E’ un lungo biscione di torii rossi che si snoda sulle pendici della montagna omonima. Il santuario di Fushimi Inari, a pochi chilometri da Kyoto, è uno dei simboli del Giappone e uno dei luoghi imperdibili per chi sceglie di organizzare un viaggio nel Sol Levante. E chi ha visto il film Memorie di una geisha – tratto dal romanzo di Arthur Golden – non può avere scordato questa celebre scena.
Arrivati al Fushimi Inari Shrine (o Fushimi Inari Taisha) ci si inoltra sotto le sue porte rosse shintoiste caratteristiche della cultura giapponese come dentro a un tunnel in cui tutto assume una colorazione arancione. Un torii dopo l’altro, uno vicino all’altro, quasi da non lasciare intravedere la natura intorno, il lungo sentiero di oltre quattro chilometri sale fino alla cima del Monte Inari. A momenti sembra di essere stati catturati in una spirale e più si avanza più sembra di essere sempre allo stesso punto.
In Giappone sono circa 40mila i santuari shintoisti dedicati alla divinità Inari e questo – sembra fondato all’inizio dell’VIII secolo – è il più importante di tutti. Non si incontrano solo turisti, quindi, intenti a risalire la montagna, ma anche numerosi fedeli che portano offerte e accendono candele e donne con lo yukata, ma che di sicuro scambierete anche voi per un kimono.
Risalendo l’Inari-yama, si passa sotto migliaia di porte rosse, i torii, donate dai fedeli, così come le statuette in pietra poste ai lati del percorso che raffigurano una volpe seduta. La volpe, infatti, simboleggia il veicolo della divinità Inari, protettore della prosperità e della ricchezza dei raccolti, in particolare del riso. La volpe in Giappone è una creatura sacra e misteriosa, capace di penetrare e di possedere gli esseri umani. Dopo il tramonto è quasi impossibile trovare dei giapponesi che si avventurino sotto le porte rosse di Fushimi Inari perché si crede che la volpe, calato il sole, possa lanciare dei malefici. I torii in alcuni punti si interrompono e lasciano apparire uno spiazzo in cui piccoli chioschi mettono in vendita oggetti per le offerte e per le richieste dei fedeli agli dei. C’è anche chi si sofferma a pregare di fronte alla pietra della fortuna, la fortune teller stone.
A Capodanno sono migliaia i fedeli che si recano al santuario di Fushimi Inari per pregare per ottenere successo sul lavoro. E’ però l’8 aprile, il giorno dedicato alla grande festa del santuario, Sangyo-sai, in occasione della quale si celebrano i riti di preghiera per augurare il successo a tutte le aziende del Giappone.
Fushimi Inari come arrivare – Anche se il santuario si trova fuori città, è molto semplice da raggiungere. Presso la grande e moderna stazione di Kyoto dovete prendere il treno JR della Nara Line e scendere alla stazione Inari. Il viaggio dura poco più di cinque minuti e i treni hanno un’altra frequenza (ma controllate che quello su cui state salendo per Nara fermi anche a Inari – questo link può essere utile). Se avete comprato in Italia il Japan Rail Pass, il vostro viaggio è già compreso. Dalla stazione con pochi passi si arriva al santuario che è segnalato da un gigantesco torii all’ingresso, il Romon Gate.
Fushimi Inari orari – L’ingresso è gratuito e il sito è aperto tutto l’anno dall’alba al tramonto.
Anche qui, come per ogni aspetto della vita giapponese, non mancano le raffigurazioni stile manga, che noi occidentali riserveremmo solo all’ambito del gioco o dello spettacolo. Eppure anche in questo c’è qualcosa di affascinante e sembra quasi che ciò possa avvicinare maggiormente i fedeli a una dimensione più semplice e adatta a tutti della religione. Avremo occasione di notare in altri post come a Tokyo, ad esempio, anche le indicazioni per uffici statali o quelle delle forze dell’ordine in metropolitana sono tutte realizzate come disegni manga.
Ognuno può avere il proprio torii, o da portare a casa come ricordo o, come fanno i giapponesi, scrivendo un desiderio o una speranza alle divinità e appendendolo insieme agli altri all’ingresso del santuario di Fushimi Inari. Anch’io ho scelto il nostro.
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Marco Beltrame says
Essendo stato alla Fushimi Inari Jinja proprio l’anno scorso, devo dire che il resocondo e’ abbastanza completo.
Mi permetto di segnalare, puramente come curosita’, che il film (e libro) “Memorie di una Geisha” (anche se sarebbe piu’ corretto parlare di Geiko) contiene diverse inesattezze, al punto che e’ – paradossalmente – uno dei motivi per cui le Geiko e le Maiko (le apprendiste, se vogliamo chiamarle cosi’) non si vedono tanto in giro.
