Prendiamo una matita e colleghiamo da nord-est a sud-ovest i punti estremi della Gran Bretagna. Dalla Scozia alla Cornovaglia. Due modi di vivere diversi, così come i panorami, le strade per raggiungere le due località. Un’isoletta, la Gran Bretagna, in cui convivono grandi differenze. Esiste anche un’espressione in Gran Bretagna: from Land’s End to John o’ Groats, per indicare due punti lontani e grandi differenze.
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Londra nei libri, per essere ancora più preparati al prossimo viaggio (e la Love Door di Chelsea)
Cinque aeroporti e centinaia di voli al giorno dall’Italia. Eravamo così abituati a trascorrere un fine settimana a Londra che oggi ci manca ancora di più. Così ben servita che si poteva fare una commissione in giornata o quante volte abbiamo scelto di passarci anche solo una notte, per fare qualche commissione, assaggiare i nostri piatti preferiti nei locali che amiamo di più, scegliere una volta un quartiere diverso, spingendoci sempre più verso la periferia e i villages più distanti dal West End e poi ripartire la sera del giorno successivo, dopo aver fatto spese in un flea market, il mercatino delle pulci, in cui qualche pezzo vintage o di antiquariato salta sempre fuori.
Già, perché se New York, come ho scritto qui pochi giorni fa (e vi ha trovati d’accordo) è la città al di là dell’Oceano che abbiamo più voglia di visitare, appena sarà possibile tornare in sicurezza, in Europa sono Londra e Parigi le città diventate – grazie all’offerta dei trasporti – le mete mordi e fuggi che facevano parte dell’abitudine del weekend, anche solo per vedere una mostra o un film in lingua originale al cinema. E se di Parigi sono in attesa di pubblicare Parigi al femminile, appena sarà il momento più giusto, di Londra c’è già Londra al femminile e da lì mi faccio ispirare per estrapolare alcuni dei consigli di lettura di romanzi ambientati nella capitale britannica e che possono farci amare e conoscere ancor di più le sue strade e gli angoli meno noti prima del nostro prossimo viaggio. Attenzione perché a volte sentirete mancare un battito del cuore. A quel punto significa che ci siete dentro davvero.
Arrivate fino alla fine dell’articolo per un bonus sorpresa.
Viaggi, dove siamo andati prima del Covid-19. E dove andremo. Non un bilancio, ma una lista di ricordi (a cui aggiungere i vostri)
L’ultimo ricordo spensierato prima di essere travolti dalla pandemia di Covid-19. L’ultimo viaggio “prima”. Quel viaggio in cui le preoccupazioni potevano andare da “speriamo che non perdano la mia valigia!!” al momento di angoscia del “avrò portato tutto? Ma sì, al massimo faccio shopping appena arrivo a destinazione”, passando per “non peseranno troppo, i bagagli?!”. È cambiato tutto, da allora. Anche chi ha avuto la fortuna – pur con mille accortezze – di organizzarsi la scorsa estate, sa che c’è qualcosa che non tornerà più. E quando c’è chi dice che siamo degli esagerati, che in fin dei conti si tornerà a strusciarsi dal tramonto all’alba al Cavo Paradiso di Mikonos e a prendere un drink assiepati su uno dei rooftop di Manhattan, sì, vero, si farà, ritengo che sarà comunque qualcosa di diverso. In qualche modo si farà. Ma non sarà più come prima. Se il nostro modo di viaggiare è cambiato dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York – e sono trascorsi quasi vent’anni – e il terrorismo ha comportato maggiori controlli di sicurezza rispetto ai quali non si è più tornati indietro – e ciò riguarda più che altro il nostro bagaglio – ora a essere controllato sarà il nostro corpo. Qualcosa da cui noi non ci possiamo separare. Perché forse stiamo portando in giro una bomba di cui siamo all’oscuro. Che potrebbe non toccare noi, ma avere una potenza deflagrante su altri individui più fragili. Di cui dobbiamo prenderci cura. È un nostro dovere.
Sarebbe bello che qui nei commenti o sui social di Valigia a due piazze (Instagram e Facebook) raccogliessimo un diario dell’ultimo viaggio spensierato “prima di”. In attesa di poter tornare a viaggiare con giudizio e rispetto, del nostro prossimo e del Pianeta che ci ospita.
Perché è vero che se vogliamo far parte di una società che sappia assisterci ed essere altruista ed empatica dobbiamo esserlo noi per primi, ma è anche vero che non possiamo negarci pensieri leggeri, con molto tatto verso coloro i quali hanno sofferto e stanno soffrendo sulla loro pelle perdite dovute al Covid-19, così come ci fa solo bene dedicare qualche momento a programmazioni di viaggi futuri, sussurrate sotto voce, a volte appena accennate al nostro partner, all’amica con cui sogniamo di prendere di nuovo il sole d’inverno, al figlio adolescente prima che ci sfugga via per organizzarsi, zaino in spalla, con i suoi compagni.
Elenchiamoli qui, i momenti belli. Gli ultimi ricordi spensierati prima della pandemia. Prima che tutto cambiasse e che il nostro mondo si spostasse dalle aule, dagli uffici, dai ristoranti, dalle spiagge, dalle palestre allo schermo di un computer. Prima che i nostri contatti finissero filtrati dai social e dalle videochiamate. Prima che i nostri sorrisi fossero nascosti dietro a un fazzoletto che ci salva la vita.
Scozia, i villaggi di pescatori del Fife e il Firth of Forth
Se si pensa alla Scozia, di solito la nostra immaginazione corre rapida a queste mete: Edimburgo; il lago Loch Ness e le Highlands; l’isola di Skye. Nel nostro viaggio on the road abbiamo incluso tutto, anche il punto più a nord della Gran Bretagna (e poi è seguito un viaggio per raggiungere quello più a sud, è tutto raccontato qui), ma abbiamo scoperto una regione che da tempo attirava la nostra attenzione e che, presa l’automobile a noleggio a Edimburgo, è davvero semplice da raggiungere: il Firth of Forth e i villaggi di pescatori del Fife.
Se avete dubbi su come viaggiare a Edimburgo e in Gran Bretagna dopo la Brexit, potete leggere qui.
Dove si trova Downton Abbey: da Londra a Highclere Castle, nell’Hampshire
Lungo questo viale abbiamo visto passeggiare Lady Mary Crawley e Matthew, abbiamo visto affrettarsi nelle prime luci dell’alba – stretti l’una all’altro – Anna e il signor Bates. Quante automobili sono arrivate, alzando polvere e ghiaia, e quante sono partite per accompagnare i signori in tempo in stazione per salire sul treno in direzione Londra. Riprese a volo d’uccello, su quei prati che sono davvero così verdi. E poi i segreti che cela il castello, in cui non si possono scattare fotografie. E’, questa, la location delle sei stagioni di Downton Abbey e uno dei miei sogni era poterla finalmente visitare. Anche se non sempre è aperta al pubblico.