Anche voi vivete a periodi? Io sì, spesso. Ho avuto il momento in cui sono impazzita per l’avocado e lo mangiavo tutti i giorni. Da poco mi è passato il periodo della frutta secca in ogni istante della giornata. Poi è frequente la fase dello stesso autore di libri. Quindi leggo qualsiasi cosa sia stata pubblicata finché mi viene la nausea e abbandono per sempre. E così via. Quella volta c’è stato il periodo del tango. E’ durato circa 7 mesi. Francesco ripeteva spesso che gli sarebbe piaciuto provare, che un po’ di movimento e di disciplina non ci avrebbero fatto male, tutt’altro. Così una sera di settembre gli ho fatto una sorpresa e l’ho portato a lezione di tango. Ecco, giusto qualche mese, siamo partiti convinti e volenterosi, ma poi il periodo del tango è finito. E di bello mi sono rimaste solo queste bellissime scarpe argentine.
Ma torniamo al periodo del tango, in cui ci siamo sentiti dei ballerini. Un po’ impediti, ma pur sempre dei ballerini e quindi tutto ciò che era legato alla danza e alle piste da ballo assumeva un fascino particolare e ci trovata molto coinvolti. Per di più, tornando da lezione, il martedì sera tardi, sulla strada di casa ci siamo imbattuti per oltre un mese nel cartellone pubblicitario di Midnight in Paris, di Woody Allen. Vuoi, poi, che a Capodanno saremmo andati a Parigi (per l’ennesima volta), ci siamo lasciati trascinare in un’aura di magia che la Ville Lumière ben sa coltivare. (Sto arrivando al punto)
E’ stato un attimo fantasticare sulla scena di Midnight in Paris (non ho trovato stralci migliori in rete) ed entrare in fissa con questa location. Esisterà? Possibile che a Parigi non ci sia davvero questa sala da ballo? Dobbiamo andarci assolutamente, è in cima all’elenco, mi raccomando. Speriamo almeno di trovare qualcosa di simile, accidenti. Ebbene sì, esiste. Però, come ogni luogo magico che si rispetti, anche questo non si può visitare ogni volta che si desidera. Non è sempre aperto. Il Museo delle Arti Circensi, in francese Musée des Arts Forains, ha riaperto qualche stagione fa dopo molti anni in cui il suo proprietario, il collezionista Jean-Paul Favand, lo aveva conservato solo per sé. Oggi è eccezionalmente visibile solo una decina di giorni all’anno, di solito tra il 26 dicembre e il 5 gennaio. E poi basta. Devi aspettare il Natale successivo.
Il Musée des Arts Forains è un luogo delle meraviglie per sognatori, innamorati e bambini. Per nonni romantici e adulti curiosi. Mimi e acrobati, maschere, antichi giochi, caroselli d’epoca, specchi e stucchi, lacche e legni dipinti, sirene e unicorni intagliati, spettacoli di luci e musica. E’ un luogo segreto e imperdibile, fuori dai soliti giri dei turisti (sentirete parlare solo in francese!) e trascorrerete qualche ora indimenticabile. All’esterno dei padiglioni, un percorso nel verde, il vischio sotto cui scambiarsi un bacio e una promessa per il nuovo anno, qualche ghiottoneria da assaggiare, tra marroni glassati e barbe à papa, che non è il Barbapapà, nonostante prenda il nome proprio dallo zucchero filato.
Il Museo delle Arti Circensi si trova vicino a Bercy Village, nel XII Arrondissement. Per raggiungere il Pavillon, scendete alla fermata Cour Saint-Émilion della M14 e camminate trecento metri verso Avenue des Terroirs de France. Qui trovate qualche informazione utile sugli orari.
Dal XIX secolo e per oltre cento anni, Bercy è stato uno dei maggiori centri per il commercio del vino, ma, con la scomparsa delle cantine, è diventato un luogo abbandonato, soffocato dalle strade di scorrimento della Gare de Lyon. Oltre 25 anni fa, il quartiere di Bercy fu scelto come sede del villaggio olimpico e, anche se le Olimpiadi furono assegnate ad Atlanta, il progetto fu terminato. Oggi Bercy ospita il più grande cinema d’Europa e la nuova Cinémathèque Française, firmata Frank Gehry. Il parco dedicato a Yitzhak Rabin è una meta cara ai parigini. Si passeggia, si prende il sole, si gode la giornata senza nuvole tra prati verdi e aiuole fiorite, laghetti, sentieri pedonali e piste ciclabili. D’impatto il contrasto con le trasparenze del vetro e i riflessi d’acciaio degli uffici.
