Arrivando a Kyoto, si impara subito il significato della parola komorebi che, ne sono certa, non può che affondare le sue radici in questa città magica e delicata, così diversa da Tokyo. Non c’è una traduzione, per komorebi. E’ una parola che si deve sentire con il cuore e che si legge tra gli alberi. Perché komorebi è quella luce smorzata che filtra tra le foglie degli alberi. Foglie che, qui in Giappone, sembrano di carta velina, tanto sono sottili e leggere. E Kyoto è così: sottile e leggera, come se i suoi abitanti fluttuassero invece di camminare, come se scivolassero invece di accelerare il passo. E’ una città sospesa, con i templi così diversi l’uno dall’altro e che offre il meglio di sé in primavera, durante la fioritura dei ciliegi, i sakura, e in autunno, il periodo degli aceri in fiamme.
Kyoto è una città pulita e curata, senza un fascino sfacciato, senza monumenti che si possono scorgere dalla strada e strappare un sospiro di stupore. Kyoto non entusiasma al primo sguardo, bisogna andare al di là, cercare, farsi penetrare, oltrepassare le cancellate dei templi, percorrere sentieri che portano verso la grande bellezza. Allora sì, si scoprono tutti i suoi tesori e poi non se ne può più fare a meno.
La città oggi è formata da due grandi zone: quella moderna, con la Kyoto Tower e la Stazione di Kyoto, che è anche una delle più grandi e avveniristiche del Giappone e poi la parte più tradizionale, quella di Gion e di Pontocho, con i canali, le strade strette, il ponte sul Kamo-gawa (il fiume Kamo) le casette tutte uguali. Tutt’intorno colline boscose e ancora templi e laghi.
La natura sembra che sussurri, a Kyoto. La bellezza delle piccole cose, dei particolari, qui assume una grandezza incredibile che ti abbraccia e ti fa sentire parte di essa: iris blu e gialli sui cui petali si raccolgono perle d’acqua dopo un temporale, fiori di ciliegio che volano via, ormai a fine fioritura, appena mossi dal vento, come una pioggia rosa e profumata, stelle di fuoco come quelle lussureggianti degli aceri a ottobre. Le quattro stagioni a Kyoto hanno caratteristiche ben precise e suddividono l’anno con una cadenza precisa: i ciliegi fioriti, i sakura, in primavera, i soffici muschi all’ombra degli alberi frondosi d’estate, gli aceri rossi e arancioni in autunno, il ricamo che creano i rami intrecciati coperti di neve d’inverno.
– Che cosa vedere a Kyoto in tre giorni –
I quartieri di Kyoto
- Pontocho, è uno stretto vicolo subito al di là del Kamo-gawa, il fiume della città. Va da Sanjō-dōri a Shijō-dōri. Andateci verso il tramonto. Così potrete fare un giro sul lungo fiume dove ancora le case tradizionali sono costruite su strutture che ricordano le palafitte e i giovani improvvisano concerti a bordo del Kamo-gawa. I canali vicino Pontocho regalano frescura e pace e vedrete i giapponesi del quartiere intenti ad approntare tutto per la cena nei locali in cui ancora oggi ci sono le geisha. Quando cala la sera, passeggiate tra le lanterne di Pontocho.
- Gion, si raggiunge a piedi da Pontocho e dal Padiglione d’Argento con la Passeggiata del Filosofo. Potreste organizzare questi quattro punti nella stessa giornata, muovendovi senza bisogno di mezzi. La strada principale di Gion è Hanami-kōji e, tanto vitale al mattino per i turisti e di sera per chi è in cerca di divertimenti, geisha e tradizioni, invece dall’ora di pranzo a metà pomeriggio è come addormentata e farete fatica anche a trovare un semplice caffè aperto. Percorrete anche la strada che dicono essere la più bella del Giappone e dell’Asia, in particolare in primavera, perché si sviluppa sotto un pergolato di fiori di ciliegio: Shinbashi. Sono queste le strade in cui mi sono immaginata la vita di Chiyo raccontata in Memorie di una geisha di Arthur Golden.
