Ormai per comprare un biglietto aereo sarebbe utile, dopo aver controllato l’agenda e il portafoglio (o conto corrente che sia), poter sempre chiedere la consulenza di un meteorologo. O forse di un preveggente, sì.
C’è stato un periodo in cui abbiamo accumulato una serie di sfortune meteorologiche e climatiche non da poco. Di quelle che costringono a ridurre un viaggio, a limitarti negli spostamenti che ti sei programmato settimane prima con un entusiasmo difficile da contenere. E quando non sei proprio dietro l’angolo, beh, non fa piacere. E così, imparata la lezione e applicati gli scongiuri da mettere in pratica prima di ogni viaggio, tentiamo di azzeccare la meta. Per Natale e Capodanno cerchiamo di evitare il gelo dei luoghi più freddi, nonostante ci sia piaciuto moltissimo trascorrere la notte di San Silvestro a Manhattan (ma un freddo come quello che corre nei canyon tra le file dei grattacieli non ce lo scorderemo mai) o l’atmosfera natalizia a Parigi non abbia forse eguali. E così l’anno scorso ce ne siamo andati in Messico, a svernare a 28°/30°. La meta di quest’anno è ancora top secret (siamo appunto in fase scongiuri). E d’estate, dopo i miei noti malesseri per le temperature troppo calde, cerchiamo di evitare i luoghi più caldi e umidi del mondo. Mai stata meglio dell’estate 2012 in Irlanda, ma fino ai 25° indonesiani, come quest’anno, posso anche resistere (sempre se con me ho l’acqua termale che mi rigeneri ogni 3 minuti e mezzo).
Direi che vale la pena dedicare un breve post alla sventura che ci ha trovati a trascorrere un lungo ponte di Halloween nel Massachusetts. Proprio quando è arrivata Sandy. L’uragano, esatto.
Quante volte ho già scritto che ho delle fisse? (Ma poi chi non è ha?) Esempi veloci: cupcakes, foliage, decorazioni natalizie, anelli-collanine-inutilità, massaggi, fiori sono proprio al top della lista. Ciò significa che non posso andare in qualche luogo del mondo senza cercare – a seconda di dove mi trovo e della stagione – le fioriture più maestose o il foliage più intenso, il cupcake più soffice e meno formaggioso. Poi aggiungeteci che in ogni angolo della terra mi faccio fare un massaggio (più di uno). Ma quella volta nel New England la mia fissa era il pontile in legno. Quello lungo e stretto, che sembra impossibile possa resistere alla furia dell’Oceano, invece è sempre lì, estate dopo estate, inverno dopo inverno. Tempesta dopo tempesta, soprattutto. E, tra film e serial, quanti ce ne hanno propinati? Io non ci stavo dentro. Francesco e io avevamo i nostri appunti sui pontili nelle più ambite località balneari della East Coast: Plymouth, Portland, Portsmouth, i dintorni di Providence, e – chissà – ottobrata romana permettendo (ops! Qui si chiama estate indiana), pure un salto a Martha’s Vineyard o a Nantucket.
Sì, ciao. E’ un miracolo che siamo riusciti ad arrivare a Cape Cod.
Avete capito che non è stato un viaggio dei più riusciti, anche se poi, rinunciando alle varie gite sulla costa e verso il Vermont per il foliage lungo il Mohawk Trail, abbiamo comunque girato alcuni giorni per la bellissima città di Boston (di cui scriverò presto) e abbiamo scoperto Salem, che nei giorni di Halloween è davvero speciale. C’è da dire che noi non sapevamo che stesse arrivando Sandy, uno degli uragani più distruttivi degli ultimi anni.
Forse perché, presi dall’organizzazione del viaggio, non ci siamo interessati alle ultime notizie. Forse perché in Italia non se n’è parlato finché davvero non è diventato di rilevanza internazionale. La realtà è che noi quella mattina, belli freschi, abbiamo noleggiato un gigantesco fuoristrada (che fa molto americano e, come sapete, il noleggio delle auto e la benzina negli USA costano molto meno rispetto all’Europa. Sembra che i due posti più costosi al mondo per noleggiare automobili siano la Turchia e la Norvegia). Poi, sotto la pioggia, ma ogni tanto una mezza schiarita ci dava un po’ di soddisfazione, ce ne siamo andati a ritmo di scampagnata a sud di Boston, verso quella specie di uncino che è la penisola di Cape Cod. Abbiamo percorso la Historic Route 6 e, dopo oltre 2 ore di strada, siamo arrivati al punto più estremo del capo, Provincetown.
In giro non c’era nessuno (certo, con l’allerta che era stato diffuso, molte zone erano state evacuate) e solo a Provincetown abbiamo trovato un po’ di vita. Tra pub affollati e piccoli e graziosi negozi di souvenir che ho apprezzato molto.
