La morbidezza della pelliccia e il profumo di eucalipto. Sono questi i due ricordi che non ti abbandonano più, dopo aver provato l’emozione di abbracciare un koala. L’Australia, terra immensa e dalla natura selvaggia e così diversa da quella in cui siamo abituati a vivere ed esplorare, affascina per i suoi animali selvatici. Terra di canguri e di koala, ma anche di coccodrilli e di petauri dello zucchero, di echidne e di vombati, di diavoli di Tasmania, di dingos, di wallaby e di numerosi altri marsupiali. Il desiderio, quando si mette piede per la prima volta in Australia, è quello di dare da mangiare ai canguri e di vederli saltare nelle sterminate praterie, ma soprattutto è quello di tenere tra le braccia un koala, quell’orsetto con gli occhi piccoli e a mandorla, con le orecchie pelose e gli artigli nelle zampe. Purtroppo non tutti i parchi permettono di prendere in braccio il koala, ma solo accarezzarlo o nutrirlo offrendogli qualche ramoscello di eucalipto. E quelli che si possono incontrate lungo le strade, per esempio di Kangaroo Island o della Great Ocean Road nello Stato di Victoria, non si fanno avvicinare e comunque sarebbe proibito toccarli.
Me l’immaginavo con il pelo un po’ duro e ispido e puzzolente, come quell’odore acre che colpisce le narici quando si entra in un negozio di animali non troppo pulito o in un parco in cui gli la fauna in cattività non è curata come meriterebbe. Invece, appena me lo hanno messo vicino, ha iniziato a salirmi addosso e ad aggrapparsi a me con quegli artigli e quei movimenti goffi. Io l’ho afferrato come un bambino, sostenendolo sotto quel sedere troppo grande, per fornirgli un appoggio, ma non l’ho mai stretto, sono rimasta immobile, come mi hanno consigliato le guide del parco che si occupano dei koala (credo che facciano uno dei lavori più belli del mondo). Prima di avvicinarsi al koala – che è disponibile solo per una mezz’ora o poco più, poi viene sostituito, per non farlo innervosire e stancare – si indossa un giaccone pesante di velluto verde che all’animale ricorda il tronco dell’albero su cui è solito arrampicarsi, l’eucalipto. E poi la sorpresa dell’alito, quel profumo balsamico, come se avesse avuto in bocca una caramella. Il koala si ciba solo di eucalipto che ha le foglie velenose, ma questo marsupiale si è adattato a digerirlo, anche se ci impiega molte ore. Se il koala avesse la dolcezza del cane, ma anche del gatto quando si struscia contro le gambe del padrone, sarebbe l’animale da compagnia perfetto. Purtroppo siamo noi a volerlo abbracciare, ma lui se ne infischia e resta impassibile.
Ci siamo informati attentamente, prima di organizzare il nostro viaggio in Australia. Avremmo dovuto prendere numerosi voli interni e tutta era programmato minuto per minuto. Non volevamo sbagliare, così da essere certi di poter tenere in braccio il koala. La nostra scelta, tra le varie (e comunque poche) opzioni è caduta sul Cleland Wildlife Park a pochi chilometri da Adelaide, sulle colline che circondano la città, nello Stato South Australia. Per quanto il Cleland sia un parco tenuto benissimo e con vaste aree destinate alla vita degli animali, questi sono pur sempre tenuti in cattività e io temevo molto l’effetto circo o parco dei divertimenti. Invece al Cleland hanno saputo lasciare spazio alla fauna nel modo più naturale possibile. Il verde di quel giorno quasi senza sole e molto freddo lo ricordo bene, come i sacchetti di cibo (date solo quello che vendono nei parchi!) per i marsupiali, la prima volta che un wallaby mi ha preso la mano tra le sue zampe per essere più comodo per sfamarsi, come i grandi canguri che dormono sotto gli alberi, coricati sull’erba come faremmo noi dopo un abbondante picnic.
Al Cleland potete assistere al pasto dei pappagallini colorati, potete sbirciare che cosa fa il vombato (che però nell’inverno australe è chiuso al caldo in un cunicolo con il vetro che vi permette di guardarlo) e come corre sempre intorno allo stesso punto il diavolo di Tasmania, come impazzito. E poi ci sono gli orari in cui è possibile nutrire e accarezzare gratuitamente il koala (io ho accarezzato una giovane koala di quattro anni, Brownie) e circa mezz’ora in cui, pagando un sovrapprezzo, tenere tra le braccia un koala. Quando entrate nel parco, è tutto spiegato con chiarezza e potete organizzare la vostra giornata. Se gli orari non cambiano di frequente, il momento in cui si può abbracciare il koala è dopo pranzo, intorno alle 14. L’ingresso al Cleland costa 25 dollari australiani, circa 18 euro. Abbracciare il koala ha un costo 30 dollari, poco più di 21 euro. Qui tutti i prezzi e i pacchetti.
I canguri sono degli animali straordinari. Questo cucciolo è uscito tutto stropicciato dal marsupio della madre e per un po’ ha saltellato anchilosato (guardate dove tiene le zampe, quasi sopra la sua stessa testa, nelle prime immagini) e poi ha abbracciato la mamma per cercare di convincerla a farsi riprendere nel marsupio. La sequenza di questa scena incredibile è in un video sul mio profilo Instagram, cercando il tag #valigiaaduepiazzeinaustralia.
Seguite le indicazioni che vi danno gli addetti del parco: ci sono tante razze differenti di canguri e ad alcune è consigliato non avvicinarsi troppo e non infastidirle. I più piccoli, come questi, invece vi verranno vicino per prendersi un po’ di mangime dalle vostre mani. E’ un luogo ideale anche per i bambini, ma bisogna sempre fare attenzione a come ci si comporta e al rispetto per gli animali che vivono al Cleland.
I potoroo sono molto golosi e anche se sembrano dei toponi, sono dei simpatici mini marsupiali. Vi seguiranno in tutto il parco pur di avere un po’ di cibo. Sorvoliamo su quanto cibo ho acquistato per una giornata al Cleland.
Il Cleland Wildlife Park si trova a venti minuti di strada dal centro di Adelaide, al 365 di Mount Lofty Summit Road, Crafers. Potete anche programmare il trasporto con i mezzi pubblici e studiare l’itinerario da seguire cliccando qui e impostando Stop 27 – Cleland Wildlife Park come destinazione.
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