A pochi chilometri da Milano è stata creata una location perfetta per trascorrere un paio d’ore in mezzo al verde e tra i filari di peschi e di ciliegi. Nelle stagioni più temperate organizzano gli aperitivi – che a marzo e ad aprile sono sotto i ciliegi in fiore, come se fosse un hanami giapponese ma “alla lombarda” – e in autunno si può fare un picnic tra le zucche come brunch o a merenda seduti sulle balle di fieno e ampi cuscini, con le lucette che ondeggiano, sospese tra gli alberi da frutto.
Normandia, visitare la casa di Monet, il giardino e il lago delle ninfee a Giverny (a poco più di un’ora da Parigi)
È celato dietro a un alto muro di mattoni, proprio alle porte della Normandia. Il giardino delle rose, il lago delle ninfee e il ponte giapponese tanto amati da Claude Monet e che abbiamo ammirato nelle sue opere, con quelle pennellate cariche di colore, dense, che catturano il nostro sguardo trasportandoci dentro alle sue tele, esistono davvero. Si tratta della Foundation Claude Monet e della casa del pittore impressionista a Giverny, a poco più di un’ora di strada da Parigi.
Venezia (non solo la solita): il ghetto ebraico, Dorsoduro, ottimi ristoranti, panorami, angoli nascosti
Uscire dall’albergo e non trovarsi i turisti che ti calpestano i piedi. Percorrere le strade controcorrente. Scegliere le mete che gli altri non conoscono o che pensano che non siano sufficientemente iconiche. Ma Venezia è magica in ogni angolo. Per cui, se proprio non è la prima volta che la si visita, si può evitare di soggiornare e di muoversi nelle zone in cui l’assembramento è inevitabile, gustandosi così di più la città. In particolare ora che ancora non è presa d’assalto da chi proviene dall’estero e sembra incredibile guadagnarsi senza troppa fatica un posto sul vaporetto linea 1, quello che naviga lungo il Canal Grande e che, già da solo, regala uno sguardo su questa città che è un unico nel mondo (anche se ogni borgo o villaggio che abbia due canali è subito soprannominato la Venezia d’Oriente o quella del Nord, no, Venezia è solo questa ed è senza eguali). Proviamo a dare un’occhiata, allora, a qualcosa di turistico ma nuovo e che vale la pena visitare o di qualche posto meno conosciuto.
Ogni volta che si torna nella Laguna cerchiamo di organizzare un itinerario che sia diverso dai viaggi precedenti, anche se poi anche noi abbiamo i luoghi del cuore, come il ghetto ebraico a Cannaregio. Però, per esempio, avendo fatto un bel giro nella zona dell’Arsenale, sotto un sole cocente, l’ultima volta, abbiamo preferito curare nei dettagli Dorsoduro, che è conosciuto anche come il quartiere universitario della città ed è un sestiere molto tipico in cui si trovano i veneziani autoctoni. Di sera potrete godere del silenzio delle sue strade e di alcuni ristoranti alla mano frequentati solo da chi vive qui. Inoltre, è la zona delle Zattere, con un panorama che allarga sulla Giudecca, e Dorsoduro si spinge fino alla Salute e alla Punta della Dogana di fronte – da una parte – a San Marco e – dall’altra – a San Giorgio.
Proseguendo nella lettura, non mancheranno chicche di ristoranti un po’ in tutta Venezia perché poi si gira sempre e avere qualche indicazione che sia utile per non prendere fregature (come ho fatto per Roma) è sempre importante e fa già da solo un pezzo di vacanza.
