Metà anni Novanta. Appena avevamo il via libera dei nostri genitori, prendevamo il treno da Alessandria e andavamo a Torino. Eravamo sei, otto o anche di più, dai 14 ai 16, forse 17 anni e ci sembrava un viaggio senza fine, su un treno regionale con gli scompartimenti. Non trovavamo quasi mai posto e per tutta la tratta ce ne stavamo in corridoio, sperando che si liberasse un sedile ribaltabile e che non passasse il carrello bar che ci avrebbe mozzato i piedi. Andavamo a trovare gli amici del mare, per trascorrere mezza giornata insieme, per accorciare le distanze, per far arrivare più in fretta la prossima estate. Scendevamo alla stazione di Torino Porta Nuova che era molto diversa da quella di oggi. Sgangherata, sporca, troppo vuota al di fuori degli orari di punta. Attraversavamo il Giardino Sambuy e iniziava il nostro giro. Avevamo tappe fisse irrinunciabili: il pranzo alla pizzeria Seven Up in via Andrea Doria, dietro a via Cavour, oppure al Mc Donalds sotto i portici di Piazza Castello. E guai a non trascorrere qualche ora da Maschio. Il tempio della musica: 650 metri quadrati su tre piani. Quattro vetrine in un palazzo d’epoca. Aperto dal 1961, nel 2003 ha chiuso i battenti. E io non ho più vent’anni.
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Giappone: i torii rossi del santuario di Fushimi Inari
E’ un lungo biscione di torii rossi che si snoda sulle pendici della montagna omonima. Il santuario di Fushimi Inari, a pochi chilometri da Kyoto, è uno dei simboli del Giappone e uno dei luoghi imperdibili per chi sceglie di organizzare un viaggio nel Sol Levante. E chi ha visto il film Memorie di una geisha – tratto dal romanzo di Arthur Golden – non può avere scordato questa celebre scena.
Un anno di viaggi con Valigia a due piazze
Buon anno di viaggi! E’, questo, l’augurio che vi facciamo da Valigia a due piazze, appena rientrati in Italia dopo un lungo e impegnativo – sotto diversi punti di vista – viaggio in India. Chi ci segue anche su Instagram, ha vissuto giorno per giorno i nostri spostamenti e ha viaggiato insieme a noi da Delhi verso il Rajasthan, poi nell’Uttar Pradesh e nel Madhya Pradesh. Sono di questi giorni le ultime foto che trovate sul profilo Instagram di @laeli o cercando gli hashtag #valigiaaduepiazze e #valigiaaduepiazzeinindia.
Con questo post però vogliamo ripercorrere i consigli di viaggio del 2014 che – ve lo ricordo – non sempre corrispondono a quelli effettivamente realizzati durante lo scorso anno, perché io ho sempre bisogno di raccogliere le idee e di conservare parte delle emozioni provate solo per me prima di raccontarle anche a voi. Qui il post dell’anno scorso.
Messico, Natale ai Caraibi: Playa del Carmen e Tulum
Se avete voglia di fare il pieno di sole in inverno – meglio ancora se per un viaggio a Natale o a Capodanno – una vacanza in quella parte di Messico più sicura e più tranquilla è la scelta ideale. Dicembre e gennaio sono i periodi migliori per andare in Quintana Roo e Yucatan, anche se di solito siamo abituati a chiamare questi due stati messicani con il nome più turistico di Rivera Maya. Su Valigia a due piazze avete già letto molto di Messico, ma ancora non vi abbiamo raccontato della località che abbiamo scelto come base, Playa del Carmen. Immaginatevela come un’appendice dei vicini Stati Uniti d’America. Mi aspettavo molto poco da questa cittadina, invece – pur essendo mille anni luce da quello che è il Messico più tradizionale o, ancor più, l’America Latina – Playa del Carmen è la versione più curata e più piccola di Cancun, ma nello stesso tempo già si può godere già di un bellissimo mar dei Caraibi e, proprio di fronte, è possibile raggiungere l’incantevole isola di Cozumel, anche con una gita in giornata.
Come organizzare un viaggio in Giappone (fai-da-te)
Siete davvero in tanti ad avermi chiesto nelle ultime settimane qualche informazione sul nostro viaggio in Giappone. So che ancora non ho affrontato il tema qui su Valigia a due piazze, ma, come sempre, ho bisogno di conservare prima un viaggio solo per me e Francesco, poi riesco un po’ alla volta a raccogliere le idee, vado a consultare gli appunti e sono pronta per scriverne. Capisco però che siete in molti a partire per il Giappone in occasione delle prossime feste di Natale e Capodanno (e alcuni già sono al lavoro per agosto 2015), ecco perché ho pensato di riassumere le domande che mi avete rivolto – e che spesso sono le stesse – per organizzare un viaggio in Giappone fai-da-te.