C’è un altro spazio romantico e meno conosciuto, a Parigi. Forse a farcelo amare così è stata la protagonista de Il favoloso mondo di Amélie. Si presenta come una commistione di residui di archeologia industriale e di gallerie d’arte, bistrot, piccoli atelier, proprio come Bercy. Due luoghi in cui si è intervenuti con un intervento di recupero edilizio coerente, ben pensato e piacevole da vivere. Si tratta del Canal St Martin, in cui Amélie gioca a fare rimbalzare i sassi sull’acqua.
Il Canal St Martin è un luogo poco conosciuto dai turisti, anche se negli ultimi anni sono in molti ad affacciarsi dal ponte in ferro per ammirare il lavoro meccanico della chiusa. Il sabato e la domenica si organizzano brunch nei locali che si affacciano sul corso d’acqua e potete anche scegliere di percorrere un tratto del canale in battello (crociera prenotabile qui o qui). Il mio consiglio è di arrivare al canale dalla Gare de l’Est (M4, M5, M7 e RER), perché in questo modo si attraversa il bel giardino Villemin.
La passeggiata a filo dell’acqua è lunga circa 3 km. Si superano, come in un percorso all’indietro nel tempo, ponti di ferro, chiuse che si alzano e si abbassano per far passare le chiatte che scivolano lente sull’acqua, viali alberati in cui, nella bella stagione, si organizzano picnic domenicali. Una curiosità: proseguite fino al n.5 di rue de l’Hôpital-Saint-Louis. Lì nel 1911 Vincenzo Peruggia nascose la Gioconda di Leonardo dopo averla rubata al Louvre. Per amor di patria, dichiarò.
Terza meta di questo post, il Beaubourg. In realtà il suo nome è Centro nazionale d’arte e cultura dedicato a George Pompidou, ma per i francesi è Beaubourg, ossia ironicamente bel villaggio. Zona malfamata per eccellenza, sorgeva qui il grande mercato ortofrutticolo del centro di Parigi, Les Halles, poi demolito e spostato in periferia. Dalla fine degli anni Settanta, il Centre Pompidou – realizzato su progetto di Richard Rogers e Renzo Piano – è uno spazio polivalente di musica, arte, spettacolo. Ed è opera d’arte già il suo aspetto esteriore, in cui sono lasciati visibili e scoperte tutte le strutture tecniche e funzionali. L’interno, è, così, uno spazio libero e completamente fruibile. Da non perdere, anche se certo non è a buon mercato, il bar/ristorante all’ultimo piano, Les Georges, da cui si spazia quasi a 360° su una Parigi illuminata e incantata.
A pochi passi, la Fontaine Stravinsky, nota anche come Fontaine des Automates per le sue opere meccaniche, che rievoca le musiche del compositore russo cui è dedicata. Sono 16 sculture che si animano con la pressione dell’acqua.
A un paio di centinaia di metri si trova Boulevard de Sébastopol, subito alle spalle di rue de Rivoli. Percorrete le traverse e i vicoli poco illuminati, là sotto quella luce viola e grigia d’inverno, in una Parigi sulla quale sembra sempre che stia per nevicare. Se vi piacciono i negozietti di antiquari e artigiani con qualche tocco di moda e gioielleria vintage e non siete attratti dalle grandi firme, queste sono le strade che fanno per voi.
Anche voi sentite un richiamo parigino particolarmente intenso nel periodo natalizio?
Tre suggerimenti. Per una guida, sfogliate la Chat@win edita da Rizzoli, che a noi ha regalato molti spunti. Per una lettura, Da Parigi alla luna di Adam Gopnik. Gustatevi le pagine dei racconti di Natale e la difficoltà dell’autore, americano a Parigi, con le luci per decorare l’albero. Per tornare indietro alla Parigi degli anni Venti, L’ultima volta che vidi Parigi di F. S. Fitzgerald.
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demetrio says
SI SCRIVE FORAINS E NON FOREINS COME LEI LO HA SCRITTO BEN TRE VOLTE…..COMUNQUE UN BUON ARICOLO CON BELLE FOTO
valigiaaduepiazze says
E lei ha ragione, signor Demetrio! Grazie!
Emanuele says
Non sarà un errore di ortografia a fermarti?..
Io con il mio tema da infarto per il mio Prof.. non mi sono fermato!
Prendo spunto da Francia perché Sto guardando lapremiazione del Festival de Cannes e ci sono anche stato zia ad aprile!!!
Vi voglio bene e tu come lei siete le mie eroine!
valigiaaduepiazze says
Sei stato al Festival di Cannes?! Che bello! Ti è piaciuto? Noi abbiamo ricordo meravigliosi del nostro festival, ormai 15 anni fa.