Della pioggia te ne freghi, perché a Saluzzo puoi passeggiare sotto i portici. Poi apri l’ombrello e sali sulla collina, fino alla parte vecchia della città. Perché è tutto un salire e scendere, lungo la valle, per cambiare prospettiva. Abbiamo camminato in mezzo alle nuvole e le abbiamo respirate, umide e gonfie d’acqua, al Colle dell’Agnello, a 2744 metri, là dove dall’Italia si va in Francia e lo sguardo spazia, al cospetto del Monviso – il Re di Pietra – sul Queyras. Nuvole che corrono veloci, si sfaldano e inghiottiscono la vetta di una montagna. I paesi con le case dai tetti in ardesia emergono a fatica dalla nebbia e, sebbene sia estate, viene subito il desiderio di sentire profumo di leccornia cotta nel forno a legna. Le #4idee di Valigia a due piazze raccontano della Valle Varaita, in provincia di Cuneo, ai piedi delle Alpi Cozie.
#4idee per chi ama la montagna d’estate, per chi vuole tenersi in forma con il trekking, le camminate e la bici. #4idee per chi vuole respirare aria buona e concedersi qualche delizia per il palato. #4idee per conoscere quella parte di Piemonte di cui si parla meno e che è ora di scoprire perché è ricca di bellezze naturali e culturali.
idea 1 – Mancavo da Saluzzo da oltre quindici anni e, qui, ammetto pubblicamente che due sono i ricordi che mi sono portata nel cuore: i suoi bei portici e gli gnocchi al Castelmagno. Ecco, ho scoperto che c’è anche altro, ad esempio Saluzzo vecchia, che, arroccata su una collina, sta a osservare la città sottostante e le vaste coltivazioni di mele (anche di questo non avevo memoria). Saluzzo, quasi al confine tra la pianura e la valle, sa di quel tempo andato che tanto ci piace riscoprire oggi. Dalle vie del centro, si inizia a salire, a volte lungo strade acciottolate un po’ più ripide, altre seguendo curve più dolci, posando lo sguardo ora sul panorama, ora invece sugli antichi edifici ornati da decorazioni. Arrivate alla chiesa di San Giovanni, splendido esempio di gotico italiano dei primi decenni del Trecento, che conserva la cappella funeraria dei Marchesi di Saluzzo. L’antico convento è stato trasformato in un suggestivo resort ed è ancora possibile pranzare nella sala affrescata dell’antico refettorio. Se siete curiosi, cliccate il San Giovanni Resort.
Un consiglio goloso: regalatevi un pasto tipico all’Antica Trattoria Due Cavalli di Saluzzo. Cucina semplice e genuina, accompagnata da ottimi vini. Se le hanno, non perdetevi le pesche ripiene alla piemontese, che a me ricordano la ricetta della nonna Rosa: pesche cotte al forno con ripieno di amaretto e cioccolato.
idea 2 – percorrete la verde Valle Varaita e organizzatevi in modo tale da fare sosta nei suoi paesi più belli e interessanti. Se, come noi, a casa non tornate senza un souvenir goloso, a Piasco si trova l’emporio gastronomico più fornito della valle, Brizio. A Brossasco ci siamo fermati per osservare come si lavora il legno per confezionare giochi (e camerette) per i più piccoli. Da Giocolegno – che vende anche online – il profumo del legno impregna il laboratorio. A Melle si va per la toma vaccina, che proprio in questi giorni d’agosto viene festeggiata con una sagra. A Frassino da I Chimi per assaggiare i famosi ravioles valligiani: gnocchi di patate oblunghi serviti con burro fuso e panna, ma anche per una degustazione di formaggi piemontesi. Potete fare base a Sampeyre, che richiama sempre molto turismo sia per chi apprezza tenersi in forma con gli sport oudoor, sia, settimanalmente, per il suo mercato del venerdì, da cui si arriva anche dalla vicina Francia, passando il valico dell’Agnello. Il nostro consiglio è quello di soggiornare nel parco dell’Hotel Torinetto. E, se preferite dormire in quota, i proprietari propongono anche altre due opzioni: gli chalet Meira Garneri, a 1700 metri a circa 8 