Sono trascorsi quasi 14 anni da quell’11 settembre 2001 e New York ha colmato il vuoto (almeno fisico) di Ground Zero e, anche se tutt’intorno fervono i lavori, questa zona di Lower Manhattan è stata restituita ai suoi abitanti e ai turisti che oggi possono salire su One World Observatory, il punto più alto della città, il belvedere della Freedom Tower. See Forever, questa è la comunicazione che è stata pensata per One World Trade Center, il grattacielo più alto di NYC da cui sembra possibile sfiorare il cielo con la punta delle dita e che ha modificato lo skyline della città. See Forever perchè, questa volta, non succederà più ciò che è accaduto alle Torri Gemelle e noi potremo vedere per sempre.
Come organizzare un viaggio fai da te – parte I
Siamo appena tornati dal Giappone e ancora ho negli occhi le centinaia di sfumature di verde che ho trovato nei giardini di Kyoto e nei parchi di Tokyo. La squisita gentilezza dei giapponesi. Il fascino nascosto della vecchia Kyoto. La meraviglia della New York del Sol Levante, Tokyo. Così veloce e puntuale, affollata e solitaria nello stesso tempo. Erano 18 anni che sognavo di fare questo viaggio, eppure ogni volta per un motivo differente ho dovuto rimandarlo. Quando chiudi la valigia a due piazze e stai per salire sull’aereo con il cuore in gola e le farfalle nello stomaco, allora sai che quello è il viaggio giusto.
New York, sui tetti di Manhattan
Manhattan è una città a più livelli. La metropolitana sotto terra. Il traffico congestionato da taxi gialli e limousine lungo le strade. Poi le decine di piani dei palazzi che puntano verso il cielo. Tra le nuvole. Ed è proprio quassù che – soprattutto negli ultimi anni – sono stati inaugurati i rooftop, i bar e i ristoranti dai quali ammirare i tetti di New York City. Si sbircia nelle finestre sempre illuminate del grattacielo di fronte, restando quasi incantati a scoprire le vite degli altri. Si aspetta che il tramonto infuochi il cielo e che il sole tramonti dietro alla skyline in continua evoluzione. Si sorseggia un cocktail sulle terrazze illuminate da mille luci.
New York, luna di miele su Manhattan
Stringevo ancora tra le mani il bouquet di crisantemi gialli comprato al City Clerk di New York, quando abbiamo chiesto al tassista di portarci al molo da cui partono gli elicotteri per il tour sulla Big Apple. Io ne avrei fatto anche a meno, visto che sono conosciuta tra gli amici come quella che soffre di vertigini per l’altezza (leggete del Carrick-a-Rede Rope Bridge), quella che sente il vuoto come gli asini, quella che da bambina al massimo andava sul brucomela e non voleva neanche avere a che fare con chi si metteva in fila per le montagne russe.
Ma come si fa a dire di no all’uomo che hai appena sposato a Manhattan? Francesco da tempo desiderava togliersi la voglia di vedere NYC dall’alto e in effetti non c’era occasione migliore della nostra immediata luna di miele (durata circa 15 minuti).
Addosso non portavo un vistoso abito bianco, no, ma avevo comunque alcuni elementi caratterizzanti la giovane sposina e il tassista, lasciandoci al Downtown Heliport (Pier 6 & East River), ci ha fatto gli auguri per il nostro “big day“.
Ci siamo messi in fila (l’attesa, anche con la prenotazione, è comunque di tre quarti d’ora circa), abbiamo pagato (120 dollari a persona, ma ho letto online che il volo standard ora costa 150), lasciato i documenti, riposto i nostri impicci nell’armadietto a disposizione di ogni passeggero nella sala d’attesa (si può portare a bordo solo la macchina fotografica), passato la sicurezza (metal detector). Soprattutto abbiamo chiesto ad una gentile ragazza all’ingresso di prendersi cura del nostro bouquet (ne conserviamo ancora una parte in un vecchio libro).
E poi ci siamo trovati sopra NYC.