Dopo tanto grigio, dopo le ombre cupe che si muovevano rapide nei villaggi di fango (erano bestie o persone?), avevamo bisogno di luce. E quasi ci ha accecati, quella del Taj Mahal. Era stato un lungo viaggio, dal Rajasthan all’Uttar Pradesh. Lasciata Jaipur al mattino, avremmo dovuto percorrere circa 250 chilometri. Purtroppo nell’India del Nord il tempo è dilatato, le strade non sono asfaltate e sono occupate da tori e bufali che si aggirano liberamente. Un villaggio dopo l’altro siamo arrivati ad Agra poco prima del tramonto, l’ora migliore per ammirare il Taj Mahal, la meraviglia dell’India. Per quanto uno se l’immagini da sempre e lo veda in fotografia, non è mai paragonabile alla bellezza del mausoleo dal vivo. Il Taj Mahal è l’edificio più straordinario che io abbia mai visto, puro, candido, dalle proporzioni perfette. Solo l’amore poteva disegnare qualcosa di così speciale.
Lo immaginavo come una piccola bomboniera, una costruzione poco più grande di una tomba. Invece è un mausoleo mastodontico alla realizzazione del quale lavorarono circa 20mila persone provenienti non solo dall’India, ma anche da altri paesi dell’Asia centrale. E gli artigiani più esperti arrivarono dall’Europa per rifinire le pareti di marmo e gli intarsi di pietre semipreziose. Il Taj Mahal brilla, è pulito come se fosse nettato ogni giorno, più volte al giorno, in ogni suo interstizio. Le suole delle scarpe non possono toccare il pavimento circostante, la piattaforma di marmo sul quale poggia la struttura. E così è necessario togliere le proprie scarpe, oppure utilizzare i soprascarpe che sono inclusi nel prezzo del biglietto per gli stranieri.
Lo si intravede fin dall’ingresso, quando, superata la sicurezza, svetta in fondo oltre la grade porta. Il Taj Mahal, però, non è l’unica costruzione di questo grande sito. Ci sono i giardini ornamentali, disposti secondo il modello classico moghul del charbagh: una zona quadrata percorsa da piccoli canali d’acqua perpendicolari tra loro. In quello centrale, quando le fontane non sono in funzione, si può ammirare – come lo abbiamo visto nei libri di scuola – il Taj Mahal riflesso nell’acqua. La piattaforma in marmo da cui si innalza il mausoleo permette al Taj Mahal di avere il cielo come unico sfondo per un colpo d’occhio eccezionale. Al di là, quando si fa il giro dietro alla struttura, c’è il fiume Yamuna. Ogni angolo della piattaforma ha un minareto bianco di oltre 40 metri di altezza. Sono stati costruiti con una leggera pendenza verso l’esterno cosicché, in caso di terremoto, non sarebbero crollati sul Taj Mahal. C’è poi la moschea di arenaria rossa a ovest dell’edificio principale che rappresenta un importante luogo di aggregazione e di preghiera per la comunità musulmana di Agra. A est c’è un edificio gemello, che si specchia nella moschea: è il jawab e la sua costruzione servì per mantenere la simmetria del complesso.
Da bambina avevo un costume di carnevale che era il mio preferito. Bianco lucido, quasi cangiante in sfumature lilla. Troppo rigido, come tutti i travestimenti che sanno sempre di finto. Eppure ne andavo pazza. Forse per il suo copricapo. Sulla scatola c’era scritto Principessa araba di Baghdad, lo ricordo bene, ma quel cappello alto e spumoso, bianco con le impunture argentee era proprio come la cupola del Taj Mahal. Una grande meringa perfetta. E io immaginavo di essere la Principessa del Taj Mahal, quella per cui era stato costruito il palazzo. E la triste storia, più o meno, la conosciamo tutti. Fu eretto per volere di Shah Jahan in memoria della sua seconda moglie, Mumtaz Mahal, morta mentre dava alla luce il loro quattordicesimo figlio. Poco dopo la fine dei lavori, Shah Jahan fu detronizzato dal figlio e rinchiuso in prigione nel forte di Agra, in cui morì, potendo almeno ammirare tra le sbarre, fino alla fine dei suoi giorni, il suo capolavoro. Tra le varie leggende che si sono tramandate, c’è quella del Taj Mahal nero che sarebbe stato progettato da Shaha Jahan per creare la copia in negativo del mausoleo. Avrebbe dovuto essere costruito al di là del fiume Yamuna e ospitare le sue spoglie.
