Certo, dalla foto non lo direste proprio, eppure ci sono giornate che nascono sbagliate (e allora si sta un po’ allerta) e altre che ingannano perché iniziano bene e all’improvviso si trasformano in un (mezzo) disastro. Mi riferisco ai due giorni (addirittura consecutivi!) che hanno messo alla prova la pazienza già scarsa che abbiamo Francesco e io, ma ancor più, gli ultimi giorni di vacanza di un viaggio che abbiamo amato moltissimo e che sarà argomento di numerosi post. Quello in Irlanda e Irlanda del Nord.
Ávila, dormire in un Parador
Arrivare in macchina ad Ávila di notte è come entrare in una fiaba. Da un momento all’altro, si apre la vallata e là in fondo, sul punto più alto, le mura turrite illuminate. Occhio a non distrarvi, perché è davvero uno spettacolo. Fermatevi a lato della strada e scattate qualche foto, ne vale la pena.
Abbiamo scelto Ávila, a 120 km da Madrid nella regione di Castiglia e León, come meta di uno dei nostri primi viaggi insieme. Perché si può visitare in un paio di giorni (aggiungendo un giro in giornata anche a Toledo, a 140 km, attraversata dal fiume Tajo), perché avevamo trovato un’offerta intelligente con un volo da Roma, perché cadeva bene un ponte e ne abbiamo approfittato, perché siamo andati a trovare una coppia di amici spagnoli di mio marito. Soprattutto perché volevamo visitare la città che ha dato i natali a Santa Teresa d’Avila.
A dire il vero non ci dedichiamo al turismo religioso (si chiama così? se sì, suona male), ma c’è una spiegazione e, forse, anche qualcosa di spirituale. Santa Teresa è il giorno 15 ottobre, giorno di nascita della mia nonna materna a cui io ero molto legata. Ecco perché sua mamma, la bisnonna veneta Maria – mancata centenaria quasi 20 anni fa – è stata sempre devota a Santa Teresa.
Francesco, sebbene non mi conoscesse ancora bene, ha capito al volo (ecco uno dei motivi per cui ci siamo sposati nel giro di tre mesi, ma questo è argomento di un altro capitolo) e così abbiamo organizzato il viaggio.
Volo Roma-Madrid (con Easyjet), Smart affittata – su consiglio del cugino di Francesco – da Pepecar Madrid, proprio in centro città, poi via verso il nostro Parador.