Ci sono solo due posti al mondo – almeno fino ad ora – che mi hanno fatto stare tutto il tempo con il naso all’insù. Giorno dopo giorno, appena uscita dall’albergo. Con il rischio di finire sotto una macchina o una bicicletta. Con il piede in una pozzanghera. E, peggio ancora, dritta in un canale. La prima volta che ho visto New York, ormai una decina d’anni fa, ho avuto mal di collo per giorni. E poi Amsterdam. Ed è stato un colpo di fulmine.
Ad Amsterdam le case dislocate intorno alla cerchia dei canali sono strette e lunghe. Puntano verso l’alto, per avere più luce. E, per questo, si aiutano con le grandi vetrate senza tende, che ti fanno venire voglia di sbirciare all’interno, di curiosare nella vita degli altri. Di solito ogni piano è un appartamento che, almeno passeggiando da fuori, lungo il canale, sembra quasi solo adibito ad ampia sala da pranzo. Gente che va e viene portando piatti in tavola, luci di design che scendono dai soffitti o lume di candela. E, qualche volta, pure un salottino o una camera da letto al piano terra (con il matrimoniale ancora da rassettare). Come ne abbiamo vista una lungo il Prinsengracht, quasi all’altezza della Pancake Bakery.
E poi le case di Amsterdam sono storte. Hanno un’inclinazione che non trasmette nulla di buono e in alcuni punti sono così pendenti da credere che possano afflosciarsi da un momento all’altro.
Ma perché sono così storte? Leggendo in rete, pare che i motivi siano più di uno. Il primo richiama la nostra Venezia, ovvero un leggero e costante cedimento delle fondamenta dovuto anche all’umidità portata dall’acqua. E poi il secondo motivo ci mette il suo carico da 11: durante il Secolo d’Oro olandese (che corrisponde alla prima metà del 1600) si tassavano le costruzioni in proporzione alla larghezza della facciata. Più era ampia, più erano alte le tasse da pagare. Ecco perché la maggior parte delle case non ha più di tre finestre per piano. All’interno, solo scale ripide e strette, ma i mobili come si possono portare all’interno? Approfittando delle larghe vetrate e di un paranco a cui è tuttora agganciata una carrucola. In questo modo si risolve il problema degli oggetti ingombranti (noi abbiamo visto issare un divano) e con la casa inclinata verso la strada si evita che il carico sfiori e rovini il muro. E pare, poi, che con le facciate in volo la pioggia non ristagnasse e l’umidità veniva ridotta. Infine, la fuliggine si attaccava meno alla parete in mattoni e l’edificio restava più pulito. E poi – fateci caso – una casa inclinata si ammira meglio, guardandola dalla strada. Per vedere le case più pericolanti, andate al Reguliersgracht, all’altezza dei Sette Ponti.
E poi i frontoni sulla sommità delle case. Li avrei fotografati tutti (e Francesco lo ha quasi fatto). Uno diverso dall’altro perché gli olandesi, dopo le case in legno con il tetto in paglia affacciate sui canali, cercavano un po’ di individualità e si sono sbizzarriti nel decoro dei frontoni. Dai più antichi con la forma di gradoni a mattoni al disegno curvilineo introdotto da Philip Vingboons alla fine del 1600, noti come a collo. E poi l’aggiunta di volute ornamentali, disegni particolari che indicavano che la palazzina apparteneva a un mercante – navi, balle di seta, delfini, pesci volanti, schiavi -. La maggior parte delle notizie sulle abitazioni costruite lungo i canali l’abbiamo letta sulla guida della National Geographic di cui mio marito è un estimatore (economiche, smilze, utili e chiare nel proporre passeggiate). Io invece sono una Lonely Planet addicted.
Dopo aver sognato di abitare in una di queste case da bambola, passiamo alle informazioni pratiche. Se dovete scegliere dove dormire, non abbiate dubbi. A meno di avere qualcuno insieme a voi che presenta problemi di deambulazione, prenotate in un albergo che affaccia sui canali. E’ vero, non c’è l’ascensore e le scale sono ripide e anguste per spostare le valigie, ma il bello di uscire dall’hotel e di immergervi subito nella vita di Amsterdam non ha proprio rivali con le comodità che possono offrire gli alberghi dai larghi corridoi di alcune zone eleganti ma più periferiche. Fare base in un albergo così centrale vi permette di non utilizzare mai i mezzi e di camminare sempre a piedi (la bicicletta da noleggiare la lascerei a chi già conosce bene la città perché non vi permette di gustarvi casa per casa e dovreste fermarvi ogni istante per scattare una foto: una passeggiata è meglio. Inoltre ricordatevi che gli olandesi sfrecciano in bici e vi conviene stare ai loro ritmi per non essere sbalzati di lato). Una buona opzione, quando siete stanchi e volete gustarvi i canali con la vista dall’acqua, l’hop on hop off, che nelle altre città è sul classico bus a due piani, qui è la canal cruise della città. Noi, nell’unico giorno di pioggia, abbiamo scelto l’opzione diurna fino alle 18 circa (se non ricordo male, 24 euro a testa), ma si può prolungare fino a poco prima delle 20 e, a luglio e agosto, fino alle 20.15. Le linee sono quattro (green, blue, red e orange) per 19 fermate che coprono quasi tutti i luoghi di maggiore interesse. I biglietti si possono acquistare alle fermate. Noi siamo saliti a quella più vicina al nostro albergo, proprio di fronte alla casa di Anna Frank (se desiderate visitarla, munitevi di biglietto comprato online o non ve la caverete più). Qui la mappa.