Come visitare il Taj Mahal – il complesso è chiuso il venerdì, perciò attenzione a come organizzate il vostro viaggio. Il sito è aperto dal sabato al giovedì dall’alba al tramonto. Per arrivare all’ingresso bisogna percorrere circa un chilometro e mezzo nei giardini esterni che sono molto sporchi. L’odore degli escrementi dei cammelli dà quasi alla testa, soprattutto nelle giornate calde. Per evitare di camminare lì in mezzo, vi consigliamo di prendere un veloce mezzo economico, come un risciò o un’ape. Gli indiani per entrare al Taj Mahal pagano 20 rupie e la fila per arrivare al blocco della sicurezza è molto lunga e lenta. Gli stranieri hanno una corsia preferenziale, ma l’ingresso costa 750 rupie (poco più di 10 euro). Insieme a queste vi verrà offerta una bottiglietta d’acqua (non potete portare all’interno del sito altre bevande o cibi) e vi saranno consegnati i copriscarpe. Il consiglio è quello di entrare dalla porta meridionale: passerete sotto a un portale in arenaria rossa alto 30 metri sul quale sono incisi alcuni versetti del Corano. E troverete ad accogliervi il Taj Mahal proprio di fronte a voi.
Quando visitare il Taj Mahal – la città di Agra purtroppo, come Delhi, è spesso inglobata in una fitta nebbia, soprattutto al mattino presto. Se volete visitare il Taj Mahal all’alba fatelo solo nella bella stagione, perché d’inverno sarà quasi impossibile scorgerlo. La nebbia di solito si alza dopo le 11 del mattino. L’ora migliore è indubbiamente il tramonto. E’ possibile visitare il sito anche di notte, nelle cinque serate precedenti e successive al plenilunio. In quest’ultimo caso il numero dei visitatori ammessi è limitato e i ticket devono essere acquistati il giorno prima della visita presso l’Archaeological Survey of India che è noto come il Taj Mahal Office.
Da dove ammirare il Taj Mahal – non è sempre possibile accedervi, ma se riuscite a farvi accompagnare da una guida, andate sull’altra sponda del fiume Yamuna, dove si trova il parco moghul Mehta Bagh. Noleggiate un’imbarcazione offrendo 100 rupie (meno di un euro e mezzo) e, dalla sponda meridionale, spingetevi in acqua. Se avete in programma una visita all’Agra Fort, ammirerete anche da lì il Taj Mahal ma in fotografia riuscirete a immortalarlo solo se avete un valido zoom. Prendete qualcosa da bere al Saniya Palace Hotel che ha un caffè sul tetto che guarda verso il Taj Mahal. Scattate le due foto di rito: quella in cui sembra che tocchiate con il dito la punta della cupola del Taj Mahal e quella in cui il mausoleo si riflette nell’acqua del canale.
Se percorrete la strada che da Jaipur vi porta ad Agra, o viceversa, chiedete al vostro driver di fare una sosta nel villaggio di Abhaneri, nello stato indiano del Rajasthan. E’ qui che si trova un gioiello dell’architettura che risale al VII secolo. Si chiama Chand Baori ed è un pozzo a gradini profondo 13 piani o livelli fino a trenta metri di profondità, ove poi si trova l’acqua. Lo volle il re Chand di Abhaneri, da cui il nome, che in questo modo risolse il problema dell’acqua nei mesi di siccità. Il gigantesco pozzo raccoglieva e conservava l’acqua e con i 3500 gradini si poteva scendere a recuperare quella in profondità nei periodi più caldi dell’anno. Inoltre, era possibile abitare all’interno del pozzo per cercare un po’ di refrigerio. Si racconta che il pozzo di Abhaneri – baori è il nome del pozzo nell’India occidentale – sia stato costruito in una sola notte dagli spiriti. Di sicuro qualcosa di magico c’è. Ero stata catapultata in un disegno di Escher.
Per altri suggerimenti sull’India del Nord:
Non ci sono parole, è davvero un incanto! E poi che storia affascinante. Non ci sono mai stata, l’ho visto e rivisto nei documentari ma dal vivo deve essere tutt’altra storia 🙂
Cara Sabrina,
è un luogo che toglie il fiato, come Machu Picchu, pur nella sua diversità. Spero che tu possa andarci un giorno, te lo auguro!
Elisa
Posso chiedere se ci sono stati cambiamenti durante gli anni?
Io andrò a fine maggio a visitarlo, quanto tempo servirà? E’ un buon mese? Ci sono luoghi in cui possiamo lasciare gli zaini o vanno portati dietro?
Elisa, buongiorno! Immagino siate quasi in partenza per l’India. Di solito maggio è l’ultimo mese prima che inizi il periodo delle piogge, per cui dovreste riuscire a cavarvela. Il consiglio è quello di evitare sempre la mattina troppo presto perché di solito c’è la nebbia e quindi il sito non si vede. Se siete dei temerari, potete comunque provare. Avendo noi un driver a cui lasciare le nostre borse/zaini non abbiamo guardato con particolare attenzione a zone in cui lasciare il tutto in modo custodito, ma al Taj Mahal sono organizzati, per cui mi arrischierei a dire che non ci sono problemi. All’ingresso del sito ci saranno i controlli per verificare che non ci sia nulla da mangiare e da bere all’interno di borse e zaini altrimenti fanno gettare tutto. Danno poi loro una piccola bottiglietta d’acqua omaggio.