New England: Boston, Halloween e foliage
La stagione di Boston è l’autunno. Foliage, zucche ad addobbare l’ingresso delle case, insomma la città si colora di giallo, rosso e arancione. E ci siamo accorti di quanto Halloween sia sentito negli Stati Uniti (potendo, cercate di trascorrerne almeno uno in vita vostra lì) quando, dalla finestra del nostro albergo, la mattina del 31 ottobre abbiamo visto salire sullo scuolabus i bambini travestiti da streghe, scheletri e fantasmi. Eccoli lì, in fila, mano nella mano con le mamme e i papà, poi un veloce saluto e tutti insieme sul pullman giallo per una giornata di divertimento mostruoso prima della serata da trascorrere, bussando di porta in porta, chiedendo Trick or treat?, Dolcetto o scherzetto?
Week end a Marrakech in #4idee (n.9)
E’ un ritmo frenetico, quello a cui vive Marrakech che io, prima di visitarla come inizio di un viaggio on the road, m’immaginavo affollata sì, colorata sì, rumorosa anche, ma così veloce come una metropoli no. Marrakech, a tre ore e mezza di volo da Milano e Roma, è una città che, seppur vasta e labirintica, può essere visitata e goduta anche in un weekend. Con le nostre #4idee su Marrakech vi indichiamo i posti da non perdere o a cui dare la priorità, qualora aveste più tempo a disposizione. La vostra valigia, al ritorno a casa, saprà di datteri, arance, olio di rose, argilla e spezie. E non riuscirete più a contare quante babouches vi siete portati via.
The Shard, la Scheggia nel cielo di Londra
Ha ridisegnato lo skyline di Londra. Ricoperto di vetro per tutti i suoi 310 metri d’altezza, il grattacielo progettato da Renzo Piano, The Shard, infilza, come una spada di ghiaccio spezzata sulla punta, le nuvole più alte. La sua lunga e snella ombra si staglia sulle case, laggiù, sul quartiere di Southwark.
L’ultima volta in cui siamo stati a Londra, la Scheggia sarebbe stata inaugurata di lì a un paio di mesi. Così abbiamo deciso che saremmo tornati apposta, il giorno del mio compleanno, per goderci un tramonto sulla città dalla costruzione più alta dell’Unione Europea (la seconda in Europa, dopo la Mercury City Tower di Mosca).
Monferrato, un tramonto al Bar Chiuso (quando piove)
Il Monferrato è la mia terra. Mi riconosco nei suoi colori, così differenti da stagione a stagione: le spighe di grano e i girasoli, i fiordalisi e i papaveri ai bordi delle strade in estate, i grappoli d’uva con gli acini ormai turgidi e pronti per essere raccolti nel primo autunno, poi arriva la nebbia, nasconde il sole, si fa densa, corposa e rende tutto grigio prima che arrivi la neve e il paesaggio diventi bianco. La primavera è lenta ad arrivare. E’ una stagione che nel Monferrato arriva e se ne va in fretta. Non dura mai tre mesi. Da quando vivo a Roma la primavera copre la maggior parte dell’anno, ho scoperto una stagione nuova. Invece nel Monferrato stenta ad arrivare, si fa desiderare. Le piogge e l’artiglio dell’inverno le agguantano la coda e rallentano il suo arrivo. Mi riconosco negli odori del Monferrato. E tornare ogni volta è davvero sentirsi a casa. E’ una sensazione che ha del primordiale.
Almeno una volta, ogni estate, con gli amici ci incontriamo a Moleto, al Bar Chiuso (quando piove). Il tramonto è l’orario migliore. La sua magia si interrompe con le tenebre. Non c’è più il panorama che spazia sulle colline, i vigneti e i paesi di cui spicca sempre l’alto campanile della chiesa. E arrivano le zanzare. Quindi si scappa e le chiacchiere proseguono nella tappa successiva. Eppure per quelle due ore a cavallo del tramonto, è un posto incredibile e che infonde serenità.
Irlanda del Nord in #4idee (n.6)
Una serata di fine agosto, quando le giornate sono ancora lunghe e l’ultima luce si spalma sul panorama fuori dal finestrino dell’auto. Il passaggio dall’Irlanda all’Irlanda del Nord è stato quasi violento. Lasciavamo le spiagge del Donegal e le incredibili scogliere chiamate Slieve League – in gaelico Sliabh Liag -, i prati verdissimi e brillanti dopo ogni scroscio di pioggia, le pecore bianche dal muso nero che, come su un tessuto a pois, decorano le colline, e poi i trattori (ne contavo almeno una dozzina ogni giorno) e quel mondo che sembrava incantato per entrare, imboccata una curva, nel Regno Unito.
Dove sono i prati con le pecore? Dove sono i castelli da cui aspetti di vedere una fata fare capolino? Dove sono gli arcobaleni così limpidi da scorgerne l’inizio e la fine? Questo post in #4idee è per rassicurarvi sulla bellezza dell’Irlanda del Nord – in particolare della Contea di Antrim – che ha reso meravigliosa anche l’ultima parte del nostro Tour d’Irlanda.