I templi di Kyoto
- Kinkaku-ji, il celebre Padiglione d’Oro. L’edificio originario risale al 1397 ed è uno dei siti più suggestivi del Giappone. Ricordo il cielo carico di pioggia e, nonostante questo, i riflessi e le sfumature nel lago che circonda il Padiglione d’Oro. E’ stato il nostro primo impatto con la città e non avrebbe potuto iniziare meglio. Siamo nella zona nord-ovest di Kyoto. Se non siete muniti di un mezzo proprio, noi eravamo in auto con dei cari amici giapponesi, prendete il bus 205 dalla Stazione di Kyoto, la fermata è Kinkaku-ji-michi.
- Ryōan-ji è un tempio zen fondato nel 1450. Il suo giardino zen è l’attrattiva principale. Su un mare di sabbia galleggiano quindici rocce. Potete interpretarle a vostro piacimento, perché l’architetto non ne ha mai spiegato il significato. Oppure state semplicemente a guardare. Verificate sempre gli orari perché il tempio chiude presto: alle 16.30 d’inverno e alle 17.00 negli altri periodi. Potete arrivarci a piedi dal Padiglione d’Oro, noi lo abbiamo visitato lo stesso giorno, con una passeggiata di mezz’ora. Oppure il bus 59 vi porta qui dalla stazione Keihan Sanjō.
- Sanjūsangen-dō è un tempio buddista di Kyoto, costruito nel 1164, andato poi distrutto completamente nell’incendio che lo colpì nel 1249. Nel 1266 fu ricostruito fedelmente. Questo è il tempio di Kyoto in cui è più stretta la vigilanza poiché conserva 1001 statue della dea buddista Kannon, ciascuna di esse con mille braccia, e, pur essendo possibile visitarlo, è lasciato soprattutto in uso ai fedeli. Lascerete, perciò, le vostre scarpe all’ingresso e non potrete scattare fotografie. Anche il Sanjūsangen-dō chiude presto, perciò verificate sempre gli orari. La Stazione di Kyoto dista appena un chilometro e mezzo. Se preferite, utilizzate il bus 206 o il 208 e scendete alla fermata Sanjūsangen-dō-mae. Ecco una rara immagine che ho potuto scattare chiedendo il permesso e mostrando il tesserino da giornalista. Questo è un tempio magico, rispettatelo e godetene in silenzio.
- Kiyomizu-dera, eretto per la prima volta nel 798, oggi lo vediamo nella ricostruzione del 1633. Il tempio buddista si raggiunge percorrendo una ripida salita, la via della Teiera, in giapponese Chawan-zaka: vi divertirete a scoprire tutti i ninnoli esposti nei negozi. Il Kiyomizu-dera è molto più in alto rispetto alla città e dalle balconate del tempio immerso nella foresta si ammira il panorama di Kyoto. Subito sotto, scorre la cascata Otowa-no-taki a cui si abbeverano i visitatori per le proprietà terapeutiche attribuite a queste acque. Per raggiungere il Kiyomizu-dera, prendete il bus 206 dalla stazione di Kyoto.
- Ginkaku-ji, ovvero il Padiglione d’Argento. Nacque come residenza di uno shōgun, ma alla sua morte l’edificio fu trasformato in un tempio. Come il Padiglione d’Oro, sembra sospeso sull’acqua e, superato il giardino all’ingresso, si raggiunge superando passerelle di legno. Dalla stazione di Kyoto si raggiunge con il bus 5. Siamo nella zona di Higashiyama, vicino alla Passeggiata del Filosofo. Si chiama Tetsugaku-no-michi e letteralmente significa Sentiero della Filosofia. E’ uno dei luoghi più magici di Kyoto, soprattutto se si passeggia sotto i sakura in fiore in primavera. E’ un sentiero pedonale che si snoda lungo un canale, alle pendici dei monti Higashiyama. Potete iniziare il percorso a nord del tempio Eikan-dō, raggiungendo in circa mezz’ora il Padiglione d’Argento, Ginkaku-ji. Un tratto è percorribile anche in bicicletta.
Non solo templi, a Kyoto
- Nijō-jō, perché anche Kyoto ha il suo castello. Come al Kiyomizu-dera, anche qui i pavimenti del castello sono definiti a usignolo perché scricchiolano al minimo rumore per scongiurare le intrusioni. Non perdete il giardino del Palazzo Ninomaru, un complesso formato da cinque edifici. Attenzione perchè l’ultimo ingresso è alle 16.00. Noi siamo arrivati qui in metropolitana con la linea Tōzai, scendendo poi alla stazione Nijō-jō-mae proprio a due passi dal castello.