Per il resto chiarisco che quelle foto che lei chiama “manga” si riferiscono ad un serie televisiva animata andata in onda da Gennaio a Febbraio 2014, chiamata いなり、こんこん、恋いろは (Inari, Konkon, Koi Iroha – Inari, Konkon, gli ABC dell’amore) ispirata dall’omonimo fumetto che e’ appunto ambientata, in parte, nel tempio,
Non deve stupire questa connessione: si tratta di un tipo particolare di turismo che sfrutta la popolarità di certe serie animate per trainare l’economia, ed e’ piuttosto comune, Per esempio, le potrei citare la città do Ooarai, nella prefettura di Ibaraki, che grazie ad una serie televisiva andata in onda un paio di anni fa ha incrementato di molto le visite dei turisti. Altro esempio e’ il tempio Kanda Miyojin a Tokyo, e se mai le capiterà di visitarla provi a dare un’occhiata ai souvenir o alle tavolette ema, notera’ dei “temi” comuni…
valigiaaduepiazze says
Quelle sui fumetti ambientati nei templi sono davvero informazioni interessanti, grazie! A me l’unico fumetto/cartoon che veniva in mente era una delle compagne di Sailor Moon che aiutava (credo il nonno) a custodire un tempio shintoista! Sailor Mars, se non mi sbaglio!
Forse che questo traino al turismo potrebbe essere utile anche da noi? Che cosa ne pensa?
Marco Beltrame says
Intanto inizio con una correzione. Per la fretta ho scritto Fushimi Inari Jinja, ma il nome corretto e’ Fushimi Inari Taisha.
Le dico che Sailormoon e’ ambientato in un quartiere di Tokyo realmente esistente, Azabu 10-ban, a Minato-ku, ed il tempio a cui lei fa riferimento, l’Hikawa Jinja, esiste anch’esso, con l’unica differenza dell’ideogramma “Hi” che nella serie animata era “火” (fuoco) per evidenziare di piu’ l’associazione con l’elemento, nel tempio reale e’ diverso.
Bisogna anche tenere conto che questo tipo di turismo e’ un extra che si rivolge “in piu'”, oltre ai destinatari abituali.
A Kyoto e’ abbastanza normale utilizzarlo anche perche’ non solo la citta’ ospita un museo sui manga e una fiera dell’animazione, ma e’ anche la citta’ natale di uno dei fondatori del fumetto giapponese moderno, Shotaro Ishinomori (che in Italia viene ricordato – per chi ha piu’ di trent’anni – per la serie Cyborg 009, trasmessa nelle reti locali agli inizi degli anni ’80). E di recente questo approccio e’ stato usato anche per cose completamente diverse sempre a Kyoto, creando mascotte per pubblicizzare un nuovo tipo di biglietto unico per i mezzi pubblici (e’ possibile che l’abbia visto in giro).
Inizialmente era una cosa “per iniziati” ma dopo il successo delle visite alla Washinomiya Jinja a Saitama a seguito della trasmissione della serie “Lucky Star” nel 2007, le autorita’ di varie prefetture e citta’ si sono attivate per sfruttare questo tipo di turismo.
Quanto al funzionare da noi…Potrebbe. Pero’ serve anche maggiore interesse da parte delle autorita’ e degli stessi abitanti. Kumamoto, il cui castello e’ stato completamente distrutto a fine ‘800 (solo un torrione e’ reale) ha non solo una mascotte ufficiale e relativo merchandise – Kumamon – ma anche un eccellente servizio di collegamento con bus navetta, ampi spazi ristoro, guide, “attori” vestiti da giapponesi antichi (abbastanza pacchiani, a dire il vero) e una forte valorizzazione del sito. Si potesse fare lo stesso con Pompei, ad esempio….
Se le interessano ulteriori delucidazioni mi faccia sapere.
Alessandro De Fini says
Ore locale Giappone 21:30 30 aprile 2017 buio pesto sono l’unico non giapponese ed è pieno di persone ad ammirare lo spettacolo che offre la vista da wua sopra….
valigiaaduepiazze says
Che meraviglia! Allora nessuna paura del buio e di ciò che può accadere a Fushimi Inari!
Marco says
Fushimi inari è uno dei santuari più interessanti di kyoto … la salita con i torii è faticosa ma vale la fatica … tanta gente, ma nei giorni lavorativi si cammina bene. Da non andare in estate con il caldo umido giapponese … ho scritto un articolo su questo santuario https://www.giappominkia.com/fushimi-inari/
Affascinante sapere che ci sono oltre 40mila santuari Inari in tutto il Giappone e il Fushimi è l’origine di tutti.
valigiaaduepiazze says
Ciao Marco, lascio il tuo commento per cortesia, ma non è corretto che tu spammi il tuo link per farti leggere 🙂
Elisa