Questa è la seconda parte dei consigli per organizzare una vacanza intelligente fai da te in giro per il mondo. Vi consiglio di leggere la prima parte in cui vi raccontiamo di itinerari, voli e spostamenti. L’ABC del viaggiatore che prepara da sé una vacanza on the road è questo: prima itinerario, poi volo, poi alberghi. Le tappe vanno stabilite sempre prima di ogni altra cosa, perché sono loro a dare le dimensioni e il ritmo a tutto il viaggio.
Provenza, viaggio ad Aix-en-Provence in #4idee (n.3)
Aix-en-Provence è una città che va visitata a piedi. Raffinata ed elegante, ricca di dettagli preziosi. Dall’atmosfera italianeggiante, con piccole piazze ricche di charme che ricordano Parigi, Aix si trova ad appena 25 km dalla caotica Marsiglia. Ciascuno si innamora della sua Provenza: chi di Arles, chi di Avignone, chi dell’arroccata Baux, chi porta nel cuore Cavaillon, Gordes o Roussillon. Noi abbiamo perso la testa per Aix. Ecco #4idee per cui vale la pena andare almeno per un fine settimana nella cittadina del Sud della Francia.
Carcassonne, come in una fiaba
C’era una volta una coppia che viaggiava con una valigia a due piazze. Un bagaglio unico, che conteneva non solo il necessario ma anche – e soprattutto – il superfluo per entrambi, in particolare per Lei. Quella volta avevano lasciato Arles e la Camargue per spostarsi verso ovest, restando nel sud della Francia. Era Lei ad avere insistito con Lui per visitare Carcassonne, a circa 150 km dal confine con la Spagna. E Lui non si era certo lasciato pregare perché si fida sempre dei gusti di Lei.
Appunti su Parigi – Musée des Arts Forains, Canal St Martin, Beaubourg
Anche voi vivete a periodi? Io sì, spesso. Ho avuto il momento in cui sono impazzita per l’avocado e lo mangiavo tutti i giorni. Da poco mi è passato il periodo della frutta secca in ogni istante della giornata. Poi è frequente la fase dello stesso autore di libri. Quindi leggo qualsiasi cosa sia stata pubblicata finché mi viene la nausea e abbandono per sempre. E così via. Quella volta c’è stato il periodo del tango. E’ durato circa 7 mesi. Francesco ripeteva spesso che gli sarebbe piaciuto provare, che un po’ di movimento e di disciplina non ci avrebbero fatto male, tutt’altro. Così una sera di settembre gli ho fatto una sorpresa e l’ho portato a lezione di tango. Ecco, giusto qualche mese, siamo partiti convinti e volenterosi, ma poi il periodo del tango è finito. E di bello mi sono rimaste solo queste bellissime scarpe argentine.
30 paesaggi sul mare da sognare (e visitare)
Fin da bambina ho sempre pensato che puoi passare ore e giornate intere a fissare il mare perché non è mai uguale a se stesso. Che si infranga contro alte scogliere o che scivoli come una carezza sulla sabbia scaldata dal sole. Ha forme in continuo cambiamento, se c’è vento, se viene solcato da un’imbarcazione, se un bimbo, sul bagnasciuga, schizza la sorellina incrinando quella distesa di velluto. E ha decine di sfumature che si susseguono l’un l’altra a seconda dell’ora del giorno, della stagione, delle condizioni del cielo. E’ un grande specchio in cui perdersi. A volte è un limpido abbraccio immobile in cui potersi bagnare, spingendosi un po’ più in là, lontano dalla riva. Altre volte si infuria e si gonfia, riversandosi sugli scogli con rabbia. Il mare ha un rumore, ha un odore, ha un colore e ha un sapore. Ed è sempre diverso. Questi sono alcuni dei luoghi di mare che portiamo nel cuore. Sono fotografie impresse prima di tutto nei nostri ricordi. Sono tra le spiagge più belle del mondo. E le condividiamo con voi.
1. Indonesia – La spiaggia di Seminiak, Bali
20 luoghi meravigliosi
Siamo tornati da Copenhagen da quasi un mese. Eppure non ho ancora rivisto le foto che abbiamo scattato. Ho bisogno di un momento di decompressione, dopo ogni viaggio. Il periodo successivo al rientro a casa è solo fatto di ricordi freschi e vivi, non c’è bisogno d’altro. Poi le immagini arrivano in soccorso, un po’ alla volta. E si riscoprono con gioia e con stupore. E poi ci sono quei paesaggi che non si possono dimenticare mai, forse giusto un po’ di nebbia, dei particolari poco chiari che vanno a volte a confondersi con i sogni. Allora con Francesco ci guardiamo e ci diciamo “ma ci siamo stati davvero, laggiù?”. Questa è una prima selezione – ma ne verranno molte altre, divise per temi più o meno azzeccati – . Vi portiamo, come sempre, nei luoghi in cui siamo stati insieme, noi di Valigia a due piazze, e in questo photopost viaggiamo tra canyon, valli e laghi così diversi tra loro, qua e là per il mondo. Tra sogni e ricordi.