- La Stazione di Kyoto è una straordinaria e gigantesca struttura in acciaio e vetro. Ha anche una terrazza panoramica al piano 15F. Tra negozi e aree ristorazione, avrete l’imbarazzo della scelta. Noi siamo arrivati qui da Tokyo con lo Shinkansen. All’esterno si trova la Kyoto Tower.
- Il mercato Nishiki è in centro e ideale per bighellonare un’ora dopo le fatiche della giornata. Solo qui, forse, si può avere un’idea di quello che è la cucina tradizionale giapponese, con tutti i suoi ingredienti, a noi davvero sconosciuti. Oltre ai cibi esposti, ci sono alcuni stand che vendono calzini con la forma delle cinque dita, altri in cui acquistare stoffe e carta da lettere.
- Il bosco di bambù di Sagano, ai piedi dei monti Arashiyama, è un altro di quei luoghi incantati del Giappone perché sembra di trovarsi in un altro mondo, nel camminare tra gli altissimi tronchi di bambù tra i quali a fatica filtra la luce del sole. E, anche qui, è impossibile non provare l’esperienza del komorebi. La foresta di bambù si trova ad alcuni chilometri dal centro cittadino di Kyoto. Noi siamo arrivati con i nostri amici in automobile, ma si raggiunge anche con il bus 28 dalla Kyoto Station o con l’11 da Keihan Sanjō, che è l’altro snodo dei mezzi pubblici della città. Potete anche utilizzare la linea JR, soprattutto se avete il JR Pass, della linea San-in dalla stazione di Kyoto o dal castello di Nijō.
Da visitare nei dintorni di Kyoto: i torii rossi del santuario di Fushimi Inari.
Altri post sul Giappone
Luca Beltrame says
Qualche precisazione su alcuni punti presenti nel post:
– Il Kinkaku-ji è una ricostruzione di epoca moderna, dopo che a metà degli anni 50 del secolo scorso fu dato alle fiamme (storia ripresa da Yukio Mishima nel suo “Il padiglione d’oro”);
– E’ importante citare il santuario di Yasaka (Yasaka jinja), vicino al Kiyomizu dera, in quanto il fulcro del festival più importante di Kyoto, il Gion Matsuri, che si tiene a fine luglio. Come tempio di per sè è anche piacevole
– Passando da Arashiyama, vicino alla foresta di bambù (il cui percorso però è al massimo poche centinaia di metri) conviene visitare il Tenryu-ji, un grande tempio buddista.
– Per chi volesse visitare il Kiyomizu dera, c’è da tenere presente che la struttura sta subendo restauri (a lotti) fino al 2025 e alcuni edifici potrebbero essere chiusi o coperti
Suggerimenti per l’area: 45 minuti di Shinkansen portano al più grande (e reale, non ricostruito) castello ancora esistente in Giappone, cioè Himeji. Andando più a nord verso il lago Biwa, c’è un secondo castello altrettanto conservato, Hikone (non consigliato per chi ha problemi a fare le scale, sono molto ripide). Più vicino a Kyoto, gli appassionati di letteratura potrebbero trovare interessante visitare l’Ishiyama dera ad Ishiyama, dove dovrebbe essere stato scritto il primo romanzo moderno, il Genji Monogatari.
valigiaaduepiazze says
Grazie mille, Luca, sempre preziosi, i tuoi consigli!
Sincretismo religioso says
Non sono mai stato in Giappone, ma leggere il tuo articolo mi ha fatto venire la voglia di visitarlo per capire meglio la cultura dei suoi abitanti
valigiaaduepiazze says
Solo andandoci si può davvero avere un’idea della loro cultura così affascinante. Spero che tu abbia l’opportunità di andarci presto, te lo auguro!!
Elisa
Angelo says
Il tuo racconto da viaggiatore mi ha preso e fatto immaginare un mondo e sensazioni a me sconosciute, spero di viverle visitando i luoghi descritti
valigiaaduepiazze says
Ciao Angelo, spero che tu riesca ad andare presto in Giappone!
Elisa