Questa è la seconda parte dei consigli per organizzare una vacanza intelligente fai da te in giro per il mondo. Vi consiglio di leggere la prima parte in cui vi raccontiamo di itinerari, voli e spostamenti. L’ABC del viaggiatore che prepara da sé una vacanza on the road è questo: prima itinerario, poi volo, poi alberghi. Le tappe vanno stabilite sempre prima di ogni altra cosa, perché sono loro a dare le dimensioni e il ritmo a tutto il viaggio.
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Come organizzare un viaggio fai da te – parte I
Siamo appena tornati dal Giappone e ancora ho negli occhi le centinaia di sfumature di verde che ho trovato nei giardini di Kyoto e nei parchi di Tokyo. La squisita gentilezza dei giapponesi. Il fascino nascosto della vecchia Kyoto. La meraviglia della New York del Sol Levante, Tokyo. Così veloce e puntuale, affollata e solitaria nello stesso tempo. Erano 18 anni che sognavo di fare questo viaggio, eppure ogni volta per un motivo differente ho dovuto rimandarlo. Quando chiudi la valigia a due piazze e stai per salire sull’aereo con il cuore in gola e le farfalle nello stomaco, allora sai che quello è il viaggio giusto.
Il 2013 di Valigia a due piazze, un viaggio lungo un anno
Questo non è proprio il primo post dell’anno, in quello sul Messico c’era un trucco: preimpostato prima della partenza per il Marocco (di cui avete già visto qualche scatto sul mio profilo Instagram @laeli e sulla pagina Facebook di Valigia a due piazze), l’ho poi pubblicato accordandomi con i colleghi de IlGiornale.it, che, come sapete, dallo scorso novembre ci ospita sul suo server.
E quindi eccoci con l’effettivo primo articolo 2014, con cui entriamo nel nostro secondo anno di vita (il compleanno del blog sarà il 3 marzo, annotatelo!). Ripercorriamo con voi i post 2013, con una foto a viaggio, scelta perché più significativa o sull’onda dell’emozione che mi risveglia.
Vi rammento che i viaggi che abbiamo realizzato nel 2013 non corrispondono ai post che man mano avete letto l’anno passato. Quelli li penso, li preparo e poi li scrivo – dopo avere lungamente riordinato gli scatti di Francesco (e qualcuno mio, soprattutto quelli con lo smartphone) – a seconda di ciò di cui ho voglia di raccontarvi. A volte è un’urgenza, a volte mi rendo conto che può essere il periodo giusto per farvi venire voglia di raggiungere una precisa destinazione, altre volte ancora capita che mi venga in mente un episodio che desidero condividere con parole e immagini con voi. E poi sapete che devo fare decantare un viaggio, dopo essere tornati a casa e aver disfatto la valigia a due piazze. Diciamo che l’ordine cronologico mi piace in ogni particolare della mia vita, ma resta fuori da questo blog, che cresce, con amore, in ordine sparso.
Chi sono
Valigia a due piazze è quella che da qualche anno a questa parte preparo prima di ogni viaggio: per me e per mio marito Francesco. Ci siamo sposati a New York quando ci conoscevamo da appena tre mesi e la nostra vita insieme è sempre stata un viaggio, fin dall’inizio: per fare i pendolari dell’amore tra Milano e Roma e in giro per il mondo.
Valigia a due piazze è quella che vorrei condividere con i lettori, che possono seguire con fiducia i nostri consigli, sperimentati in presa diretta.
Io sono Elisa, giornalista professionista, passata dalla cronaca di strada, dalla radio e dalla tv agli uffici stampa. Sono stata direttore responsabile per tre anni di un mensile femminile, I Like IT magazine. Piemontese di nascita (monferrina orgogliosa: da qui il mio diploma da sommelier professionista), ho scritto con Morellini Editore New York al femminile (settembre 2016, con aggiornamento gennaio 2017 e con seconda edizione completamente aggiornata e rivista novembre 2019), bestseller dell’editore ma anche consigliato da La Feltrinelli tra i 100+1 titoli da non perdere assolutamente, Prête-à-Partir. Tutti i consigli per la viaggiatrice perfetta (giugno 2017), Londra al femminile (settembre 2018), Monferrato Alessandria e Asti (novembre 2019). Sto scrivendo Parigi al femminile che uscirà nell’autunno 2020 e nel 2021 toccherà a Gerusalemme, sempre con Morellini Editore.
Potete sentirmi parlare di viaggi ogni sabato mattina dalle 12.00 alle 13.00 su Radio LatteMiele nella trasmissione con Anna Patti Tutti amano il weekend.
Per scrivermi e per proposte di collaborazione valigiaaduepiazze@gmail.com.
Ad Amsterdam con il naso all’insù
Ci sono solo due posti al mondo – almeno fino ad ora – che mi hanno fatto stare tutto il tempo con il naso all’insù. Giorno dopo giorno, appena uscita dall’albergo. Con il rischio di finire sotto una macchina o una bicicletta. Con il piede in una pozzanghera. E, peggio ancora, dritta in un canale. La prima volta che ho visto New York, ormai una decina d’anni fa, ho avuto mal di collo per giorni. E poi Amsterdam. Ed è stato un colpo di fulmine.
Milano in movimento
Questa canzone già è bella di suo per New York, riadattata a Milano mi fa venire i brividi.
