Parigi e un tour per la città seguendo i passi svelti di Amélie. E’ qui che andremo, in una città che conosco bene e proprio per questo va vista ogni volta sotto una nuova angolazione.
Le città che già conosciamo devono essere osservate ogni volta da un nuovo punto di vista. Metto in pratica questa modalità anche a Milano e a Roma, le città in cui si svolge la mia vita, così che io mi possa sempre sentire una viaggiatrice, anche solo per un nuovo dettaglio che entra nel mio spazio visivo e che può diventare uno spunto per una foto o per uno stimolo, un’idea di lavoro.
Ecco perché Amélie, perché la protagonista del film di Jean-Pierre Jeunet, che certo tutti conosciamo e non è da poco uscito al cinema, ogni volta che è trasmesso in televisione cattura la nostra attenzione perché ha diversi livelli di lettura ed è così veloce che solo rivederlo più di una volta ci consente di catturarne tutti i dettagli.
L’ultima volta che sono stata a Parigi (per correre una entusiasmante 10K che si snodava tra le strade del centro della Ville Lumière) ho seguito passo dopo passo le tracce di Amélie, per gustare la città grazie ai suoi vispi e grandi occhi neri.
=> Su Instagram in molti sono impazziti per lo scatto in apertura, vi svelerò più avanti come e dove scattarlo.
Parigi è una delle città più suggestive del mondo, un set a cielo aperto, come New York, Roma e Londra: a seconda di come le si osservi, cambiano completamente il contesto di un film e comunicano un messaggio differente. Amélie Poulaine ci accompagna in una Parigi magica, tinta di colori pastello e di certo bizzarra.
Noi abbiamo fatto base ai confini di Pigalle, da cui c’è una breve e piacevole passeggiata in salita per raggiungere il cuore del set del film con Audrey Tatou, Montmartre, la collina a nord di Parigi e centro della vita bohémienne durante la Belle Epoque. La fermata del metrò è Abbesses, sulla linea 12. A pochi passi, tra i negozi di pesce fresco e di fiori, ma anche immersi nel profumo del pollo allo spiedo, si trova il bar in cui lavora Amélie e che è davvero come lo vedete sempre nel film: si chiama Café des Deux Moulins e si trova in rue Lepic.
=> TIPS/1
Proprio alle spalle dell’uscita del metrò Abbesses, non perdetevi il muro dei ti amo, Le mur des Je T’Aime, opera progettata dall’artista Frédéric Baron con la collaborazione di Claire Kito. E’ un muro di dieci metri per quattro in cui sono stati scritti 311 Ti Amo nelle lingue e nei dialetti del mondo, tra cui tutte quelle dei 192 stati membri dell’ONU.
=> TIPS/2
Se la vostra passeggiata inizia o termina a Pigalle (qui siamo a due passi dal Moulin Rouge), fate una sosta al Musée de la Vie Romantique, all’interno di un hotel particolare che un tempo apparteneva al pittore Ary Scheffer. Qui sono stati ospitati Delacroix e Chopin, esponenti della scena romantica parigina e internazionale. Se non desiderate entrare nel museo o siete di fretta, potete comunque curiosare nel giardino.
In rue des Trois Frères, al numero 56, c’è Au Marche de La Butte, il negozio di frutta e verdura del signor Collignon.
Salendo verso la cima di Montmartre si possono guastare tutte le strade e i vicoli in fiore in primavera e lo straordinario foliage nei mesi autunnali. Arrampicatevi con lentezza, fermandovi nei punti più caratteristici per non perdere nessuno degli scorci che questo angolo di Parigi regala, puntando sempre verso place du Tertre di cui vi ho raccontato qui, con i suoi pittori e i tavolini dei bar all’aperto.
Scattate una foto di fronte alla giostra di cavalli vintage in Place Saint-Pierre e poi raggiungete la Basilica del Sacro Cuore.
=> TIPS/3
Ecco lo scatto di cui siete curiosi. E’ stato scattato utilizzando come orizzonte la collina subito ai piedi della Basilica del Sacro Cuore e, così, sembra che la casa sia pendente.
=> TIPS/4
Sapete che l’ultimo vigneto nel cuore di Parigi si trova a Montmartre? Si trova alle spalle della Basilica del Sacro Cuore, in rue Cortot e in rue Saint-Vincent. Si tratta di una vigna ripiantata nel 1933, ma in realtà qui la collina coltivata a vigneto risale al Medioevo e sono prodotte uve di Pinot Noir e di Gamay, producendo circa un migliaio di bottiglie. La festa della vendemmia è fissata per tradizione il secondo sabato di ottobre.
Spostiamoci lungo la Senna, perché ritroviamo Amélie al Pont des Arts, non lontano dal Louvre.
