Questa è la mia seconda primavera da quando abito a Roma (la stagione più bella, insieme all’autunno, in particolare per le ottobrate romane) e vengo attratta come un orso dal miele dalle cascate di glicini. A Roma se ne trovano di sontuose e una passeggiata tra i glicini della Capitale si può già organizzare. Seguite queste indicazioni e ne vedrete (e sentirete! – col naso – ) delle belle.
Puglia, un tramonto a Trani – e un’alba a Castel del Monte
Tramonti. Per anni, uscendo dal lavoro, ho avuto la fortuna di vedere ogni sera il Duomo di Milano tinto di rosa. E, sulla strada di casa, il sole calante dietro alle case del Naviglio Grande. Adesso, a Roma, il sole, quando sono a casa, lo vedo tramontare dietro ad un grande parco, scomparire a poco a poco infuocando le punte degli alberi. Vi ho già parlato di un bellissimo tramonto all’Eur. Un altro tramonto che ho nel cuore è quello che vidi una sera a Trani con Francesco.
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Cinque Terre, la Via dell’Amore
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- Il tramonto da Vernazza
La Via dell’Amore non è mai stata molto fortunata. Creata intorno al 1920 per poter costruire il tratto ferroviario (quasi tutto in galleria) La Spezia-Genova, è poi piaciuta così tanto ai liguri e ai turisti che, dopo averla ampliata, è diventata la famosa passeggiata a picco sul mare che collega Riomaggiore e Manarola, due delle Cinque Terre. Però, nella sua breve vita, è rimasta chiusa troppo a lungo. Ogni volta una spiegazione: costi alti, va messa in sicurezza, le priorità del luogo sono altre, le pareti franano. Ed è vero e tutti siamo a conoscenza dell’incidente del settembre del 2012.
Questa bonifica della strada va fatta. Non si può lasciare chiusa la Via dell’Amore, uno dei panorami più belli d’Italia. Non si può lasciare in disparte una zona incantevole della Liguria, che ha sempre richiamato turisti da tutto il mondo.
Ora, se non conoscete questa parte di mare d’Italia, vi mostriamo noi qualche scatto e trarrete voi le conclusioni.
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Milano in movimento
Questa canzone già è bella di suo per New York, riadattata a Milano mi fa venire i brividi.
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Biciclette, bicchieri in mano e case giallo Milano? Siete sui Navigli |
Milano che cambia
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Il Naviglio Grande uscendo da Milano |
Per me un posto non vale l’altro. Anche per mangiare un panino. E non è questione di essere schizzinosi o di fare la preziosa, visto che a Istanbul (spero presto in un post) mi sono divorata un balik ekmek cucinato su una griglia che immagino non sia stata mai pulita (e per questo ha dato un sapore ottimo al pesce) sotto al ponte di Galata.
Torniamo a noi. Anche un semplice pranzo o un tè hanno la loro importanza. Se gustati nel posto giusto, hanno un altro senso.
Io sono una di quelle che si segna i locali di cui legge sfogliando i giornali (strappo le pagine, per essere precisa, perciò casa nostra è invasa da carta – quasi – straccia che solo negli ultimi periodi sto cercando di riordinare in raccoglitori ad hoc) e che fa screenshot del cellulare se trova un indirizzo interessante curiosando su Instagram. Insomma, non vorrei mai perdermi il meglio.
E’ così a Roma, la città in cui viviamo. Ed è così quando torniamo a Milano, la città in cui ho vissuto per tredici anni e dove abbiamo una casa (il mio nido sul Naviglio Grande) come riferimento e soprattutto come base. O anche quando passiamo per Torino, città a cui voglio molto bene (ma questa sarà la storia di altri post).
Torniamo su Milano. Che ogni volta cambia (e che ha sempre qualche novità da propormi).
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La chiesa di San Cristoforo sul Naviglio davanti a casa |
Berlino, cenare nella cupola del Reichstag (e 10 cose da vedere)
Detesto aspettare. Stare in coda.
Soprattutto in vacanza (in realtà sempre). Mi sembra di perdere tempo, di buttare via momenti preziosi che avrei potuto utilizzare in altro modo.
Avete presente quando non ci si muove nemmeno di un passo per minuti che sembrano ore e ci si gira per vedere quanto è aumentata la ressa dietro di noi, per consolarci e trovare una ragione valida nello stare lì, fermi, sperando in una accelerata improvvisa? In questi casi, di solito, l’unica cosa che scorre è il tempo.
