Quando ho aperto la valigia che ci aveva accompagnato per quasi venti giorni nel Sud Est Asiatico, tra Singapore e Indonesia, tra Java e Bali, ricordo come se fosse ora l’esplosione di profumi di oli e di spezie che mi aveva colpito le narici. Come una vertigine. Già era stato difficile lasciare un’isola come Bali che pare davvero fuori dal mondo, ma essere trascinata laggiù all’improvviso era stato davvero un colpo basso. Gli abiti piegati e incastrati l’uno nell’altro insieme ai mille oggetti acquistati durante il viaggio on the road sapevano di mare, di salsedine, di frangipani – il fiore tipico dell’Indonesia, molto dolce ma con un sottofondo leggermente più legnoso. Odoravano di oli per i massaggi, di fiori e di incensi che si utilizzano per le offerte ai templi. Perché Bali è un altare offerto agli dei. Perché a Bali si vive in una fusione tra natura e religione e questi due aspetti della vita si muovono sempre insieme. “Ma voi quando pregate? Avete un giorno dedicato alle cerimonie?”, avevamo chiesto a un ragazzo che da Ubud ci stava accompagnando in aeroporto. “In ogni momento della giornata. Anche adesso, mentre parlo con voi, io sto pregando”.
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Isola di Bali, tramonti esotici in #4idee (n.5)
Quando lasciammo Java per Bali, il primo contatto non fu entusiasmante. Forse iniziavo a sentire la stanchezza delle tante ore tra un volo e l’altro, della marcia serrata dei nostri viaggi. O forse temevo che non avrei ritrovato quella sensazione di inesplorato che aveva pervaso i giorni trascorsi nei dintorni di Yogyakarta. Credevo di aver perduto per tutto il resto della vacanza il clima genuino. In fin dei conti ormai a Bali vanno un po’ tutti. E’ di moda, non ha un costo spropositato (o meglio, la vita laggiù è davvero economica anche per noi italiani, una volta che il volo è stato ammortizzato), dire “ci vediamo a Bali“ non è così assurdo. Io sentivo solo parlare con cadenza milanese. Giuro. Invece Bali mi è rimasta nel cuore e i numerosi motivi per cui mi ha conquistata ve li scriverò in un post dedicato, qui vi faccio venire l’acquolina in bocca con #4idee di tramonti meravigliosi. Ci tengo a dire che gli scatti non sono ritoccati. Insomma, quello che vedete in foto è proprio ciò che ritroverete là, quando deciderete di andare in vacanza in Indonesia. A dirla tutta, io sto chiedendo a Francesco di farci un pensierino, per volare di nuovo laggiù, la prossima estate.
Viaggi, dove siamo andati prima del Covid-19. E dove andremo. Non un bilancio, ma una lista di ricordi (a cui aggiungere i vostri)
L’ultimo ricordo spensierato prima di essere travolti dalla pandemia di Covid-19. L’ultimo viaggio “prima”. Quel viaggio in cui le preoccupazioni potevano andare da “speriamo che non perdano la mia valigia!!” al momento di angoscia del “avrò portato tutto? Ma sì, al massimo faccio shopping appena arrivo a destinazione”, passando per “non peseranno troppo, i bagagli?!”. È cambiato tutto, da allora. Anche chi ha avuto la fortuna – pur con mille accortezze – di organizzarsi la scorsa estate, sa che c’è qualcosa che non tornerà più. E quando c’è chi dice che siamo degli esagerati, che in fin dei conti si tornerà a strusciarsi dal tramonto all’alba al Cavo Paradiso di Mikonos e a prendere un drink assiepati su uno dei rooftop di Manhattan, sì, vero, si farà, ritengo che sarà comunque qualcosa di diverso. In qualche modo si farà. Ma non sarà più come prima. Se il nostro modo di viaggiare è cambiato dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York – e sono trascorsi quasi vent’anni – e il terrorismo ha comportato maggiori controlli di sicurezza rispetto ai quali non si è più tornati indietro – e ciò riguarda più che altro il nostro bagaglio – ora a essere controllato sarà il nostro corpo. Qualcosa da cui noi non ci possiamo separare. Perché forse stiamo portando in giro una bomba di cui siamo all’oscuro. Che potrebbe non toccare noi, ma avere una potenza deflagrante su altri individui più fragili. Di cui dobbiamo prenderci cura. È un nostro dovere.
Sarebbe bello che qui nei commenti o sui social di Valigia a due piazze (Instagram e Facebook) raccogliessimo un diario dell’ultimo viaggio spensierato “prima di”. In attesa di poter tornare a viaggiare con giudizio e rispetto, del nostro prossimo e del Pianeta che ci ospita.
