Guglie, alti pinnacoli, scale in pendenza e stretti passaggi. Santi in preghiera, musici, angeli con la spada. Doccioni sporgenti e gargoyles mostruosi. Salire sulle terrazze del Duomo di Milano è come entrare in punta di piedi in un mondo parallelo, fatto di storie dal passato, di religione e di fantasia. E’ salire verso il cielo, avvicinandosi un po’ di più alla Madonnina, abbracciando con lo sguardo la città. Io mancavo lassù da trent’anni esatti.
Lo abbiamo deciso in una domenica mattina di bel tempo, per riuscire a vedere i grattacieli che brillano lungo il nuovo skyline, le cime delle montagne ancora innevate, per goderci un po’ di sole sul tetto pendente della cattedrale di Milano.
Il Duomo per i milanesi non è solo un accessorio. Fa parte della loro vita. Piazza del Duomo è il cuore di Milano e punto di ritrovo per chiunque passi in città: per chi ci è nato, per chi ci arriva saltuariamente, per chi ci studia o lavora solo per qualche anno. Ci vediamo in Duomo. A Roma, mica si dice: Ci vediamo al Colosseo.
Non si attraversa Piazza del Duomo senza aver rivolto uno sguardo – e un pensiero – alle guglie della imponente chiesa in stile gotico, anche solo per scoprire quale tonalità esse abbiano assunto sotto la luce in quell’istante: a seconda di come il sole filtra tra le nuvole, il marmo di Candoglia con cui è costruito il Duomo muta il suo colore. Rosa all’alba, arancione caldo al tramonto, grigio piombo con la neve, bianco nell’ora blu di una giornata di cielo sereno.
E poi, lassù in cima, c’è la Madonnina in rame dorato che per tanto tempo è rimasta ingabbiata nelle impalcature, indispensabili per far tornare la cattedrale di Milano al suo originario splendore in vista dell’inaugurazione di Expo 2015, tra meno di un mese. O mia bela Madunina che te brillet de lontan tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan sota a ti se viv la vita, se sta mai coi man in man. E’ parte del testo di O mia bela Madunina scritta da Giovanni d’Anzi nel 1935 e conosciuta da tutti, almeno nel suo ritornello.
Per vederla un poco più da vicino basta salire sulle Terrazze del Duomo di Milano, avvicinandosi ai 108,50 metri di altezza a cui si trova, sulla guglia maggiore del Duomo, la statua della Madonna Assunta di Giuseppe Perego, alta quattro metri e sedici centimetri.
Alle Terrazze si può accedere dopo avere comprato il biglietto presso il botteghino sul lato destro della cattedrale. Gli sportelli sono due, quindi non fatevi scoraggiare dalla coda e invitate anche le altre persone in attesa a rivolgersi al personale della cassa numero due. Il costo è di 12,00 euro a persona se si sale e scende con l’ascensore che si trova all’esterno della chiesa, sul fondo del lato destro. Soli 7,00 euro per chi se la sente di affrontare la salita e la discesa a piedi. Gli orari di aperura sono dalle 9.00 alle 18.30, con ultima salita alle 18.00. Nel periodo estivo, l’orario potrebbe prolungarsi nel fine settimana, quindi il consiglio è quello di curiosare sul sito.
Il tetto del Duomo permette di passeggiare tra le guglie e tra suggestivi scorci della città. La vista spazia sulla vicina Torre Velasca e sul campanile della chiesa di San Gottardo in Corte e, sul lato opposto, verso la Rinascente, sui nuovi grattacieli della zona Garibaldi/Repubblica. Se è una giornata senza foschia, avrete anche le montagne innevate intorno a voi.
Tre curiosità.
La storia del Duomo è da sempre legata alla generosità di grandi famiglie e illustri mecenati. La Veneranda Fabbrica propone Adotta una Guglia, unendo il proprio nome a una delle 135 guglie del Duomo di Milano. Le guglie sono elementi architettonici e decorativi molto fragili e richiedono costanti cure e complessi interventi per essere messe in sicurezza. Per i dettagli, consultate il sito.
Se volete vedere il Duomo proprio dirimpetto a voi, potete andare a pranzo o a cena nei ristoranti dell’ultimo piano della Rinascente. Le signore possono anche regalarsi un taglio e una piega vista guglie dal salone di Aldo Coppola. Un’altra bellissima veduta della cattedrale gotica si gode dal Ristorante Giacomo Arengario, all’interno del Museo del Novecento.
Perché si dice a ufo? Il trasporto del materiale a Milano da Candoglia avveniva dal fiume Toce al Lago Maggiore, lungo il Ticino e il Naviglio Grande e poi dentro alla città fino alla darsena di Sant’Eustorgio. Attraverso il sistema di chiuse, realizzato dalla Fabbrica, arrivava fino al Laghetto, oggi Via Laghetto, a poche centinaia di metri dal cantiere del Duomo. Entrando in città, i barcaioli utilizzavano la parola d’ordine AUF, Ad usum fabricae, per non pagare il pedaggio. Ne è rimasta traccia nell’espressione a ufo, gratis.
albs says
Com’è milano dalle guglie del duomo? brutta come dal piano terra!
valigiaaduepiazze says
Ma lei ci è mai salito?
Stexxx says
Città splendida e di grande fascino. Sul tetto del Duomo non sono ancora salita, lo farò senz’altro la prossima volta che verrò nella città meneghina.
valigiaaduepiazze says
Da inserire tra le priorità, Paola! Poi raccontaci la tua esperienza.
Galerius says
Il Duomo è una costruzione fantastica, basterebbero queste foto a decretarlo.
Non ho mai visitato Milano – ci sono sempre solo passato in treno, diretto a Venezia – ma se mai mi decidessi, be’, consacrerei al Duomo gran parte della mia visita.
valigiaaduepiazze says
E farebbe davvero bene! L’Expo potrebbe essere l’occasione giusta per fare una visita a Milano.
goodnightandtravelwell says
Non si è veramente vista Milano se non si è saliti sul tetto del Duomo 🙂 E’ stupendo e ne vale veramente la pena 🙂
valigiaaduepiazze says
Ciao! Raccontaci com’è andata lassù!