Ogni occasione è buona per volare a Londra. E’ una città che offre così tanto che è possibile disegnare la vacanza o anche il breve viaggio seguendo, di volta in volta, un tema. Si può scegliere la Londra finanziaria e dei grattacieli, quella dei musei, la Londra dei divertimenti per i turisti – dal museo delle cere a quello dell’orrore e un giro sul City Sightseeing per dire, dopo qualche ora di hop on hop off, di aver visto tutta la città -. E poi la Londra alternativa – che inizia sempre da Camden Town -, la Londra delle vie dello shopping da Piccadilly Circus a Oxford Street e, se il vostro portafoglio è gonfio, fino a New Bond Street. Questa volta, noi abbiamo scelto di passeggiare nella Londra romantica, tra le strade di Kensington, Chelsea e Belgravia, immaginando la famiglia che vive in quella graziosa casa dei Mews di Portobello Road e la vita che scorre dietro alle porte tinta pastello di Nottingh Hill. La nostra, è la Londra di King’s Road e quella dei parchi, soprattutto in primavera, quando anche il color Fumo di Londra – quel grigio cenere di cui acquistavano sempre i collant le nostre nonne in merceria – è spazzato via dai tulipani in fiore, a volte ancora umidi di pioggia.
Più che un vero e proprio itinerario da seguire, questo post vuole essere un diario di suggestioni e di suggerimenti da seguire senza un inizio e una fine. Il punto di partenza può essere dove vi è più comodo, oppure potete prendere qua e là qualche spunto da inserire nella programmazione del vostro viaggio a Londra, che sia di due, tre o più giorni.
Queste foto sono state scattate a fine aprile a Hyde Park, durante una passeggiata che ci ha portati dal London Eye a New Bond Street, attraversando il parco e il Serpentine Lake, che lo divide in due parti. Sul lago di questo Parco Reale di Londra il giorno di Natale si organizza la Peter Pan Cup, una gara di nuoto a cui partecipano soprattutto over 60. A dicembre, è superfluo ricordarlo, il lago Serpentine è quasi completamente ghiacciato.
Nel nostro ultimo viaggio a Londra siamo andati alla scoperta dei mews, sapete che cosa sono? Mews è un termine britannico con cui letteralmente si indicava una serie di stalle con un’abitazione costruita al piano superiore e, tra una fila di case e quella di fronte, si veniva a creare una specie di corte, un cortile pavimentato. Queste, nel XVII e XVIII secolo, erano il retro delle case signorili di Londra: stretti vicoli che fungevano da ingresso per la servitù su cui si affacciavano anche le stalle aperte. Oggi quelle scuderie sono diventati garage e le abitazioni, ristrutturate e dipinte con colori pastello, sono deliziose case inglesi a uno o al massimo due piani. Le strade dei mews sono private e, per fotografarle, bisogna curiosare al di là delle cancellate o attendere che un inglese in bicicletta o un’automobile esca sulla strada pubblica.
L’anima poetica di Londra, a mio parere, si trova proprio nelle case di questa metropoli, così delicati e forti allo stesso tempo, eleganti e, a volte, malinconiche. Silenziose e piene di ricordi che conservano solo per chi sta dall’altra parte delle mura, in quei salotti e quelle cucine che si intravedono dalla strada. E così ci perdiamo a passeggiare tra Portobello Market e Notting Hill. Quanti libri si possono sfogliare nella libreria resa celebre dal film con Julia Roberts e Hugh Grant? Quante cose da comprare perché non se ne può fare a meno e che, appena arrivati a casa, non serviranno mai più, camminando tra i negozi vintage e le bancarelle del flea market di Portobello?
Come vi ho già detto qui, ormai siamo abitudinari di un grazioso hotel in stile georgiano a Earls Court, in Trebovir Road. Siamo nella zona di Chelsea e Kensington, non lontani da Belgravia e Hyde Park. Con la metropolitana a due passi, ci si sposta ovunque con facilità.