Biciclette, bicchieri in mano e case giallo Milano? Siete sui Navigli |
Venezia (non solo la solita): il ghetto ebraico, Dorsoduro, ottimi ristoranti, panorami, angoli nascosti
Uscire dall’albergo e non trovarsi i turisti che ti calpestano i piedi. Percorrere le strade controcorrente. Scegliere le mete che gli altri non conoscono o che pensano che non siano sufficientemente iconiche. Ma Venezia è magica in ogni angolo. Per cui, se proprio non è la prima volta che la si visita, si può evitare di soggiornare e di muoversi nelle zone in cui l’assembramento è inevitabile, gustandosi così di più la città. In particolare ora che ancora non è presa d’assalto da chi proviene dall’estero e sembra incredibile guadagnarsi senza troppa fatica un posto sul vaporetto linea 1, quello che naviga lungo il Canal Grande e che, già da solo, regala uno sguardo su questa città che è un unico nel mondo (anche se ogni borgo o villaggio che abbia due canali è subito soprannominato la Venezia d’Oriente o quella del Nord, no, Venezia è solo questa ed è senza eguali). Proviamo a dare un’occhiata, allora, a qualcosa di turistico ma nuovo e che vale la pena visitare o di qualche posto meno conosciuto.
Ogni volta che si torna nella Laguna cerchiamo di organizzare un itinerario che sia diverso dai viaggi precedenti, anche se poi anche noi abbiamo i luoghi del cuore, come il ghetto ebraico a Cannaregio. Però, per esempio, avendo fatto un bel giro nella zona dell’Arsenale, sotto un sole cocente, l’ultima volta, abbiamo preferito curare nei dettagli Dorsoduro, che è conosciuto anche come il quartiere universitario della città ed è un sestiere molto tipico in cui si trovano i veneziani autoctoni. Di sera potrete godere del silenzio delle sue strade e di alcuni ristoranti alla mano frequentati solo da chi vive qui. Inoltre, è la zona delle Zattere, con un panorama che allarga sulla Giudecca, e Dorsoduro si spinge fino alla Salute e alla Punta della Dogana di fronte – da una parte – a San Marco e – dall’altra – a San Giorgio.
Proseguendo nella lettura, non mancheranno chicche di ristoranti un po’ in tutta Venezia perché poi si gira sempre e avere qualche indicazione che sia utile per non prendere fregature (come ho fatto per Roma) è sempre importante e fa già da solo un pezzo di vacanza.
Milano in primavera è la città delle magnolie. Tour, percorsi e suggestioni
Milanesi, in alto lo sguardo! È questo il momento di rallentare e alzare la testa dai telefonini, che al massimo possiamo utilizzare per immortalare con un video questo spettacolo della natura. A marzo fioriscono le prime magnolie, quelle che proprio qualche anziano milanese, ormai anni fa, mi disse che qui si conoscono come magnolie uovo di Pasqua, sia perché fioriscono a metà marzo, quando spesso può cadere la Pasqua, sia per la forma dei fiori: le corolle sembrano uova che si schiudono.
Se all’inizio della primavera siamo abituati a veder comparire sui social scatti di eleganti abitazioni londinesi circondate di magnolie rosa e bianche, ma anche abitazioni in mattoni di Brooklyn, ecco che Milano non è da meno e le magnolie si trovano in giardini privati e parchi, lungo viali e a far capolino da un cortile. Dove si trovano? Se alcune zone sono costellate di magnolie – e il trionfo di questi alberi a Milano è piazza Nicolò Tommaseo con il suo giardino dedicato a Renata Tebaldi che, anno dopo anno, dopo che si è sparsa la voce, è sempre più preso d’assalto per scattare la foto perfetta – ce ne sono tante per esempio tra le Cinque Vie e il Duomo, Porta Romana alle spalle della Rotonda della Besana, ma anche verso il Politecnico a Città Studi e tra Conciliazione e Pagano. Insomma, quartieri di ogni tipo che ospitano queste magnifiche piante: la Magnolia liliiflora, la Magnolia soulangeana e la Magnolia stellata.
La città blu del Marocco: Chefchaouen
Non è un set cinematografico ed esiste davvero. E’ la città blu del Marocco, Chefchaouen. Incorniciata dalle vette del Rif, è una delle città più belle del Nord Africa e – anche se il turismo ha preso piede negli ultimi anni – va detto che a Chefchaouen non si arriva rapidamente, per cui è ancora oggi esclusa dai tour più classici. Insomma, è il momento giusto per godere di questa città tutta dipinta delle svariate tonalità di azzurro. Vicoli, scale, porte, finestre: tutto è blu, turchese, acquamarina. Siete amanti delle foto scattate alle porte, magari quelle un po’ scrostate, intagliate e dalle grandi serrature che fanno tanto atmosfera? E’ tempo di organizzarvi per un viaggio, anche una breve vacanza di tre giorni, a Chefchaouen.
Quello che Parigi vorrebbe
E voi, quali Paesi avete cancellato dalla lista dei viaggi ancora da fare? Quando si punta l’indice sulla mappa, ci sono alcune zone del mondo sulle quali lo sguardo non scivola neppure più per sbaglio. Qui no, perché c’è la crisi e forse posso pagare solo in contanti, è scomodo. Qui no, perché c’è stato un attentato qualche mese fa. Qui no, perché le donne vanno in giro con il volto coperto, non c’è da fidarsi. Qui no, c’è la guerra. E così, un po’ alla volta, la carta geografica si è sbiadita: ha perso nomi e colori e interesse. Forse anche i confini, così gli insegnanti, a scuola, a volte sono in difficoltà nell’indicarli ai loro studenti che, invece, più di tutti avrebbero bisogno di costruirsi un’idea leggendo e imparando la storia. Perché è da lì che nasce il pensiero, non tra le chiacchiere da bar.