idee da non perdere. Perché non ci sono solo i casinò.
Come organizzare un viaggio in India (quasi) fai-da-te
Un viaggio in India non si affronta come gli altri. Il viaggio in India è molto desiderato, studiato e anche un po’ sofferto visto che per ottenere il visto è necessario munirsi di tanta pazienza. Ma non è solo per questo. Ci sarà chi cercherà di sconsigliarvi di andare in India, con tutti i bei posti che ci sono da visitare nel mondo. E di certo verrete messi a dura prova, una volta là. Dalla povertà, perchè è davvero estrema e andrà a scontrarsi con il benessere non solo dei turisti di passaggio, ma anche di quello delle caste più in alto nella piramide sociale. E dal cibo, perchè – anche se io stranamente sono rimasta indenne – tra spezie e pulizia non sempre ottimale, è facile cadere preda di quella che laggiù chiamano Delhi belly.
Ecco quindi la prima cosa che vi consiglio per organizzare un viaggio in India: siate certi della vostra meta. Non vi sto scoraggiando, tutt’altro. Il viaggio nell’India del Nord, dove siamo stati noi per quasi venti giorni, è un’esperienza a cui penso molto spesso e che spero di ripetere nel nostro giro del mondo, ma bisogna esserne convinti.
AGGIORNATO GENNAIO 2019
Indonesia, Bali: come organizzare un viaggio tra templi e spiagge
Quando ho aperto la valigia che ci aveva accompagnato per quasi venti giorni nel Sud Est Asiatico, tra Singapore e Indonesia, tra Java e Bali, ricordo come se fosse ora l’esplosione di profumi di oli e di spezie che mi aveva colpito le narici. Come una vertigine. Già era stato difficile lasciare un’isola come Bali che pare davvero fuori dal mondo, ma essere trascinata laggiù all’improvviso era stato davvero un colpo basso. Gli abiti piegati e incastrati l’uno nell’altro insieme ai mille oggetti acquistati durante il viaggio on the road sapevano di mare, di salsedine, di frangipani – il fiore tipico dell’Indonesia, molto dolce ma con un sottofondo leggermente più legnoso. Odoravano di oli per i massaggi, di fiori e di incensi che si utilizzano per le offerte ai templi. Perché Bali è un altare offerto agli dei. Perché a Bali si vive in una fusione tra natura e religione e questi due aspetti della vita si muovono sempre insieme. “Ma voi quando pregate? Avete un giorno dedicato alle cerimonie?”, avevamo chiesto a un ragazzo che da Ubud ci stava accompagnando in aeroporto. “In ogni momento della giornata. Anche adesso, mentre parlo con voi, io sto pregando”.
Death Valley, California: un itinerario nella Valle della Morte
All’alba lasci le colline verdi e fresche di Los Angeles e poche ore dopo sei nell’inferno della Death Valley, il deserto della Valle della Morte. E’ sempre California, ma basta poco e, superate le Black Mountains, ci si ritrova su un altro pianeta. E’ lontana anni luce, la brezza dell’Oceano Pacifico che anche in pieno agosto fa venire voglia di mettersi una felpa sulle spalle. Qui il termometro è implacabile e le temperature ad agosto raggiungono (e superano) i 119° Fahrenheit, che corrispondono a oltre 48° Celsius. Qui è tutto secco e non c’è l’umidità che inganna sulla temperatura percepita. Quello che vi sta cuocendo il cranio è il sole a picco su di voi.
USA, le “ombre rosse” della Monument Valley
Sotto i cieli d’America, che sembrano non finire mai, stai sempre allerta perché, anche quando sembrano sgombri di nuvole, può alzarsi il vento e ci si trova all’improvviso dentro a un tornado che si avvita su se stesso. Quel giorno abbiamo corso sulle strade tra Utah e Arizona per arrivare alla Monument Valley prima che la pioggia ci inglobasse nella sua nube nera. La vedevamo sopraggiungere da destra e lo spazio di cielo, sotto di lei, era striato di grigio e di freddo. Siamo riusciti a godere delle ombre rosse della Monument Valley senza fango e sferzati da un’aria che portava tempesta, ma non sopra di noi. Eravamo sotto la metà giusta del cielo.
Un anno di viaggi con Valigia a due piazze
Buon anno di viaggi! E’, questo, l’augurio che vi facciamo da Valigia a due piazze, appena rientrati in Italia dopo un lungo e impegnativo – sotto diversi punti di vista – viaggio in India. Chi ci segue anche su Instagram, ha vissuto giorno per giorno i nostri spostamenti e ha viaggiato insieme a noi da Delhi verso il Rajasthan, poi nell’Uttar Pradesh e nel Madhya Pradesh. Sono di questi giorni le ultime foto che trovate sul profilo Instagram di @laeli o cercando gli hashtag #valigiaaduepiazze e #valigiaaduepiazzeinindia.
Con questo post però vogliamo ripercorrere i consigli di viaggio del 2014 che – ve lo ricordo – non sempre corrispondono a quelli effettivamente realizzati durante lo scorso anno, perché io ho sempre bisogno di raccogliere le idee e di conservare parte delle emozioni provate solo per me prima di raccontarle anche a voi. Qui il post dell’anno scorso.