Weekend a Lucca: l’Orto botanico, la passeggiata sulle mura, dove mangiare tipico, le antiche insegne dei negozi storici e anche un po’ di vintage
La Toscana è una regione vasta, con tanto da vedere e con numerose esperienze da provare. Me ne accorgo ogni volta che mi sembra di averne vista un pezzo e mi mancano ancora molte mete. È incredibile, ma Lucca ancora mancava all’appello. E così a Lucca è stato il nostro primo weekend dopo la riapertura dei confini regionali, dell’Italia in zona gialla. Se, per esigenze familiari, da Milano ho potuto muovermi su Roma, le altre destinazioni erano precluse. E la scelta è caduta su Lucca che si visita bene in un paio di giorni. Il nostro consiglio è di scegliere un albergo all’interno delle antiche mura della città (lo sapete che sono più antiche delle mura di Gerusalemme?) e – se vi spostate in automobile – meglio preferire un hotel che disponga anche di posto auto. Io sono scesa a Firenze in treno con l’alta velocità da Milano, Francesco è salito da Roma a Firenze dove mi ha recuperata e siamo andati insieme a Lucca in macchina. Strano ma vero: Firenze – Lucca non è una tratta ben servita dai treni, si potrebbe fare di meglio, come in molti altri luoghi del nostro Paese.
In questo articolo vi suggerisco ristoranti in cui mangiare tipico lucchese e senza fregature, le più belle insegne dei negozi storici (una grande tradizione di Lucca) con tutti gli indirizzi, qualche indicazione per l’Orto botanico e per la passeggiata lungo le mura cittadine. E non mancherà un consiglio di shopping. [Read more…]
I glicini a Milano. Quando e dove vedere i più belli in fiore, itinerari in città: da Cascina de’ Pomm al glicine di Leonardo
Milano si tinge di lilla. Sfumature dal viola più inteso fin quasi al bianco, quando le cascate di glicini sono esposte in pieno sole: la seconda metà di marzo e la prima metà di aprile sono i periodi migliori per passeggiare in città alla ricerca di queste cascate profumate. Ed è anche, questo, un modo per scoprire quelle strade e quegli scorci che troppo spesso non degniamo di uno sguardo, presi come siamo a correre dietro a un tram o fermi in coda a un semaforo. Alziamo lo sguardo: l’intenso profumo del glicine a Milano ci guiderà.
Se avete esplorato la città alla ricerca delle magnolie in fiore, il testimone ora passa ai glicini: sfiorite le prime, sono sbocciati i secondi. Per conoscere il momento migliore per andare a caccia di glicini a Milano – sono molto fortunata – mi aiuto con il patio viola della mia anziana vicina, quelle che ancora parlano il milanese stretto, quelle che hanno fatto la storia di questa città, e appena il profumo entra in casa dalle finestre spalancate e i gradi si alzano un po’, ecco la meraviglia.
A Milano c’è davvero da perdere la testa (e l’orientamento!), da nord a sud, da est a ovest, non solo in centro, ma anche e soprattutto in periferia, sbocciano i glicini, che fino a poche settimane prima non erano che tronchi secchi. E allora vi lascio l’elenco, forza, è questo il momento dei glicini!
Milano in primavera è la città delle magnolie. Tour, percorsi e suggestioni
Milanesi, in alto lo sguardo! È questo il momento di rallentare e alzare la testa dai telefonini, che al massimo possiamo utilizzare per immortalare con un video questo spettacolo della natura. A marzo fioriscono le prime magnolie, quelle che proprio qualche anziano milanese, ormai anni fa, mi disse che qui si conoscono come magnolie uovo di Pasqua, sia perché fioriscono a metà marzo, quando spesso può cadere la Pasqua, sia per la forma dei fiori: le corolle sembrano uova che si schiudono.
Se all’inizio della primavera siamo abituati a veder comparire sui social scatti di eleganti abitazioni londinesi circondate di magnolie rosa e bianche, ma anche abitazioni in mattoni di Brooklyn, ecco che Milano non è da meno e le magnolie si trovano in giardini privati e parchi, lungo viali e a far capolino da un cortile. Dove si trovano? Se alcune zone sono costellate di magnolie – e il trionfo di questi alberi a Milano è piazza Nicolò Tommaseo con il suo giardino dedicato a Renata Tebaldi che, anno dopo anno, dopo che si è sparsa la voce, è sempre più preso d’assalto per scattare la foto perfetta – ce ne sono tante per esempio tra le Cinque Vie e il Duomo, Porta Romana alle spalle della Rotonda della Besana, ma anche verso il Politecnico a Città Studi e tra Conciliazione e Pagano. Insomma, quartieri di ogni tipo che ospitano queste magnifiche piante: la Magnolia liliiflora, la Magnolia soulangeana e la Magnolia stellata.