Saltelliamo da una zona all’altra di Londra, seguendo i nostri desideri, le fotografie che vogliamo scattare perché mancano nella nostra raccolta ed è necessario approfittare della giornata di sole. Siamo all’interno di un enorme parco giochi a nostra disposizione. E un cielo senza nuvole vi stupirà, a South Kensington e a Belgravia, con le case bianchissime, eleganti e ordinate. E’, questa, la Londra romantica e raffinata, quella delle case vittoriane con i colonnati, i fiori perfetti e il parco privato di fronte a casa, come nella splendida Cadogan Place, cuore, appunto, di Belgravia. Una piazza rettangolare circondata sui quattro lati da case bianche (è tutto così bianco, qui!) con le colonne (e forse una carrozza dietro l’angolo sulla quale salgono signori con la tuba e donne dall’abito gonfio e inamidato?) e, nel mezzo, un giardino di delizie in cui possono entrare, con una cancellata elettronica, solo gli inquilini. E in un attimo pensi: vorrei vivere qui.
Ci spostiamo nella zona di King’s Road, che attraversa il quartiere di Chelsea fino a Sloane Square (gira e rigira, siamo sempre in questa parte della città). Negli anni Sessanta era la versione più elegante di Carnaby Street ed è qui che sono state indossate le prime minigonne di Mary Quant, che nel 1955 aprì il suo primo negozio, Bazaar. E poi da King’s Road è passato l’ondata punk, con Vivienne Westwood e Paul Smith. Oggi i luoghi più di tendenza di Londra sono a Camden Town e Shoreditch, ma a King’s Road qualcosa che si sente ancora nell’aria.
A fine giornata, raggiungete Covent Garden (questa volta si va oltre Piccadilly Circus e vi serve la metropolitana). E’ uno dei luoghi più turistici di Londra, ma quando è l’ora del tramonto e arriva l’ora blu, i negozi iniziano a chiudere e si accendono le mille lucine dei ristoranti e dei pub della zona, i turisti diventano più silenziosi o forse solo si allontanano in cerca di altro divertimento. Con l’arrivo della sera, Covent Garden acquista fascino, si fa discreto.
Due consigli per cenare in zona. Per un pasto non impegnativo e veloce, ma in un ambiente d’atmosfera proprio dietro a Covent Garden, scegliete Bill’s in St Martin’s Courtyard. Se, invece, volete farvi un regalo come quello che mi ha fatto Francesco per il mio compleanno, andate da Gordon Ramsay. The Savoy Grill (meglio se prenotate via email) si trova allo Strand, a meno di trecento metri da Covent Garden. Sarete coccolati tutta la sera, potrete vedere le cucine in cui gli chef fanno magie e che sono più candide di una sala operatoria. Un consiglio: non perdetevi la sogliola di Dover.
Per leggere altro su Londra:
Londra, la sorpresa di un raggio di sole
Londra, camden Town e i miei (primi) anfibi
The Shard, la Scheggia nel cielo di Londra
PS: spesso mi chiedono dove faccio shopping quando vado a Londra. In realtà amo gironzolare, soprattutto per i flea market e per librerie. Se posso, faccio sempre un salto al civico 67 di Old Church Street a Chelsea dove c’è un bellissimo Charity Shop. Ne trovate altri anche in Westbourne Grove, proprio dietro Portobello.
Monica I Viaggi di Monique says
Foto favolose! Londra l’ho visitata due volte, ma purtroppo sempre di corsa, ma un buon motivo per ritornarci esiste sempre. Tra angoli da scoprire, porticine colorate e finestre in fiore è deliziosa, e i mews non li conoscevo, quindi grazie per le dritte 😉 Come si dice “non c’è due senza tre” speriamo. Buoni Viaggi
valigiaaduepiazze says
Ciao Monica! Londra ogni volta regala qualcosa di nuovo, è incredibile. E’ la New York d’Europa!
Anna says
“appena ritornata e che voglia di tornarci!”
valigiaaduepiazze says
Sì!!!!! <3
Lidia says
Ciao Monica, ho vissuto a Londra dal 61 (età 15) al 72 tutta la mia adolescenza, allora era magica. Ci sono ritornata altre volte ma sempre per trovare mio fratello e l’ultima è stata nel 2012 con mio marito. L’ho trovata molto cambiata ma questo Natale ci ritorno con i miei cognati e sto cercando degli spunti di luoghi da mostrare oltre i soliti posti turistici. Sto cercando di farmi un diario perché ci sono posti nuovi sicuramente e che io non conosco mi puoi aiutare? Te ne sarei grata, Londra sarà sempre magica e benché manco da tantissimi anni mi manca.
Grazie
Lidia
valigiaaduepiazze says
Ciao Lidia, scrivimi pure una mail, mi farebbe piacere darti una mano e a Londra vado abbastanza spesso!
Però io sono Elisa, non Monica 😉
Un caro saluto!