Perché è vero che se vogliamo far parte di una società che sappia assisterci ed essere altruista ed empatica dobbiamo esserlo noi per primi, ma è anche vero che non possiamo negarci pensieri leggeri, con molto tatto verso coloro i quali hanno sofferto e stanno soffrendo sulla loro pelle perdite dovute al Covid-19, così come ci fa solo bene dedicare qualche momento a programmazioni di viaggi futuri, sussurrate sotto voce, a volte appena accennate al nostro partner, all’amica con cui sogniamo di prendere di nuovo il sole d’inverno, al figlio adolescente prima che ci sfugga via per organizzarsi, zaino in spalla, con i suoi compagni.
Elenchiamoli qui, i momenti belli. Gli ultimi ricordi spensierati prima della pandemia. Prima che tutto cambiasse e che il nostro mondo si spostasse dalle aule, dagli uffici, dai ristoranti, dalle spiagge, dalle palestre allo schermo di un computer. Prima che i nostri contatti finissero filtrati dai social e dalle videochiamate. Prima che i nostri sorrisi fossero nascosti dietro a un fazzoletto che ci salva la vita.
Le piscine d’acqua salata più belle del mondo, dall’Australia alla California e in Bretagna
Quel che resta dei Sutro Baths a San Francisco in California, la Bondi Icebergs Pool di Bondi Beach fuori Sydney, in Australia. E che dire della Piscine d’eau de mer di Dinard, in Bretagna? Rocce o muretti che proteggono dal mare aperto, dall’Oceano a volte. Dall’infuriare delle onde, dalle correnti pericolose. Da una parte le acque calme di una piscina d’acqua salata che regala l’adrenalina dell’infrangersi del mare appena oltre un muretto, dall’altra tutto il resto del mondo. Sono luoghi che su di me esercitano un fascino infinito.
Se si cercano le piscine più belle del mondo, magari le piscine a sfioro su una coltivazione di riso o a picco sul mare, piscine panoramiche sospese tra i grattacieli, è sufficiente prenotare un paio di notti in un grande albergo e godere di questa esperienza, come al Marina Bay Sands di Singapore (dove tra l’altro ci sono spesso offerte e il lusso dell’hotel diventa un pochino più abbordabile), oppure a Ubud sull’isola di Bali in Indonesia, ma possiamo rimanere anche più vicini, per esempio la Blue Lagoon con sorgente termale vulcanica a Grindavik in Islanda, la piscina a sfioro sul Mar Egeo del Perivolas Hotel sull’isola di Santorini in Grecia. O, ancora, in Italia, in Costiera Amalfitana dove si trova la piscina dell’Hotel Belmond Caruso all’interno di una dimora dell’XI secolo. Ma in questo articolo sono raccolte, in tre parti diverse mondo e lontanissime tra loro, tre piscine d’acqua salata strappate all’infuriare del mare.
Viaggio in aereo? Ecco come fare il bagaglio a mano perfetto
E’ il momento di partire, ci siamo dedicati a lungo per preparare le valigie che imbarcheremo nella stiva dell’aereo, ma che cosa mettiamo nel bagaglio a mano? Come preparare il bagaglio a mano per l’aereo? Questo è un passaggio (delicato) e fondamentale soprattutto se il mezzo di trasporto che ci porterà a destinazione è un aereo. Infatti in questo caso non avremo a portata di mano tutti i nostri bagagli, ma solo lo stretto indispensabile, che potrebbe servirci anche per diverse ore, in base alla durata del volo, o, nella peggiore delle ipotesi, se le nostre valigie dovessero subire un ritardo o andare smarrite.
Nel mio libro Prête-à-Partir. Tutti i consigli per la viaggiatrice perfetta (Morellini Editore) dedico un capitolo al bagaglio a mano, ma in vista della partenza alla quale molti di voi si stanno apprestando nei prossimi giorni o settimane, diamo uno sguardo insieme ai fondamentali da portare sempre con sé nel modo più organizzato e assennato possibile (insomma, senza cacciare tutto in borsa alla rinfusa all’ultimo momento, rischiando di non trovare più niente). Proseguite a leggere e troverete la guida definitiva delle regole del bagaglio a mano in aereo. Fate confusione sui liquidi e sulle misure del bagaglio a mano? Nessun problema, risolviamo tutto insieme!