Milano e Roma, due luoghi all’aperto in cui andare ora: l’Orto Botanico di Brera e l’Orto Botanico di Roma (e la fontana più antica di Milano)
Una fuga dalla città dentro alla città. È possibile, sia a Milano che a Roma. Se le strade più affollate sono quelle dello shopping o in cui sono allineati, con i loro dehor all’aperto, i ristoranti e i locali in cui ormai l’aperitivo ha sostituito l’ora della merenda, c’è chi saggiamente preferisce strade meno battute, senza spostarsi troppo o magari senza proprio dover prendere l’auto. La primavera e l’autunno sono i periodi migliori in cui visitare due luoghi all’aperto nel centro di Milano e in quello di Roma, l’Orto Botanico di Brera, che fa parte del complesso dell’Accademia di Belle Arti, e l’Orto Botanico di Roma che si trova a Trastevere e si arrampica sulle pendici del Gianicolo, fin quasi a raggiungere il Fontanone.
Come sempre, in fondo all’articolo altri spunti di lettura tra Milano e Roma, come le case più colorate delle due città, ma anche una curiosità sugli unici zampilli che uniscono le due metropoli.
Londra nei libri, per essere ancora più preparati al prossimo viaggio (e la Love Door di Chelsea)
Cinque aeroporti e centinaia di voli al giorno dall’Italia. Eravamo così abituati a trascorrere un fine settimana a Londra che oggi ci manca ancora di più. Così ben servita che si poteva fare una commissione in giornata o quante volte abbiamo scelto di passarci anche solo una notte, per fare qualche commissione, assaggiare i nostri piatti preferiti nei locali che amiamo di più, scegliere una volta un quartiere diverso, spingendoci sempre più verso la periferia e i villages più distanti dal West End e poi ripartire la sera del giorno successivo, dopo aver fatto spese in un flea market, il mercatino delle pulci, in cui qualche pezzo vintage o di antiquariato salta sempre fuori.
Già, perché se New York, come ho scritto qui pochi giorni fa (e vi ha trovati d’accordo) è la città al di là dell’Oceano che abbiamo più voglia di visitare, appena sarà possibile tornare in sicurezza, in Europa sono Londra e Parigi le città diventate – grazie all’offerta dei trasporti – le mete mordi e fuggi che facevano parte dell’abitudine del weekend, anche solo per vedere una mostra o un film in lingua originale al cinema. E se di Parigi sono in attesa di pubblicare Parigi al femminile, appena sarà il momento più giusto, di Londra c’è già Londra al femminile e da lì mi faccio ispirare per estrapolare alcuni dei consigli di lettura di romanzi ambientati nella capitale britannica e che possono farci amare e conoscere ancor di più le sue strade e gli angoli meno noti prima del nostro prossimo viaggio. Attenzione perché a volte sentirete mancare un battito del cuore. A quel punto significa che ci siete dentro davvero.
Arrivate fino alla fine dell’articolo per un bonus sorpresa.