La nostra base per cinque notti (abbiamo girato anche un po’ fuori città) è stato l’Amsterdam Wiechmann Hotel sul Prinsengracht all’angolo con Looiersgracht, scovato a forza di cercare su Tripadvisor e Booking. Va sottolineata l’estrema gentilezza del personale che ci ha aiutato quando abbiamo rischiato di non poter raggiungere l’aeroporto a causa del Giorno della Regina. In quell’occasione, infatti, tutte le strade più centrali di Amsterdam vengono chiuse al traffico (compresi i tram e i taxi) già dalla mezzanotte precedente. Poi la festa 2013 è stata ancora più importante poiché la regina ha adbicato in favore del figlio. Nel 2014, quindi, il Koninginnedag diventerà Koningsdag, il Giorno del Re. In realtà, il 30 aprile è l’occasione per fare baldoria e per organizzare un disordinato mercatino delle pulci in ogni angolo della città, poiché solo in quella giornata non sono necessarie autorizzazioni per vendere le merci. E tutta Amsterdam si colora di arancione. E sa di birra.
Il Wiechmann sta in quella che viene individuata come la cintura occidentale dei canali, proprio al confine con il Jordaan. Quest’ultimo – mi ha raccontato un’amica ed ex collega olandese – fino a qualche anno fa era un quartiere operaio e problematico, anche poco sicuro. Oggi ha cambiato aspetto, è piacevole da girare nel suo labirinto di stradine in cui non si deve avere paura di perdersi: ristoranti con cucine internazionali, negozi di design, moda e vintage, bruin café e poi, eccolo, uno dei canali più belli della città: il Brouwersgracht, il canale dei birrai. L’angolo delle case all’incrocio con il Prinsengracht è quello che troverete sulle cartoline. E noi vi consigliamo una sosta al Café Papeneiland per gustare una fettona di bollente torta di mele guarnita con la panna (ne vedrete sfornare una dopo l’altra, all’ora di pranzo). O un boccale di birra.
Per continuare a gironzolare in zona, vi consigliamo il Noordermarkt che tutti i giorni, tranne la domenica, dalle 8/9 del mattino all’ora di pranzo si trasforma in un mercato sempre diverso: il lunedì mattina, ad esempio, è un mercatino delle pulci, il sabato si vendono uccelli, dopo pranzo lo stesso giorno si possono acquistare erbe aromatiche e prodotti bio. E poi potere passeggiare lungo l’elegante Eglantiersgracht e nella Haarlemmerdijk, parallela al canale dei birrai, in cui si susseguono negozi di oggetti per la cucina e di alimentari.
Se vi interessa lo shopping un po’ più ricercato – quindi non le solite catene di moda e profumeria che trovate in ogni centro cittadino in tutto il Pianeta Terra – prendete di mira le Negen Straatjes, le Nove Strade. Qui una utile cartina. Sono nove vicoletti che formano una griglia (a due passi dal nostro albergo, ma questo è scontato). Le vie che lo delimitano sono Reestraat, Hartenstraat e Gasthuismolensteeg a nord, Prinsengracht a ovest, Singel a est, Runstraat, Huidenstraat e Wijde Heisteeg a sud. Cosa ci trovate? Negozi gourmand, bruin café, oggetti vintage, bijoux, le Liebeskind bags, Scotch & Soda, De Spiegelbeeld, i formaggi di De Kaaskamer (ne sentirete il profumo – o la puzza, dipende dai vostri gusti – a centinaia di metri di distanza), Nic Nic per il design, Lady Day, Skins Cosmetics, Laura Dols, solo per citarne alcuni.
