Copenaghen. Il pittoresco canale di Nyhavn sul quale si affacciano le casette color pastello, la statua della Sirenetta, i migliori ristoranti del mondo e la cucina tipica, come quella a base di smørrebrød, biciclette e cargo bike (quelle con il trasportino coperto su ruote attaccato davanti per riparare i bambini e di cui in città se ne contano 35mila), gli edifici progettati dagli archistar, tra cui la Opera House, i negozi di design e la città indipendente di Christiania, le tre F – fashion, food and forniture, insomma. Qui, c’è davvero di tutto e per tutti. La capitale danese, inoltre, si è aggiudicata il titolo – istituito nel 2010 dalla Commissione europea – di città più verde d’Europa, European Green Capital 2014, poiché è stata considerata un esempio di sviluppo sostenibile. Noi siamo volati a Copenaghen da Milano un’alba di fine ottobre, nei giorni di Halloween, e siamo rimasti tre giorni. Così compatta e raccolta è facile da girare a piedi e da vivere sin dal primo contatto.
Copenaghen è molto agevole da visitare. Vi accorgerete che è possibile girare l’intero centro storico in mezza giornata. Prendetevela comoda e gironzolate tra le case seicentesche con i tetti spioventi e le deliziose piazzette acciottolate, comprate un mazzo di fiori e una manciata di frutta secca o sedetevi in un caffè riscaldati dai funghi con vista sui canali. Due sono le zone amate dai turisti che restano un po’ fuori mano: la Sirenetta, protagonista di una favola di Hans Christian Andersen, che si trova a nord, verso il porto, e la Città Libera di Christiania, che si trova nel distretto di Christianshavn, ma è comunque facilmente raggiungibile in metro.
Seguiteci nei nostri consigli.
Che cosa vedere – a Copenaghen di sicuro non vi sfuggirà il canale di Nyhavn, con la sua vita brulicante soprattutto di sera e all’aperto in qualsiasi stagione, meteo e temperatura esterna. Sarà la vostra prima meta, se non siete mai stati in città. Da lì potete dirigervi verso l’area pedonale dello Strøget. E’, questo, il cuore della capitale danese. Botteghe, ristoranti di lusso, banchetti di fiori, ma anche negozi vintage e di fumettistica e Illum Bolighus, il tempio dell’arredo casa e dell’arredamento d’autore. E’ a più livelli e si trova in Amagertorv, ma c’è anche Illum abbigliamento, in Østergade. Vi consiglio di fare una sosta nel piccolo laboratorio di pasticceria di Mariam Mistry al numero 32 di Grønnegade, Serenity Cupcakes.
La piazza più bella di Copenaghen è Gråbrødretorv. Quasi nascosta, con un platano centenario al centro e con le facciate perfettamente restaurate delle case, un’atmosfera tranquilla e rilassata, lontano dal via vai dello shopping.
La minuta Sirenetta dall’espressione triste creata dal danese Bjørn Nørgaard nel 2006 – e che è andata a sostituire la statua storica, distrutta e mutilata più volte – è posizionata su una roccia all’imbocco del porto di Copenaghen. The Little Mermaid, o Den Lille Havfrue, è defilata rispetto al centro, ma si può raggiungere a piedi con una passeggiata attraverso lo spazio verde del Kastellet, che in questa stagione troverete in pieno foliage e in una esplosione di colori, oppure da Nyhavn in circa venti minuti e poco più di un chilometro e mezzo superando il Frederiksstaden, il quartiere reale di Copenaghen, e percorrendo Larsens Plads (proprio di fronte all’Opera House) fino a Langelinie. Non aspettatevi indicazioni turistiche perché non ne troverete.
Dove dormire – come sempre, quando vi racconto di nord Europa (qui Amsterdam e Stoccolma), sapete che o si sceglie un ostello o trovare alberghi a prezzi convenienti non è semplice, se volete restare in una zona centrale. Noi abbiamo dormito al Copenaghen Admiral Hotel, un antico granaio riconvertito in bellissimo albergo. A duecento metri dal canale di Nyhavn e di fronte al lembo di mare che separa questa parte della città dall’Opera House che, di sera, si illumina ed è uno spettacolo da non perdere.
Dove mangiare – a Copenaghen la scelta è quasi infinita. Un breve elenco dei ristoranti che ci sono piaciuti di più. Il caldo e accogliente Amalie Restaurant, in Amaliegade, vicino al quartiere reale. Aringa fresca affumicata (assaggiate quella, sublime, macerata nel vino Porto), insalate di pollo e una selezione di acquavite e di grappa locale degna di un re. Ne trovate anche una che profuma di pesce. Attenzione perché, a seconda dei giorni, chiude alle 15.30 o alle 16. Per una cena lussuosa, provate il Salt Restaurant, all’interno del Copenhagen Admiral Hotel. Nella zona pedonale, invece, segnatevi il Restaurant Schønnemann, i cui smørrebrød (una specie di toast aperto o tartina, servito freddo con aringhe, salmone, polpette di carne e altre squisitezze) sono noti a livello internazionale. Anche questo locale chiude presto, alle 17. Se volete rovere posto, vi conviene prenotare anche con una settimana d’anticipo. Smørrebrød e birra da Hvide Lam, in Kultorvet, un fumoso pub dall’atmosfera intima e un po’ trasandata. Al numero 11 dell’affascinante Gråbrødretorv, trovate Peder Oxe, con un grande camino e una cucina in maiolica.
Un paragrafo a sè per Christiania, la cosiddetta città libera ed ex zona militare occupata dagli squatters agli inizi degli anni Settanta. Da allora, nonostante varie controversie, Christiania resta un centro alternativo e indipendente in cui è consentito lo spaccio delle droghe leggere. Questo può significare fare festa, per alcuni. Noi siamo andati a visitarla, ma è bene tenere a mente qualche regola per non disturbare chi vive e lavora nelle baracche e nei magazzini di Christiania. E’ vietato correre, è vietato parlare al cellulare, è vietato (assolutamente vietato!) scattare fotografie. E questo è un peccato perché alcuni murales sono molto belli. In particolare l’area di Pusher Street non è quella che consiglierei di visitare a chiunque. Non perché sia pericolosa, almeno non alla luce del sole, ma perché è triste e sporca, molto sporca. Forse io, prima di andare, mi immaginavo questa Città Libera come un grande e allegro mercato hippy, un po’ sull’onda di Formentera e Ibiza o di Calcata, per restare in Italia, invece non c’è niente di tutto questo (o non ne giorni in cui siamo stati noi) e l’unica cosa in vendita erano i panetti di fumo, a cui non eravamo interessati. Insomma, il tempo di rubare (eh, sì!) due scatti e siamo scappati a gambe levate per cercare di meglio. Christiania si trova in Prinsessegade e potete arrivare con la metro, fermata Christianshavn, oppure con il bus 66.
L’aeroporto di Copenaghen – noi ci siamo spostati in taxi perché dopo la levataccia all’alba a Milano abbiamo preferito coccolarci un po’. Una corsa in centro costa circa 250kr (30 euro) e dura una ventina di minuti. Da Copenaghen Kastrup potete prendere anche il treno che parte sotto il Terminal 3 e arriva in centro (zona ovest) in 12 minuti. La sola andata costa 36kr (5 euro). Arrivati alla stazione centrale, potete salire sui treni locali S-tog che con 13 linee servono il centro e la periferia.
Ora iniziate a sfogliare Tutte le fiabe di Hans Christian Andersen, molte delle quali descrivono reali luoghi della città, e programmate il vostro viaggio.
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