In viaggio tutto l’anno con Valigia a due piazze
Gennaio. E’ di nuovo tempo di bilanci e i più golosi, proprio come noi, al ritorno dall’ultimo viaggio durante le vacanze di fine anno, sono già alle prese con Volagratis e Skyscanner – solo per citarne alcuni – per trovare l’offerta per le prossime avventure. Inoltre, lo abbiamo letto con grande interesse, il 2016, con pochi giorni di ferie, concederà a molti di partire per lunghi ponti: oltre a Pasqua che ci regala sempre delle soddisfazioni, il 25 aprile sarà un lunedì, e il 2 giugno un giovedì, con la possibilità, prendendo il venerdì, di organizzare un viaggio di quattro giorni. Il 15 agosto è di nuovo lunedì e il primo novembre è un martedì, quindi alzi la mano chi non ha già pensato di prendere ferie il 31 ottobre, giorno di Halloween, per una fuga d’autunno. E poi, di nuovo, eccoci a dicembre, con un 8 dicembre che arriva di giovedì e concede a chi ruberà venerdì 9, altri quattro giorni pre-natalizi. Allora ripercorriamo l’anno appena concluso con tanti consigli di viaggio e con fotografie che fanno venire voglia di partire subito, senza neanche finire di leggere.
Come organizzare un viaggio in India (quasi) fai-da-te
Un viaggio in India non si affronta come gli altri. Il viaggio in India è molto desiderato, studiato e anche un po’ sofferto visto che per ottenere il visto è necessario munirsi di tanta pazienza. Ma non è solo per questo. Ci sarà chi cercherà di sconsigliarvi di andare in India, con tutti i bei posti che ci sono da visitare nel mondo. E di certo verrete messi a dura prova, una volta là. Dalla povertà, perchè è davvero estrema e andrà a scontrarsi con il benessere non solo dei turisti di passaggio, ma anche di quello delle caste più in alto nella piramide sociale. E dal cibo, perchè – anche se io stranamente sono rimasta indenne – tra spezie e pulizia non sempre ottimale, è facile cadere preda di quella che laggiù chiamano Delhi belly.
Ecco quindi la prima cosa che vi consiglio per organizzare un viaggio in India: siate certi della vostra meta. Non vi sto scoraggiando, tutt’altro. Il viaggio nell’India del Nord, dove siamo stati noi per quasi venti giorni, è un’esperienza a cui penso molto spesso e che spero di ripetere nel nostro giro del mondo, ma bisogna esserne convinti.
AGGIORNATO GENNAIO 2019
Un anno di viaggi con Valigia a due piazze
Buon anno di viaggi! E’, questo, l’augurio che vi facciamo da Valigia a due piazze, appena rientrati in Italia dopo un lungo e impegnativo – sotto diversi punti di vista – viaggio in India. Chi ci segue anche su Instagram, ha vissuto giorno per giorno i nostri spostamenti e ha viaggiato insieme a noi da Delhi verso il Rajasthan, poi nell’Uttar Pradesh e nel Madhya Pradesh. Sono di questi giorni le ultime foto che trovate sul profilo Instagram di @laeli o cercando gli hashtag #valigiaaduepiazze e #valigiaaduepiazzeinindia.
Con questo post però vogliamo ripercorrere i consigli di viaggio del 2014 che – ve lo ricordo – non sempre corrispondono a quelli effettivamente realizzati durante lo scorso anno, perché io ho sempre bisogno di raccogliere le idee e di conservare parte delle emozioni provate solo per me prima di raccontarle anche a voi. Qui il post dell’anno scorso.
Sud-est asiatico: Singapore, lo scalo ideale
Quando andare a Singapore? Sempre. E’ lo scalo ideale per i viaggi nel Sud-est asiatico. Bastano un paio di giorni per visitarla, spezza le lunghe ore di volo ed è moderna e accogliente perché ognuno può trovare ciò che più gli interessa. Architettura ambiziosa, alberghi coloniali, grandi firme, una vasta Chinatown, angoli di verdissima giungla in piena città, giardini avveniristici, templi induisti e la piscina più bella del mondo: la SkyPool del Marina Bay Sands.
Indonesia: l’isola di Java in #4idee (n.7)
Vulcani che fanno capolino dalle nubi, tramonti infuocati che richiamano alla mente sacrifici e danze del Sole, i Buddha che allungano il loro sguardo sulla giungla, frutti colorati che rinfrescano la gola preda dell’umidità, preghiere ad Allah che risuonano dall’alba al tramonto correndo di casa in casa e lungo le strade polverose di una delle isole musulmane più grandi del mondo, Java (Giava). Quando Viviana ci ha consigliato di evitare a tutti i costi di mettere piede a Jakarta perché non ci sarebbe piaciuta (nonostante alcune tra le guide di viaggio più note sostengano che si possano trovare gradevoli corsi d’acqua – sic -), abbiamo seguito la sua indicazione e da Singapore siamo volati in Indonesia atterrando con un volo Tigerair a Yogyakarta (Jogjakarta), che, sull’isola di Java, si trova proprio vicino alle #4idee di cui vi raccontiamo.