Uno dei quartieri più amati dai parigini e che da qualche tempo è diventato fulcro della vita degli hipster della capitale francese è nella zona est della città, il Canal St. Martin. Confesso che, se ho tempo, ci passo ogni volta che torno a Parigi perché è un luogo che mi ricorda i navigli milanesi, ma nello stesso tempo sembra quasi di essere in un borgo di campagna. Nella giornata di domenica, si arriva qui per fare un brunch in compagnia. E qui è anche stata girata una delle scene iconiche del film, quando Amélie fa rimbalzare i sassi sull’acqua dall’alto del ponte in ferro. Fermatevi per un po’, almeno quel tanto che basta per veder arrivare il battello e il gioco di piene e dighe per permettergli di passare.
Le stazioni più comode del metrò per arrivare al Canal St Martin sono Jaurès e Gare de l’Est, attraversando Jardin Villemin.
Per altri spunti su Parigi, potete leggere:
- Appunti su Parigi – a spasso per il Marais
- Appunti su Parigi – tra l’Ile de la Cité, il Quartiere Latino e Saint-Germain-des-Prés
- Appunti su Parigi – Musée des Arts Forains, Canal St Martin, Beaubourg
- Le piazze di Parigi in #4idee
- La La Land: i luoghi del film alla scoperta di Los Angeles (e di Parigi)
Anita says
Amélie Poulain, non Poulaine, eh che cavolo! Per il resto reportage simpatico anche se un po’ convenzionale, che traduce bene l’atmosfera di Montmartre.
valigiaaduepiazze says
Il cognome della protagonista è stato rapidamente corretto, grazie, per il resto le auguro di non scrivere mai nulla di convenzionale. Poi, convenzionale che c’entra? Convenzione rispetto a che cosa?
Elisa
Auramaga says
abito a parigi da 10 anni.
Quando sono arrivata era magnifica…
ma oggi… abbiamo paura ad uscire di casa perche’ gli arabi ed i neri ci odiano, ci aggrediscono verbalmente e fisicamente.
Abbiamo paura ad andare al ristorante che infatti sono mezzi vuoti… perche’ abbiamo paura che vengano a spararci.
A scuoal i miei due figli italiani sono accompagnati da altri 2 portoghesi ed una bimba vietnamita. Il resto della loro classe e’ composta di arabi e neri che parlano tra di loro in arabo tra le lezioni, giocano tra loro in arabo e li isolano.
Inutile per i miei figli cercare di avvicinarsi… e poi visto che i loro parenti sono nella droga, nella violenza e nella prostituzione… forse e’ meglio cosi’.
ah… vivo nel quartiere finanziario di parigi dove gli affitti costano costano 1200e per un 40m2.
Eh si perche’ io devo pagare l’affitto ma a loro e’ lo stato francese che lo paga…
Vorrei solo andarmene ma non so dove perche’ dopo 10 anni d’azienda non saprei come trovare un altro lavoro
Al lavoro durante il ramadan restiamo in 3.
Infatti siamo io italiana, una ebrea ed una francese (con il nonno algerino).
Gli altri tutti mussulmani.
Non vi e’ piu’ nessuna multiculturalita’
valigiaaduepiazze says
Grazie per la sua esperienza, Francesca. Io ho alcune amiche che vivono a Parigi e me la raccontano diversa, nel loro quotidiano. Io vado spesso, ma certo è diverso dal vivere la città. Di solito non amo pensare ai musulmani come al male sulla Terra, perché io non credo che sia così. Però comprendo bene che ci siano stati alcuni gravi episodi che l’hanno fatta sentire non tutelata e non protetta e non sicura per i suoi figli, questo mi spiace molto.
Elisa
DENB says
(Complimenti per l’articolo, molto bello)
Preferisco pensare sia uno scherzo… Io sono francese, parigina cresciuta a Bobigny nella perfieria detta “pericolosa” (grazie i media!).
Sarei curiosa di sapere dove abita, dove i suoi figli vanno a scuola? “abbiamo paura che vengano a spararci” ??? “sono nella droga, nella violenza e nella prostituzione” ????? Mica siamo a Caracas o in Siria… Ho vissuto a Roma ed in tanti altri posti in vari paesi. Una città cosi sicura come Parigi non l’ho mai vista. Mi dispiace leggere questi commenti, veramente… 🙁
patrizia lorenzini says
Buongiorno!
Si scrive Poulain…..
Les poulaines erano scarpe medievali….
Cordiali saluti
valigiaaduepiazze says
E ha ragione, signora Patricia! Infatti dev’essere stata una bella svista, la mia. Grazie 🙂
Elisa
serena valori says
ciao, sarò a Parigi il prossimo weekend per la prima volta.
Cercavo proprio il luogo in cui fu girata la scena del parco/giostra e c’era quella bella scalinata, grazie mille!!!
valigiaaduepiazze says
Che bello, Serena, sono contenta che il post ti sia stato utile! Buon viaggio!
Elisa