Viaggi, dove siamo andati prima del Covid-19. E dove andremo. Non un bilancio, ma una lista di ricordi (a cui aggiungere i vostri)
L’ultimo ricordo spensierato prima di essere travolti dalla pandemia di Covid-19. L’ultimo viaggio “prima”. Quel viaggio in cui le preoccupazioni potevano andare da “speriamo che non perdano la mia valigia!!” al momento di angoscia del “avrò portato tutto? Ma sì, al massimo faccio shopping appena arrivo a destinazione”, passando per “non peseranno troppo, i bagagli?!”. È cambiato tutto, da allora. Anche chi ha avuto la fortuna – pur con mille accortezze – di organizzarsi la scorsa estate, sa che c’è qualcosa che non tornerà più. E quando c’è chi dice che siamo degli esagerati, che in fin dei conti si tornerà a strusciarsi dal tramonto all’alba al Cavo Paradiso di Mikonos e a prendere un drink assiepati su uno dei rooftop di Manhattan, sì, vero, si farà, ritengo che sarà comunque qualcosa di diverso. In qualche modo si farà. Ma non sarà più come prima. Se il nostro modo di viaggiare è cambiato dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York – e sono trascorsi quasi vent’anni – e il terrorismo ha comportato maggiori controlli di sicurezza rispetto ai quali non si è più tornati indietro – e ciò riguarda più che altro il nostro bagaglio – ora a essere controllato sarà il nostro corpo. Qualcosa da cui noi non ci possiamo separare. Perché forse stiamo portando in giro una bomba di cui siamo all’oscuro. Che potrebbe non toccare noi, ma avere una potenza deflagrante su altri individui più fragili. Di cui dobbiamo prenderci cura. È un nostro dovere.
Sarebbe bello che qui nei commenti o sui social di Valigia a due piazze (Instagram e Facebook) raccogliessimo un diario dell’ultimo viaggio spensierato “prima di”. In attesa di poter tornare a viaggiare con giudizio e rispetto, del nostro prossimo e del Pianeta che ci ospita.
Perché è vero che se vogliamo far parte di una società che sappia assisterci ed essere altruista ed empatica dobbiamo esserlo noi per primi, ma è anche vero che non possiamo negarci pensieri leggeri, con molto tatto verso coloro i quali hanno sofferto e stanno soffrendo sulla loro pelle perdite dovute al Covid-19, così come ci fa solo bene dedicare qualche momento a programmazioni di viaggi futuri, sussurrate sotto voce, a volte appena accennate al nostro partner, all’amica con cui sogniamo di prendere di nuovo il sole d’inverno, al figlio adolescente prima che ci sfugga via per organizzarsi, zaino in spalla, con i suoi compagni.
Elenchiamoli qui, i momenti belli. Gli ultimi ricordi spensierati prima della pandemia. Prima che tutto cambiasse e che il nostro mondo si spostasse dalle aule, dagli uffici, dai ristoranti, dalle spiagge, dalle palestre allo schermo di un computer. Prima che i nostri contatti finissero filtrati dai social e dalle videochiamate. Prima che i nostri sorrisi fossero nascosti dietro a un fazzoletto che ci salva la vita.
Le piscine d’acqua salata più belle del mondo, dall’Australia alla California e in Bretagna
Quel che resta dei Sutro Baths a San Francisco in California, la Bondi Icebergs Pool di Bondi Beach fuori Sydney, in Australia. E che dire della Piscine d’eau de mer di Dinard, in Bretagna? Rocce o muretti che proteggono dal mare aperto, dall’Oceano a volte. Dall’infuriare delle onde, dalle correnti pericolose. Da una parte le acque calme di una piscina d’acqua salata che regala l’adrenalina dell’infrangersi del mare appena oltre un muretto, dall’altra tutto il resto del mondo. Sono luoghi che su di me esercitano un fascino infinito.
Se si cercano le piscine più belle del mondo, magari le piscine a sfioro su una coltivazione di riso o a picco sul mare, piscine panoramiche sospese tra i grattacieli, è sufficiente prenotare un paio di notti in un grande albergo e godere di questa esperienza, come al Marina Bay Sands di Singapore (dove tra l’altro ci sono spesso offerte e il lusso dell’hotel diventa un pochino più abbordabile), oppure a Ubud sull’isola di Bali in Indonesia, ma possiamo rimanere anche più vicini, per esempio la Blue Lagoon con sorgente termale vulcanica a Grindavik in Islanda, la piscina a sfioro sul Mar Egeo del Perivolas Hotel sull’isola di Santorini in Grecia. O, ancora, in Italia, in Costiera Amalfitana dove si trova la piscina dell’Hotel Belmond Caruso all’interno di una dimora dell’XI secolo. Ma in questo articolo sono raccolte, in tre parti diverse mondo e lontanissime tra loro, tre piscine d’acqua salata strappate all’infuriare del mare.