Ne avevo sentito parlare già mente aspettavamo che chiamassero il nostro volo in aeroporto, a Malpensa, ma credevo che fossero le solite chiacchiere degli habitués di un luogo esotico che si gongolano nel far sentire agli altri – sconosciuti – compagni di viaggio che loro sono pratici, che conoscono tutto, perché ogni anno trascorrono il Natale o il Capodanno lungo la Riviera Maya. E così ho fatto una risata tra me e me e non ci ho più pensato.
Almeno fino a quando è successo a me.
Forse quelle persone non avevano tutti i torti a dire che ci sono questi non meglio identificati orsetti dall’espressione simpatica che vivono sull’isola di Cozumel e che entrano nelle stanze degli alberghi che danno sulla spiaggia o sui palmeti e che curiosano nelle valigie in cerca di leccornie. Uno di loro è venuto a scuotermi mentre dormivo profondamente su un’amaca. E, se non avessi avuto la prontezza di scattare una foto, forse mio marito non mi avrebbe creduto.
Quel giorno abbiamo deciso di alzarci presto la mattina e di raggiungere l’isola di Cozumel, che sta nel Mar dei Caraibi a 71 km a sud di Cancùn, proprio di fronte a Playa del Carmen, da dove siamo partiti noi con una nave veloce. Avevamo acquistato i biglietti il giorno prima, rientrando dalla spiaggia. Le compagnie che offrono la traversata sono due e hanno i banchetti proprio al porto di Playa, uno di fronte all’altro. Noi abbiamo scelto Ultramar perché ci risultava più comoda per gli orari dei traghetti (molto frequenti) e abbiamo speso poco più di 300 pesetas messicane a testa per andata e ritorno, circa 20 euro. Ricordatevi di arrivare al porto con un po’ di anticipo prima dell’orario di partenza della nave perché la gente è davvero molta, soprattutto locali che al mattino presto si spostano a Cozumel per lavoro, e potreste anche dover rinunciare a quella corsa, se il traghetto si riempisse completamente.
Si arriva a Cozumel in una quarantina di minuti di nave veloce e il nostro consiglio è quello di farvi accompagnare da uno dei taxi che trovate fuori dal porto in una delle spiagge a sud. Cozumel è meta, infatti, di numerose navi da crociera che attraccano nell’isola per poche ore o mezza giornata e se si resta nei dintorni del porto si rischia di vedere solo la parte più commerciale e soprattutto di essere travolti dai turisti. Basta spostarsi un po’ con meno di dieci dollari per trovare la natura e il mare trasparente che ci si aspetta.
Noi ci siamo fatti accompagnare in circa venti minuti di macchina a Playa Palancar. Questa spiaggia è anche una buona base di partenza per chi vuole fare immersioni o snorkeling perché con un’imbarcazione si raggiungono facilmente questi siti con alcuni dei tratti di barriera corallina più suggestivi del mondo: Santa Rosa, Palancar, Colombia e Punta Sur.
Noi ci siamo dedicati ai bagni, alla lettura davanti a un mare cristallino e su una spiaggia che sembrava farina di polenta (e su cui si aggiravano lente iguane). Io, poi, mi sono addormentata su una delle amache del palmeto. Unica raccomandazione: se volete stare comodi, seguite i consigli dei messicani. Ci si corica obliqui, rispetto all’amaca. E appena la nausea da dondolio vi avrà abbandonati, troverete ristoro, come me, in un lungo sonno. Almeno fino a quando è arrivato lui.
E’ stato amore. Il procione di Cozumel (ho subito cercato sue notizie non appena ho avuto a disposizione un wifi) mi ha toccato la spalla con le sue manine e ha richiamato la mia attenzione fino a quando mi sono svegliata e gli ho dato retta. Se notate, ha anche una goccia al naso e avrei voluto prendere un fazzoletto per asciugargliela, ma ero come stordita dall’innamoramento. Margherita, perdonami.
Ecco, se potete – so che è difficile resistere a quegli occhioni – evitate di dargli cibo. Dei bambini messicani gli hanno fatto mangiare una schifezza dietro l’altra e lui, goloso e ingordo, ha ingoiato patate fritte e caramelle. Io non credo gli facciano bene, quindi scattategli qualche foto, sdilinquitevi e basta.
La nostra storia è finita qui, perché lui (lei?)ha preferito le leccornie dei bambini urlanti a me.
Siete stati a Cozumel o avete qualche cosa da raccontarci sulle altre isole di fronte alla Riviera Maya, come Holbox e Isla Mujeres? Se invece ci state facendo un pensierino, presto arriveranno altri post su Playa del Carmen, Tulum e Chichén Itzà. Tra i periodi migliori per visitare questi luoghi, forse proprio il nostro inverno, perché là è meno umido e il caldo è più sopportabile. Non dimenticatevi che a Cozumel a febbraio si festeggia un Carnevale molto colorato e divertente, che è paragonato, in piccolo, a quello brasiliano di Rio.
Amina Sabatini (@amisaba) says
Non ho avuto la tua fortuna di incontrare l’orsetto! credo che mi sarei spaventata molto… 🙂 Ricordo solo che volevo girare tutta l’isola in bicicletta; dopo un’ora ero cotta! per cui abbiamo optato per il motorino.
P.S. bellissime fotografie, complimenti.
valigiaaduepiazze says
Cara Amina, quest’estate in Indonesia ho davvero vissuto tragici momenti di terrore con le scimmie che si trovano in alcuni dei templi di Bali (ne racconterò presto), ma qui a Cozumel con il procione è davvero stato amore.
Se non ricordo male, l’isola è grande per essere girata in bici, ma bravi voi che ci avete provato. Noi siamo dei comodi, w i taxi! 😉
Amina Sabatini (@amisaba) says
Infatti l’isola è grande sono io che non mi rendevo conto soprattutto del fatto che non ero per niente allenata! (non sono una sportiva) Però mi sembrava una bella idea
valigiaaduepiazze says
Idea bellissima, infatti! 🙂