E senza grande sforzo si arriva in uno dei luoghi più caratteristici di Amsterdam, il mercato dei fiori. Il Bloemenmarkt si trova sul Singel tra Muntplein e Koningsplein. Di solito chiude intono alle 5 del pomeriggio, come tutti i negozi (anzi, occhio perché molti restano chiusi tutto il lunedì). Potete trovare mazzi composti addirittura da 50 tulipani a 10 euro (se non siete ferrati sul prezzo dei fiori, sappiate che venti tulipani a Roma costano la stessa cifra, se vi va bene). Io sono tornata a casa con un bottino di 50 bulbi di tulipani, più un po’ di peonie di fritillaria, ma al momento non ha attecchito niente. Il consiglio è quindi di prendere i fiori freschi per la camera d’albergo se vi fermate qualche giorno, ma per i bulbi è meglio rivolgersi nei negozi meno turistici perché forse questi restano troppo tempo fuori terra.
Qui è tutto uno zoccolo di legno, magneti, ricordini di pessimo gusto, ma – guardando bene – ci sono anche negozi che vendono le ceramiche di Delft (bianche e blu) e le casette di Amsterdam in miniatura (noi abbiamo riempito la valigia fino a che ce lo ha permesso il portafoglio).
Ancora poca strada e siamo nel cuore della città vecchia. Il Red District di Amsterdam è ormai ridotto a una sola strada più qualche viuzza laterale. Di giorno è un po’ squallido, un po’ vuoto. Immagino che di sera si animi di più. Ci sono le solite ragazze nude in vetrina, per cui Amsterdam è diventata famosa in tutto il mondo, i coffee shop (di cui Wikipedia vi spiegherà meglio) e i negozi che vendono i funghi allucinogeni (potete scegliere anche il livello dell’allucinazione che preferite: visiva, olfattiva, sonora, ma mi auguro non ve ne serva alcuna).
A un certo punto, dopo essermi fatta puzzare le dita delle mani per giorni interi grazie ad un panino con l’aringa cruda comprato in uno dei baracchini dello Spui (andateci quando la luce del sole si è ammorbidita per vedere le foglioline degli alberi che danzano nelle ombre del tardo pomeriggio), ho perso mio marito. Tanta gente, bar colmi di olandesi e turisti che sorseggiavano birra accompagnata da qualche polpetta di carne o vegetariana, biciclette in ogni senso. Di Francesco nessuna traccia. Giro in tondo per lo Spui, cerco un fazzoletto per pulirmi da pesce, cipolla e cetrioli, cerco il telefono per mandargli un sms. Niente, non lo vedo. Me lo sono perso sotto gli occhi o gli faccio orrore dopo aver mangiato l’aringa e se l’è data? E poi eccolo. Con la testa fa capolino da un portone e mi chiedo che cavolo ci faccia in casa d’altri. Mi fa cenno di entrare e con il dito sulle labbra mi intima anche di starmene un po’ in silenzio. Entriamo nel Begijnhof quando ormai è chiuso (alle 17 vi saluta fino alle 8 del mattino successivo). Francesco già c’era stato, ecco perché conosceva il trucco. Si entra in un anonimo portone e si apre un’Amsterdam dei tempi che furono. Il cortile delle beghine, un giardino segreto, un angolo silenzioso sul quale si affacciano ancora le vecchie case in legno (come quella al civico 34).
Riposatevi su una panchina, leggete un libro, ma state in silenzio perché chi abita nel Begijnhof non ama essere disturbato. Qui vivevano le vedove e le nubili che facevano parte di una associazione di vita religiosa senza aver preso i voti.
Restiamo sulle cibarie. Alcuni posti che abbiamo provato o che ci ha consigliato Michaela: per un aperitivo o un pranzo, il bar/caffè di Etro in pieno Spui. In zona nostro albergo (cintura occidentale dei canali/Jordaan) lo Spanjer En Van Twist in Leliegracht al civico 60 e al 191 del Prinsengracht la Pancake Bakery con un centinaio di pannenkoeken.
Ci sono tre Burgermeester ad Amsterdam: hamburger un po’ originali. Noi siamo andati in quello di Elandsgracht. Qui il menù e le informazioni utili. Nelle Nove Strade vi consigliamo il bruin café De Doffer, un classico. Ottime le torte. Se siete in zona sud, andate al De Kas per pranzare e cenare bio in una serra di vetro. E poi c’è Casa Peru, in cui la cucina è davvero peruana e a noi ha ricordato il viaggio di nozze andino (all’angolo tra il Prinsengracht e Leidsegracht).
E, tra le cose da non perdere, ci sono i musei: il Rijksmuseum e il Van Gogh Museum, che potete raggiungere con la crociera on hop on off sui canali (linee red e green). Lì, c’è anche la famosa scritta I amsterdam.