Cape Cod, “The Cape” per gli autoctoni, nei suoi periodi migliori – primavera inoltrata e inizio autunno, più la caotica estate – è una meta molto ambita e costosa, in particolare le isole di Martha’s Vineyard e di Nantucket. Ecco perché ci sembrava una bella idea quella di arrivarci a fine ottobre, a stagione finita, ma quando il freddo non ha ancora reso la zona poco piacevole. I fari, i clam shack lungo le strade che offrono frutti di mare e crostacei, i falò in spiaggia (dopo che vi sarete muniti di permesso!), i surfisti che sfidano le onde anche nelle stagioni più fredde, i sentieri panoramici da percorrere a piedi o in bicicletta, le case bianche, i pontili su cui sedersi a contemplare il mare, le spiagge lunghe con la sabbia leggera, i villaggi di pescatori, i verdi campi da golf. Cape Cod si raggiunge in macchina attraversando uno dei due ponti che la collegano alla terraferma: uno, più a sud, a Bourne, l’altro, quello che abbiamo percorso noi, a Sagamore. Occhio agli ingorghi nei weekend estivi.
Prendendo spunto dalla Lonely Planet del New England, ecco un elenco delle spiagge migliori: per aspettare l’alba Nauset Beach a Orleans, per il tramonto First Encounter Beach a Eastham e Herring Cove Beach a Provincetown. Per gli amanti del windsurf, Kalmus Beach a Hyannis e West Dennis Beach a West Dennis. Per il surf, White Crest Beach a Wellfleet e Coast Guard Beach a Eastham. Per le famiglie, le spiagge più attrezzate e meno pericolose sono Chapin Memorial Beach a Dennis e Veterans Beach a Hyannis. I singles possono trovare più movimento a Old Silver Beach a Falmouth e a Cahoon Hollow Beach a Wellfleet. Chi vuole pescare, può impostare il navigatore verso Race Point Beach a Provincetown o verso Sandy Neck Beach a Barnstable, che è anche perfetta per una lunga passeggiata, come la Chapin Memorial Beach a Dennis. Se desiderate organizzare un picnic, andate alla Corporation Beach a Dennis o verso la Grey’s Beach a Yarmouth Port. Infine, per ammirare le piane di marea tenete presenti la Skaket Beach a Orleans e la Firt Encounter Beach a Eastham. Noi abbiamo cercato, nei rari momenti di non pioggia, di passeggiare lungo la Long Point Beach di Provincetown.
Provincetown ha una vita un po’ a sé, rispetto alle altre città di The Cape. Cittadina amata dai gay, è conosciuta per il suo clima carnevalesco. Vivace sia di giorno sia di notte, troverete la gente che si riversa nelle strade (soprattutto nella centrale Commercial St) per curiosare, mettersi in mostra, osservare. Ce ne siamo accorti anche noi, nonostante la pessima giornata. Inoltre, Provincetown richiama molti turisti per il whale watching, l’avvistamento delle balene (per info, potete cliccare qui).
Se siete sprovvisti di un mezzo e volete fare un giro della cittadina in poco più di mezz’ora, prendete il Provincetown Trolley che, da maggio a ottobre, parte proprio di fronte al municipio. Per i prezzi, guardate qui.
Altro punto segnato a favore di Provincetown è la vasta offerta di ristoranti, pub, caffè. Noi abbiamo seguito l’istinto, che ci ha portati alla pentola d’aragosta, Lobster Pot, in Commercial St. Il ristorante è affacciato sull’Oceano e lo abbiamo trovato molto affollato, come se tutti gli abitanti di Provincetown si fossero messi d’accordo per ritrovarsi lì all’ora di pranzo. Poi, in realtà, abbiamo scoperto che si tratta del luogo d’eccellenza per gustare l’aragosta. Vi forniranno anche un bavaglino per non sporcarvi con il crostaceo.
Sulla strada del ritorno, abbiamo deviato qua e là alla ricerca di qualche faro, perdendoci nella vegetazione e tra le dune di sabbia. Tristemente, non abbiamo foto perché pioveva troppo, ma era soprattutto il vento a fare paura. Verso sera eravamo a Boston e abbiamo ripreso in mano i nostri smartphone. Immaginate che tutte le vostre amicizie e anche le conoscenze meno intime avessero provato contemporaneamente a rintracciarvi per sapere dell’uragano. Noi ancora non avevamo capito niente. Dico davvero. Solo in albergo, accendendo la televisione, ci siamo resi conto che in nottata sarebbe arrivata Sandy all’altezza di Cape Cod e a Boston era attesa nella tarda mattinata del giorno successivo. Il messaggio di mia mamma era proprio all’ultimo stadio. Quello in cui il mittente sta per avere un infarto.
Sperando che abbiate avuto più fortuna di noi, siete stati a Cape Cod? Riformulo: avete avuto esperienze con qualche uragano?
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