km da Sampeyre, e il rifugio Meira Garneri, una vecchia baita nel Vallone di Sant’Anna a 1850 metri. Ancora più in alto in valle, si arriva a Casteldelfino, il cuore della Castellata dove ancora si parla l’occitano. Nel 1861, il paese fu il punto d’appoggio per la spedizione di William Mathews che, il 30 agosto, compì la prima ascensione del Monviso. E il palazzo comunale ospita una mostra in rosa per ricordare i 150 della prima ascensione di una donna al Monte Viso, Alessandra Boarelli. La fontana a forma di rospo a Casteldelfino è quella da cui la Boarelli riempì la borraccia prima di incamminarsi verso il Re di Pietra. In occasione di questo anniversario, dal centro del paese alle 9 del 15 agosto partirà la Cordata Fucsia: un gruppo di donne ripercorrerà la scalata della Boarelli e di Cecilia Fillia proprio nello stesso giorno di 150 anni fa. Saliranno fino all’imbocco del Vallone di Vallanta per raggiungere il bivacco intitolato alla scalatrice nel pianoro delle Forciolline, là dove la Boarelli pernottò in tenda. Il 16 agosto, la cordata partirà alla volta del Monviso, insieme a due guide. Il gruppo della Valle Varaita si unirà alla cordata gemella della Valle Po. La discesa, prevista per la sera del secondo giorno, terminerà nella Notte Fucsia, durante la quale le scalatrici verranno premiate.
Nell’alta Valle Varaita, tra i 1700 e i 2500 metri, si estende il bosco dell’Alevé, unica foresta di pino cembro in purezza delle alpi occidentali e di età plurimillenaria. Da Pontechianale, si possono raggiungere tre rifugi all’interno del bosco. Alcuni anche in macchina, altri solo a piedi: il Rifugio dell’Alevé a 1600 metri, Grongios Martre a 1736 e il Rifugio Bagnour a 2017 (bagni in comune e un’ora di cammino).
idea 3 – Sono numerosi i ciclisti e i motociclisti che percorrono la Strada Provinciale 8 da Costigliole Saluzzo, passando per Sampeyre e Casteldelfino, affrontando una serie di impegnativi tornanti e costeggiando il bosco dell’Alevé, fino a raggiungere Pontechianale. Poi prosegue fino in vetta, al Passo del Colle dell’Agnello. Nelle giornate di bel tempo, si vedono il Monviso, il Pan di Zucchero, le montagne francesi e poi giù, le valle cuneesi e la lontana pianura.
Una curiosità: risalendo la valle, notate come tutte le chiese abbiano l’ingresso rivolto verso la Francia, dando la schiena – quasi in modo innaturale, rispetto a come siamo abituati – a chi sale ed entra in paese.
idea 4 – Se avete poco tempo, andate diretti a Chianale, uno dei borghi più belli d’Italia. Incastonato nella Val Varaita, Chianale, culla della cultura occitana, è abbracciato dai monti a 1800 metri di quota, circondato dai verdi boschi e dalle vacche al pascolo. Dal paese, con le case strette le une alle altre e con i tetti in ardesia nera e i muri in pietra, si può partire per una ciaspolata verso le cime innevate o scaldarsi, anche d’estate in un pomeriggio nuvoloso, in una baita accanto al camino. Noi siamo stati alla Locanda Al Peiro Groso, proprio all’ingresso di Chianale.
Per queste #4idee in Val Varaita, partendo da Saluzzo, passando da Chianale e arrivando al Colle dell’Agnello, ringraziamo chi ci ha dato le giuste dritte, avendo poco tempo a disposizione per andare alla scoperta di tutte le curiosità e le bellezze nascoste: Alberto Anello, la nostra speciale guida, referente del Comitato WOW e organizzatore degli eventi outdoor in provincia di Cuneo (già sta lavorando sulla II edizione dell’Agnellotreffen dal 16 al 18 gennaio 2015: il raduno di moto invernale più alto d’Europa); Alessandra Valsecchi e José Urso che si occupano della comunicazione di WOW outdoor; Danilo Rinaudo, violinista prestato all’imprenditoria, che ci ha ospitati presso l’Hotel Griselda a pochi passi dal centro di Saluzzo.
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