Quando mi sono trasferita a Roma due anni fa, già conoscevo la città. La prima volta mi ci avevano portata i miei genitori nel maggio della prima elementare, a metà degli anni Ottanta. Da allora sono tornata decine di volte. Vuoi per amicizia, vuoi per lavoro. E tutto quello che si deve vedere assolutamente ormai lo conoscevo abbastanza bene. Insomma, Roma non è una città che si nasconde e che cela le sue bellezze. Basta passeggiare in centro e non sfugge quasi nulla. Roma si fa guardare. Vuole essere ammirata. E così ho chiesto a Francesco di andare a scoprire quelle parti meno conosciute, quelle che restano in ombra perché quando si viene a Roma si va al Colosseo, si passeggia per i Fori, si getta la monetina a Fontana di Trevi, si scattano le foto a piazza Navona. Anche noi ci andiamo spesso, ma c’è anche molto altro da fare e vedere, qui.
Centro storico – Mura Aureliane
Dopo due anni a Roma, ho scoperto quartieri meno turistici che mi piacciono molto. E mi sono anche meravigliata di quanto questa sia una città verde. Esci dal centro e basta arrampicarsi sulla panoramica che sale verso Monte Mario per essere immerso nel verde a un quarto d’ora di macchina da Castel Sant’Angelo. E in meno di 30 km si arriva al mare. A Ostia, a Fregene. Ma la Roma a cui mi sono affezionata per prima è stata quella del ghetto ebraico. Ho notato come spesso chi visita Roma salti questa zona. Forse perché ci si sofferma sul vicino Largo di Torre Argentina, su Campo dei Fiori o, dall’altra parte, sull’Isola Tiberina. Invece il Ghetto è magico. Cercherò di non dilungarmi per ogni suggerimento, quindi il mio consiglio è quello di gironzolare tra queste stradine disconnesse, che sanno di vecchio e di umido. Di curiosare tra piazza delle Cinque Scole (dove potreste anche fermarvi da Sora Margherita al ghetto, la cui cucina è una miscela di romano verace con qualche nota tipica della cucina kosher) e il Portico d’Ottavia, deviando poi in una delle piazzette più belle della città: piazza Mattei. Al centro la Fontana delle Tartarughe.
E visto che siamo in zona, sono quasi certa che con tutte le volte in cui siete andati a Campo dei Fiori non avete mai notato lo stretto Largo dei Librari con, incastrata sul fondo della piazzetta, la chiesa di Santa Barbara dei Librari. Le finestre delle case laterali danno direttamente sulla chiesa, tanto da poterci spiare dentro. Ecco, lo sapete che non posso resistere dal darvi anche un’informazione golosa. Lì a due passi da Campo dei Fiori ci sono le panche Dar Filettaro. Anche se siete di corsa, fermatevi a prendere un filetto di baccalà da asporto. Frittura spessa, ma croccante. Ve li cucina sotto gli occhi mentre pagate la vostra porzione. Se, invece, avete un attimo di tempo in più, sedetevi ai tavoli sulla strada e ordinate anche un piatto di puntarelle con le alici.
Il Colosseo vi sembra una meta sempre affascinante, ma scontata, vero? E poi chi ve lo fa fare di stare in coda aspettando di poter entrare? Perché non lo avete mai visitato illuminato di sera. Il Colosseo di notte assume tutta un’altra dimensione. Di solito il periodo di apertura serale va da maggio/giugno a ottobre. E le visite guidate includono anche i sotterranei, in cui di solito non è possibile scendere. Noi, su consiglio della nostra amica Simona, siamo andati con Amici di Roma, un’associazione culturale formata da persone serie e preparate che io consiglio sempre a chi vuole vedere qualcosa di originale in città e magari ha poco tempo a disposizione e deve organizzarsi con intelligenza. Ad esempio, vi consiglio di appoggiarvi a loro per visitare la Cappella Sistina e i Giardini Vaticani evitando le file all’ingresso.
Solo un paio di settimane fa abbiamo scoperto un magnifico panorama che si può godere proprio dal centro storico di Roma, appena sopra al Pantheon. Ci siamo regalati un pranzo sulla terrazza del Grand Hotel de la Minerve. Non fatevi spaventare dalle 5 stelle dell’albergo. I prezzi dei piatti sono appena più alti della media (ma non così tanto rispetto ad alcuni pessimi ristoranti acchiappa-turisti) e servizio e qualità sono eccellenti. In primavera e in autunno è disponibile anche il brunch della domenica sui 30 euro a persona, ma al roof garden si può accedere anche per bere qualcosa al bar.
Almeno una serata di luglio, da quando ci conosciamo, la dedichiamo ad uno spettacolo dell’Opera di Roma stagione estiva, che si tiene nello scenografico spazio all’interno delle Terme di Caracalla. Pur non essendo io una grande amante dell’opera (come invece è Francesco, che conosce anche interi brani a memoria), ho grande piacere nell’assistere a questi spettacoli incantevoli. La cornice, lo sapete, è unica e una delle più belle del mondo.