Per le dimore più eleganti, fate un salto all’Ansa d’Oro, Gouden Bocht. La zona è quella tra la Nieuwe Spiegelstraat e l’Herengracht. Se siete in viaggio con i bambini, andate al Nemo, realizzato dall’architetto Renzo Piano. Qui potete acquistare i biglietti online. E per una visuale diversa della città e per uno spuntino, andate all’Eye Film, sul retro della Central Station. Qui il link.
Amsterdam ha un’ottima posizione per realizzare gite di un giorno o di mezza giornata fuori porta. Noi siamo stati a Keukenhof per l’incantevole fioritura dei tulipani (ma non solo: anche giacinti, narcisi, fritillaria, orchidee di ogni qualità). Il giardino vicino a Lisse è aperto solo due mesi all’anno in primavera e qui vi spiego tutto quello che serve per raggiungerlo e visitarlo. Siamo anche stati a Delft, di cui vi scriverò a breve. Una cittadina nota per le ceramiche bianche e blu. E, un altro giorno, sempre in treno abbiamo raggiunto Zaanse Schans, per vedere quei mulini ad acqua che nel nostro immaginario non possono mancare in Olanda. Presto un post ad hoc, ma al momento potete trovare qui qualche indicazione.
Voi conoscete Amsterdam? Che cosa consigliate di vedere ad ogni costo?
Non perdetevi gli altri post olandesi: Olanda, i mille colori di Keukenhof e Delft, la città più bella d’Olanda.
io non mangio Simmenthal says
Condividiamo una passione enorme…la voglia di avere sempre il passaporto a portatat di mano!!
valigiaaduepiazze says
Vuoi mettere essere in viaggio e già pensare a quello successivo? 😉
io non mangio Simmenthal says
Sì, siamo proprio compatibili…senza contare il fatto che devo ancora partire per il prossimo viaggio e sto già pensando a quello successivo! ahahah!
fraesax10 says
Bellissimo questo post e bellissime le foto… che mi fanno proprio venire voglia di partire subito per questa straordinaria città!
Un consiglio.. mi basterebbe un weekend (dal venerdì alla domenica, però) o è meglio qualche giorno in più?
Grazie 😉
valigiaaduepiazze says
Se riesci a trovare un buon volo venerdì mattina e il rientro domenica pomeriggio, Amsterdam la riesci a vedere senza correre. Lascerei le gite fuori porta per un’altra volta.
Scegli l’albergo sui canali – ce ne sono di tutti i prezzi – perché così sei già in piena atmosfera! Se parti, fammi sapere com’è andata e se hai bisogno di altre informazioni, chiedi pure 🙂
Amina Sabatini (@amisaba) says
Ciao Elisa! avevo salvato questo post per recuperarlo al momento opportuno; ebbene ad Ottobre andrò ad Amsterdam ed ho prenotato nell’Hotel dove hai alloggiato tu. Sei stata molto convincente e poi, visto che hai fatto una ricerca così accurata, mi sono detta che sarebbe stato sciocco da parte mia perdere altro tempo. Ti farò sapere ma già la sala colazione che affaccia sul canale, la pulizia, la gentilezza del personale e la location mi entusiasmano 🙂
valigiaaduepiazze says
Ciao Amina, grazie per la fiducia e per quello che hai scritto. Sono sicura che ti troverai bene, magari chiedi una stanza al primo piano, così avrai solo una scala da affrontare con le valigie.
Aspetto aggiornamenti. Farai un viaggio straordinario!
Amina Sabatini (@amisaba) says
Ciao Elisa, sono appena tornata e volevo ringraziarti subito della dritta non solo per l’albergo ma anche per l’itinerario. Sono rimasta entusiasta della sistemazione (come da te consigliato ho chiesto se era possibile avere una camera con vista sul canale e sono riusciti ad assegnarmela; si trovava al secondo piano ma ne è valsa la pena). E poi la zona mi è piaciuta molto. Per il resto ho camminato tantissimo anch’io col naso all’insù e non poche volte ho rischiato di essere investita dai ciclisti. L’unica cosa che ho trovato molto kitch è stata la presenza temporanea (e meno male!) di un luna park in Piazza Dam…
valigiaaduepiazze says
Cara Amica, sono davvero contenta che le nostre indicazioni siano state sia utili sia curiose e piacevoli da seguire. Bello fare colazione con vista sui canali, vero?
Noi partiamo domani con una nuova valigia a due piazze e speriamo che anche la prossima meta possa essere di tuo interesse.
Elisa
isabella says
Ho scoperto questo blog per caso. Bellissimo! E mi ha fatto molto piacere leggere questo articolo così entusiasta (e senza banalità) su Amsterdam, la città dove abito da oltre 20 anni. Grazie.