Arrivare in macchina ad Ávila di notte è come entrare in una fiaba. Da un momento all’altro, si apre la vallata e là in fondo, sul punto più alto, le mura turrite illuminate. Occhio a non distrarvi, perché è davvero uno spettacolo. Fermatevi a lato della strada e scattate qualche foto, ne vale la pena.
Abbiamo scelto Ávila, a 120 km da Madrid nella regione di Castiglia e León, come meta di uno dei nostri primi viaggi insieme. Perché si può visitare in un paio di giorni (aggiungendo un giro in giornata anche a Toledo, a 140 km, attraversata dal fiume Tajo), perché avevamo trovato un’offerta intelligente con un volo da Roma, perché cadeva bene un ponte e ne abbiamo approfittato, perché siamo andati a trovare una coppia di amici spagnoli di mio marito. Soprattutto perché volevamo visitare la città che ha dato i natali a Santa Teresa d’Avila.
A dire il vero non ci dedichiamo al turismo religioso (si chiama così? se sì, suona male), ma c’è una spiegazione e, forse, anche qualcosa di spirituale. Santa Teresa è il giorno 15 ottobre, giorno di nascita della mia nonna materna a cui io ero molto legata. Ecco perché sua mamma, la bisnonna veneta Maria – mancata centenaria quasi 20 anni fa – è stata sempre devota a Santa Teresa.
Francesco, sebbene non mi conoscesse ancora bene, ha capito al volo (ecco uno dei motivi per cui ci siamo sposati nel giro di tre mesi, ma questo è argomento di un altro capitolo) e così abbiamo organizzato il viaggio.
Volo Roma-Madrid (con Easyjet), Smart affittata – su consiglio del cugino di Francesco – da Pepecar Madrid, proprio in centro città, poi via verso il nostro Parador.
E anche questo è stato un suggerimento. Del collega di mio marito, stavolta. “Se vuoi fare colpo, France’, portala a dormire in un Parador. E’ molto romantico”. Non che servisse, perché io ero già tutta presa (a distanza di anni si può ammettere), ma è stato molto suggestivo. Per chi non lo sapesse (io non lo sapevo), i Paradores sono alberghi di lusso – calma! numerosi hanno prezzi democratici – e di solito sono fuori dai classici giri turistici. Il primo risale al 1928. La particolarità dei Paradores è la tipologia di costruzione che li ospita: castelli, palazzi d’epoca, ex conventi e monasteri, fortezze. Qui la pagina ufficiale che permette di fare una ricerca delle località in cui si può soggiornare in un Parador.
Insomma, abbiamo dormito dentro le mura che risalgono all’XI secolo. E se scrivo “dentro”, è proprio dentro.
Voi avete soggiornato in un Parador? Come vi siete trovati? Ricordo una colazione abbondante, tipica e dall’offerta molto curata. Mi ero fatta salsiccine piccanti in quantità, in effetti.
Al di fuori delle mura, Ávila non è niente. Quindi rimanete all’interno, passeggiate nella città vecchia, che dal 1985 è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, fate una sosta (pure due) per qualche assaggio di tapas o per un cartoccio di churros bollenti e poi visitate la massiccia Cattedrale e il Convento di Santa Teresa, con la cappella in cui nacque la santa.
VAN CAR says
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valigiaaduepiazze says
Grazie per l’offerta! Ne terremo conto.