Il Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur, o Colosseo Quadrato |
Troppi giorni di brutto tempo. E poi è tornato pure il freddo (quello portato dal vento gelido che non c’è sciarpa che tenga) e una piemontese/milanese, a Roma, non lo accetta mai. Figurarsi a marzo inoltrato. Tutti a dirmi “altro che Milano, a Roma c’è sempre il sole”. Non credeteci, non è vero. Ma quando c’è, il sole di Roma è proprio bello. E al tramonto spennella tutto di un rosa e di un arancio più intensi. E devi solo restare lì a goderti quello che ti viene regalato.
Facciamola breve. Uscita dal lavoro, avevo bisogno di qualcosa da conservare negli occhi (vi capita? Per me, è un bisogno primario, come mangiare). Di prendere una boccata d’aria. Di gustare il tramonto che stava salutando la Capitale. Ed ero all’Eur.
In quasi due anni di vita romana non mi ero mai avvicinata al Colosseo Quadrato e alla Basilica dei Santi Pietro e Paolo (che io chiamo il San Pietro dell’Eur, ma forse non solo io). Ci passo per lavoro quando si stagliano, enormi e altissimi sopra a tutto il resto, prima del viadotto della Magliana. E basta.
E così ho impostato il navigatore (sì, inizio a girare la città senza un tutore, ma qualche dritta ci vuole), che mi ha accompagnata nel punto più alto della collina e tutto era così verde e ampio che davvero non me l’aspettavo. Non così.
Mi è sembrato di stare a Londra. Per una volta, Roma mi ha sorpresa con l’ordine |