Allora basta! Dopo aver rinunciato a vedere alcuni posti (mangiandoci poi le mani), Francesco e io abbiamo imparato a muoverci in anticipo, prenotando ingressi, visite, cene, spettacoli. Ormai si può fare un po’ dappertutto. Anche per il Museo del Louvre, a Parigi, non abbiamo atteso un solo minuto (ho aggiunto questa frase solo per rimandarvi ad un altro post, lo confesso).
Questa premessa per suggerirvi un modo per entrare nella cupola di vetro del Reichstag a Berlino, gratis e sbeffeggiando la fila che si snoda sulle scale che danno in Platz der Republik.
E’ semplice: basta andare a cena nel ristorante del Reichstag. Che non è niente male.
Un giorno di tramontana a Castel Gandolfo
Forse una giornata così fredda e con una tramontana così violenta come quel giorno, non se la ricordavano proprio, i residenti di Castel Gandolfo. E noi, partiti da Roma con qualche nuvola ma anche con 15°, non ci aspettavamo schiaffi gelidi in faccia, appena scesi dalla macchina.
Il giardino segreto di Ninfa
Forse è una lettura più da femmina, ma di sicuro molti di voi negli anni delle medie avranno letto Il giardino segreto, romanzo di inizio Novecento di Frances H. Burnett.
Quando, quell’ottobre, siamo entrati nel Giardino di Ninfa, ho avuto l’impressione di essere stata catapultata tra le pagine di quel vecchio libro, che ancora mi viene sotto mano, a casa dei miei genitori, tra appunti e diari nella mia camera. Ormai venti anni fa e più, mi piacque molto: l’avevo letto alla fine di una estate, quando si è particolarmente malinconici e si stanno per rivedere i compagni di scuola, salutati a giugno e di sicuro cambiati nei tre mesi di lontananza.
Così me l’immaginavo e così l’ho trovato davvero, tra Norma e Sermoneta, nel comune di Cisterna di Latina. A un’ora di macchina da Roma.
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Ho sempre sognato di scattare una foto così |
Appunti su Parigi – a spasso per il Marais
Poco fa.
“Francesco, se ti dico Marais, tu che cosa mi rispondi?”
“Il Marais è molto bello”.
Ok, sembra uno scambio di battute tra una stordita e un superficiale, ma in realtà è davvero così: il Marais è molto bello. E’ la Parigi che ti aspetti di trovare. E’ la Parigi di cui vai alla ricerca, se non conosci questa parte di città (e anche se la conosci, perché è sempre un piacere). Se desideri la Parigi di una volta, la Parigi romantica, quella con i musicisti lungo la strada, con le botteghe degli artigiani (ormai sono più che altro gallerie che vendono pezzi costosi, ma non andiamo troppo per il sottile), con i bistrot che offrono dai vassoi di ostriche affondate nel ghiaccio ai dolci più appetitosi, passando per i piatti alsaziani, ma anche cucina marocchina a base di cous cous, allora vai al Marais. Perché Parigi è un villaggio, lontana dai boulevards e dalla riorganizzazione urbanistica di Haussmann.
Roma, un tramonto all’Eur
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Il Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur, o Colosseo Quadrato |
Troppi giorni di brutto tempo. E poi è tornato pure il freddo (quello portato dal vento gelido che non c’è sciarpa che tenga) e una piemontese/milanese, a Roma, non lo accetta mai. Figurarsi a marzo inoltrato. Tutti a dirmi “altro che Milano, a Roma c’è sempre il sole”. Non credeteci, non è vero. Ma quando c’è, il sole di Roma è proprio bello. E al tramonto spennella tutto di un rosa e di un arancio più intensi. E devi solo restare lì a goderti quello che ti viene regalato.
Facciamola breve. Uscita dal lavoro, avevo bisogno di qualcosa da conservare negli occhi (vi capita? Per me, è un bisogno primario, come mangiare). Di prendere una boccata d’aria. Di gustare il tramonto che stava salutando la Capitale. Ed ero all’Eur.
In quasi due anni di vita romana non mi ero mai avvicinata al Colosseo Quadrato e alla Basilica dei Santi Pietro e Paolo (che io chiamo il San Pietro dell’Eur, ma forse non solo io). Ci passo per lavoro quando si stagliano, enormi e altissimi sopra a tutto il resto, prima del viadotto della Magliana. E basta.
E così ho impostato il navigatore (sì, inizio a girare la città senza un tutore, ma qualche dritta ci vuole), che mi ha accompagnata nel punto più alto della collina e tutto era così verde e ampio che davvero non me l’aspettavo. Non così.
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Mi è sembrato di stare a Londra. Per una volta, Roma mi ha sorpresa con l’ordine |