Se siete a passeggio su via del Corso, deviate, all’altezza della Galleria Alberto Sordi, verso la chiesa di Santa Maria in Via, in via del Mortaro. All’interno scoprirete una piccola Lourdes romana. Nel pomeriggio la piccola chiesa apre sempre alle 16. Già prima di quell’ora vedrete alcune decine di persone che attendono sulle scale e davanti al portone d’ingresso. Stanno in silenzio, alcune chiacchierano, altre hanno poco tempo a disposizione e controllano l’orologio. E poi il portone si apre e tutti si mettono con ordine in fila appena varcata la soglia, sulla destra, dove il sagrestano passa ore a riempire bottiglie e a porgere bicchierini di plastica con l’acqua benedetta ai fedeli. C’è anche chi ci passa tutti i giorni, poi dice una preghiera e scappa. Sul sito della chiesa potete leggere la storia. Non stupitevi di trovare alla Madonna del Pozzo, proprio a due passi da Palazzo Chigi e dalla Camera e dal Senato, numerosi volti noti della politica.
Se siete amanti della musica da camera, una sera d’estate andate a Sant’Ivo alla Sapienza (che è stata la prima sede dell’omonima Università romana). Come già detto poco sopra dell’opera, mio marito è anche un grande appassionato di musica classica. I concerti che si tengono nel cortile di Sant’Ivo sono molto apprezzati perché pare che ci sia una acustica perfetta. Non fate come noi che, una sera, siamo arrivati tardi e abbiamo dovuto suonare al portone d’ingresso temendo di disturbare i presenti. Vi sembrerà, una volta seduti nel mezzo del cortile, di aver chiuso Roma caotica fuori da lì e di aver conservato per voi solo il meglio. L’ingresso è al civico 40 di corso Rinascimento. Qui le informazioni utili e il calendario dei concerti.
E poi ancora una chiesa. La Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio è già incantevole di suo e vale la pena andarci, se non la conoscete (proprio l’altro giorno, chiacchierando con Roberta, le ho detto che se potessimo risposarci, Francesco e io, più e più volte, una delle chiese che sceglierei è proprio questa). Salite la ripida scalinata (che sarebbe molto più bella senza quelle macchine parcheggiate nella piazzetta), entrando quasi alle vostre spalle, dalla parte opposta della navata rispetto all’altare, si trova la Madonna del Parto.
Spostiamoci dall’altra parte del Tevere, a due passi dal Vaticano. Avete mai notato che c’è come un ponte sospeso tra le case che collega Castel Sant’Angelo con le mura di San Pietro? Quello che passa per Borgo Pio, per capirci. Bene, quello è il Passetto di Borgo, l’antica via di fuga del Papa. Le visite sono possibili solo d’estate e in questi ultimi anni (per qualche tempo è rimasto chiuso e apriva solo in casi eccezionali) entrando da Castel Sant’Angelo. Noi lo abbiamo visitato di sera, insieme alle carceri del castello. Si percorre il corridoio tra le case del quartiere Prati a ridosso del Vaticano e si sbircia dentro a un salotto con la gente che guarda una televisione con il volume troppo alto o in una cucina in cui un donnone con il grembiule sta cucinando qualcosa di profumato. E la visita guidata (sia organizzata dal castello, sia – il mercoledì e il sabato sera – da Amici di Roma) accompagna fino alla terrazza dove si può ammirare Roma dall’alto e dove è collocato l’Arcangelo Michele che rinfodera la spada.
Se siete digiuni, potete restare a cena, al termine della visita, al ristorante allestito nei corridoi esterni affrescati del castello, da cui si vede San Pietro illuminato. Qui le informazioni utili.
Ancora qualche segnalazione, spostandoci in zona Termini – Esquilino.
Vi segnalo, poi, una scultura. Non alzate gli occhi al cielo. E’ di una bellezza infinita. A Roma non ci sono solo la Pietà e il Mosè. Andate nella chiesa di Santa Maria della Vittoria (metro Repubblica, poi duecento metri o poco più a piedi e siete arrivati in via XX Settembre, al 17). Lì, verso l’altare, sulla sinistra, un po’ nascosta, c’è l’Estasi di Santa Teresa d’Avila. Come ho già spiegato, per me ha un significato importante, ma credo che nessuno possa restare indifferente a questa meraviglia. Come di fronte al Cristo Velato, conservato a Napoli. Sono quelle sculture che sembra possano muoversi e venirci incontro. A me si velano gli occhi di lacrime ogni volta che vado ad ammirare l’Estasi. E faccio fatica a staccare gli occhi da lei.
In un punto isolato dei giardini di piazza Vittorio (potete utilizzare l’omonima fermata della metropolitana) e chiusa da una recinzione c’è la Porta Alchemica (o Porta Magica). La storia e la leggenda le trovate qui. Tra i resti di colonne romane su cui si appisolano i gattoni per scaldarsi al sole, non ci si aspetterebbe di trovare simboli magici incisi su una porta che a me ricorda la cornice di uno specchio ormai vuoto e due gnomi, che in realtà sarebbero la rappresentazione del dio egizio Bes. Di più non so. Fateci un giro, se siete in zona.
Anche a voi piace guardare le città che ormai ben conoscete sotto altri punti di vista? Guardarle con occhi nuovi non lo trovate un modo per sentire che vi appartengono ancora di più?
Update: Roma, altri punti di vista – fuori le mura
Update maggio 2014: Se siete rimasti affascinati dal film di Sorrentino La Grande Bellezza, allora regalatevi almeno una cena a La Veranda, nella zona di Borgo, a due passi dalla Basilica di San Pietro. Vi lascio due scatti foto, che valgono più di tante parole.
[…] il centro storico di Roma, mi sposto appena al di là delle Mura Aureliane per proseguire con i consigli della città fuori […]