La luce. E’ la luce ad apparirmi per prima quando tiro fuori i ricordi della visita alla Reggia di Venaria. La luce di quella tarda mattinata di inizio marzo, un cielo senza nuvole, ma con una sottile patina lattea che con il passare delle ore si è dissolta. La luce che filtrava tra gli alberi che stavano iniziando a riprendere vita, con tenere foglie sulle punte dei rami. La luce dalla quale ripararsi gli occhi per riuscire ad allungare lo sguardo laggiù, fino alle montagne innevate che circondano Torino e le fanno da cornice. La luce che, entrando dalle ampie finestre e dalle vetrate, trasportava ogni ambiente della residenza barocca in una dimensione fuori dal tempo. E poi quella luce. La luce bianca della Galleria Grande. Perché è per Lei che si va alla Venaria Reale, no?
E poi quando arrivi alla Venaria Reale ti rendi conto che il bello è molto di più di quello che ti aspettavi di trovare. La magia inizia raggiungendo a piedi la Reggia, che si staglia là in fondo, oltre l’ampio cortile. A sinistra il borgo, che può soddisfare tutti (i palati) grazie alla vasta offerta di caffetterie e ristoranti tipici piemontesi. Davanti a sé la struttura con i mattoni a vista che a me ha ricordato una delle piazze che più amo di Parigi, place des Vosges.
La Reggia è una delle Residenze Sabaude e fa parte della lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1997.
La passeggiata nella Reggia inizia al piano seminterrato, prosegue verso la Sala di Diana con gli affacci sulla Corte d’onore e sui Giardini e verso gli appartamenti reali. Quello di Madama Reale e quello della principessa Ludovica. Si attraversano le sale di parata del Palazzo del Re con gli straordinari assi prospettici dell’architettura. Anzi, i giochi di prospettive li ritroverete spesso e in più punti, anche nella Cappella di Sant’Uberto, capolavoro di Juvarra. Nella Galleria Grande resterete un tempo indefinito a guardarvi intorno. Non vorrete più venire via. Vorrete imprimere quella luce e quell’armonia degli spazi nei vostri ricordi. Affreschi, stucchi, arazzi e dettagli.
Dalla Galleria Grande si può accedere ai Giardini, incorniciati dall’arco delle Alpi. I punti di ristoro e sosta sono numerosi anche all’interno della Reggia di Venaria. Il Caffè degli Argenti è una terrazza all’aperto che affaccia proprio sul giardino alla francese.
Trascorrere una giornata alla Reggia di Venaria in primavera significa anche avere l’opportunità di organizzare un picnic sotto il fresco pergolato del Giardino delle Rose. Il Chiosco delle Rose è aperto da Pasqua all’autunno ogni fine settimana. Si può noleggiare una carrozza con il cavallo per visitare i luoghi più lontani del Parco Alto dei Giardini: i Boschetti, il Giardino delle Pergole, il Giardino dei Fiori. La partenza è dal Caffè degli Argenti ogni 20 minuti e il biglietto costa 4 euro se intero, 3 euro se ridotto.
In una giornata di sole, ci si può spingere fino al Parco della Mandria il più grande spazio recintato d’Europa: 30 km di muro di cinta. Un tempo riserva reale di caccia dei Savoia, oggi lì vivono liberi cavalli, cervi, cinghiali, volpi, scoiattoli e aironi.
Ringrazio l’ufficio stampa della Venaria Reale che ci ha permesso di scattare le fotografie anche all’interno della Reggia. Per informazioni, orari e mostre, potete consultare il sito ufficiale.
Sul blog abbiamo già scritto di Piemonte:
– Castello di Pralormo, una distesa di tulipani
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