1. Perù – Le saline di Maras
“Marsiglia non è una città per turisti”
Nel nostro viaggio di Provenza – che ci ha poi portati fino a Carcassonne – Marsiglia in un primo momento non era prevista. Anzi, credo che sia stato così fino all’ultimo. Intanto non ci saremmo fermati a dormire e l’eventuale tappa non aveva bisogno di una sistemazione per la notte.
Io ero reduce dalla trilogia marsigliese di Jean-Claude Izzo – Casino totale, Chourmo e Solea – e ho insistito molto con Francesco per dare almeno un’occhiata a questa città del sud della Francia. Multiculturale, energica e con tanto da spartire con il bacino del Mediterraneo. Mio marito avrebbe preferito saltarla, per trascorrere una giornata in crociera tra le Calanques (escursioni in battello di tre o cinque ore con partenza dal Vieux Port fino a Cassis e ritorno, con il passaggio in sei o dodici calanques, oppure mini crociere serali con cena romantica a bordo), ma anche lui, passeggiando per le strade assolate e quasi deserte di una Marsiglia d’agosto, ne è rimasto affascinato.
La stella d’oro di Moustiers-Sainte-Marie
C’è un borgo, compreso tra les plus beaux villages de France, spaccato in due da un torrente che scorre rumoroso giù dalla montagna e, nel contempo, tenuto unito nelle sue due metà da una stella d’oro. Una stella luminosa che è visibile anche quando il cielo è nuvoloso, anche quando piove o, in inverno, scende copiosa la neve.
Si tratta di Moustiers-Sainte-Marie, arroccato sotto la cima di una montagna nell’Alta Provenza e a pochi chilometri dal canyon del Verdon. Da lì abbiamo iniziato il nostro viaggio in Provenza, passando per la Camargue e spingendoci fino a Carcassonne.
Camargue, là dove soffia il Mistral
La Camargue mi ha ammaliata con le sole parole di un libro letto durante la lontana estate di Italia 90, nel passaggio tra la quinta elementare e l’adolescenza della scuola media. Ho iniziato a sognare quella terra sospesa tra paludi e gitani, tra Provenza e mare, tra sud della Francia e Catalogna e Andalusia con la copertina di Là dove soffia il Mistral di Giovanna Righini Ricci. Quei cavalli dal manto grigio che – tra sole, sabbia e salsedine – sembra quasi bianco e con le criniere mosse dal vento.
In tanti anni ho immaginato luoghi bellissimi, selvaggi, storie d’amore, passeggiate lungo il Rodano che taglia la vicina Arles e sotto le stelle che, lì, sono più grandi e più luminose e sembra davvero di poterle sfiorare con la punta delle dita. Ne ho sentito tanto parlare da Lavinia che con quei luoghi ha un rapporto profondo e questi racconti portavano sempre un po’ di magia e hanno fatto crescere ancora di più il mio desiderio di visitare la Camargue. Fino a quando Francesco e io abbiamo organizzato un viaggio nella Francia meridionale.
Appunti su Parigi – a spasso per il Marais
Poco fa.
“Francesco, se ti dico Marais, tu che cosa mi rispondi?”
“Il Marais è molto bello”.
Ok, sembra uno scambio di battute tra una stordita e un superficiale, ma in realtà è davvero così: il Marais è molto bello. E’ la Parigi che ti aspetti di trovare. E’ la Parigi di cui vai alla ricerca, se non conosci questa parte di città (e anche se la conosci, perché è sempre un piacere). Se desideri la Parigi di una volta, la Parigi romantica, quella con i musicisti lungo la strada, con le botteghe degli artigiani (ormai sono più che altro gallerie che vendono pezzi costosi, ma non andiamo troppo per il sottile), con i bistrot che offrono dai vassoi di ostriche affondate nel ghiaccio ai dolci più appetitosi, passando per i piatti alsaziani, ma anche cucina marocchina a base di cous cous, allora vai al Marais. Perché Parigi è un villaggio, lontana dai boulevards e dalla riorganizzazione urbanistica di Haussmann.