La Camargue mi ha ammaliata con le sole parole di un libro letto durante la lontana estate di Italia 90, nel passaggio tra la quinta elementare e l’adolescenza della scuola media. Ho iniziato a sognare quella terra sospesa tra paludi e gitani, tra Provenza e mare, tra sud della Francia e Catalogna e Andalusia con la copertina di Là dove soffia il Mistral di Giovanna Righini Ricci. Quei cavalli dal manto grigio che – tra sole, sabbia e salsedine – sembra quasi bianco e con le criniere mosse dal vento.
In tanti anni ho immaginato luoghi bellissimi, selvaggi, storie d’amore, passeggiate lungo il Rodano che taglia la vicina Arles e sotto le stelle che, lì, sono più grandi e più luminose e sembra davvero di poterle sfiorare con la punta delle dita. Ne ho sentito tanto parlare da Lavinia che con quei luoghi ha un rapporto profondo e questi racconti portavano sempre un po’ di magia e hanno fatto crescere ancora di più il mio desiderio di visitare la Camargue. Fino a quando Francesco e io abbiamo organizzato un viaggio nella Francia meridionale.
E’ sufficiente guardare una cartina della Camargue per rendersi conto che questo non è un luogo come tanti altri. E’ già la sua conformazione a scriverne la storia e il destino. E’ più acqua che terra. Qui, le Petit Rhône e le Grand Rhône abbracciano un piccolo triangolo di Francia e, girando in bicicletta, in automobile o a cavallo, vi capiterà di imboccare una strada più nascosta, che costeggia uno stagno e, ad un certo punto, di non poter più proseguire. Ma è bello anche perdersi tra lagune e corsi d’acqua e ritrovarsi poi, superata una duna, in una delle lunghe spiagge di sabbia compatta che d’estate sono prese d’assalto dai campeggiatori e, in particolare la Plage Est, dai naturisti.
La Camargue, molto più di altri posti nel mondo, è fatta dalla sua gente. I gypsies, che fino a pochi anni fa abitavano nelle carovane con cui si spostavano tra i mercati di Provenza e Spagna mediterranea. I voyageurs tziganes. E i francesi meridionali, che hanno imparato a convivere con questa gente così diversa e a volte si sono anche amalgamati, nonostante i gitani cerchino di conservare la loro comunità chiusa.
Arles dista soli 40 km da Saintes-Maries-de-la-Mer. E, al primo impatto, possono sembrare due realtà completamente differenti. La prima sa molto di Provenza, con le imposte delle case dai colori pastello, con i suoi ristoranti romantici e lussuosi preservati per pochi fortunati da alti muri e dalle fronde degli alberi. Invece Arles, soprattutto nel quartiere di La Roquette – compreso grosso modo tra boulevard Clemenceau e rue Gambetta -, conserva molte influenze spagnoleggianti. Anche i tratti dei volti di chi si incontra per la strada hanno qualcosa che richiama quelli degli zingari. Se poi fate capolino in qualche bar del quartiere, troverete i gitani che ridono rumorosamente e giocano a biliardo.
Ho chiesto a Lavinia che cosa mi rispondi se ti dico Camargue? E’ un posto del cuore, per me, mi ha scritto in un messaggio. Selvaggia, magica, unica. E poi flamenco, sabbia, cavalli, luce, stagni, stelle vicine alla terra, Mistral, corse in macchina. Lavinia ha vissuto per un certo periodo ad Arles con sua mamma. Un’amica, oltre che mamma. Una compagna di vita, non solo un’amica. E io me le sono immaginate molte volte, camminando per le strade assolate di questa città del sud della Francia, aprire un’imposta e sorridermi dall’ultimo piano di una casa. Di quelle con le persiane dipinte di rosa, di lilla, d’azzurro. Le ho immaginate, insieme ai loro amici, raggiungere le spiagge sulla foce del Rodano su una macchina troppo grande e troppo vecchia senza capote, vento nei capelli, occhi dietro alle lenti scure. Le ho immaginate fare la fila per entrare all’arena di Arles dove i tori non vengono uccisi come accade nelle corride spagnole. So di loro due al mercato, a comprare olive e a riporle nel cesto in vimini della bicicletta. E così voglio continuare a pensarle, quando rivedo queste fotografie.
Veniamo a qualche informazione utile. Se volete visitare Arles e Saintes-Maries-de-la-Mer, il periodo migliore è – meteo permettendo – tra aprile e giugno. Perché ancora non fa troppo caldo e non c’è la ressa dei turisti. Inoltre, a Saintes Maries a fine maggio si festeggia Santa Sara, la protettrice dei gitani. In quell’occasione, la statua della santa viene scortata fino al mare in una colorata e rumorosa processione. In primavera e in estate, ad Arles è possibile assistere alla corrida francese. E’ la Féria di Pasqua che apre la stagione della tauromachia.
Se, invece, vi trovate ad organizzare il vostro viaggio tra luglio e agosto, ricordatevi di prenotare l’albergo. Anche se la Camargue offre numerose e diverse sistemazioni, ogni letto è davvero occupato. Noi ci siamo fermati alcune notti ad Arles, presso il semplice Porte de Camargue che sta dall’altra parte del Rodano rispetto al centro cittadino. Altre notti le abbiamo trascorse all’hotel Les Rizières, sulla route d’Arles a Saintes Maries. Si affaccia su uno stagno ed è molto caratteristico. Se avete un budget più elevato, allora non perdetevi Mangio Fango e il Mas de la Foque, dove potrete dormire in quelle che una volta erano le carovane degli zingari. Vi sembrerà di essere tra i protagonisti del film Chocolat.
Il mercato di Arles si tiene nelle mattine di sabato e (in versione ridotta) di mercoledì. Al sabato tra formaggi francesi, fiori, galline vive, polli arrosto, abbigliamento gitano, borse di paglia, limonate fresche non vi accorgerete neanche di aver percorso ben due chilometri e, probabilmente, li raddoppierete per ripercorrere il mercato ancora una volta. Il lunedì mattina, invece, il mercato si sposta a Saintes Maries.
Tra i consigli per pranzo e cena, ad Arles, dopo una passeggiata al tramonto sul lungo Rodano, andate a Le Plaza (conosciuto anche come La Paillotte) in rue Fanton. Se invece volete regalarvi una serata da re, prenotate all’Hotel Particulier. E’ davvero un sogno. Pochi tavoli in giardino, ingresso in una via buia suonando il campanello di un portone. Verrà ad aprirvi un maggiordomo che poi vi dedicherà mille attenzioni per tutta la serata. Munitevi, però, di un serio antizanzare. Noi lo abbiamo acquistato ad Aigues-Mortes ed è stato molto più efficace di quello che ci eravamo portati da casa.
Fermatevi a bere un bicchiere di vino assaggiando qualche tapas in uno dei baretti di fronte all’arena di Alres. L’anfiteatro si colora di rosa, al tramonto. Una bellezza. E ricordatevi di fare una sosta foto (non di più, data la qualità un po’ scarsa) al Cafe La Nuit in place du Forum. Lo riconoscerete subito perché ci è noto grazie al dipinto di Van Gogh.
Se siete amanti delle passeggiate a cavallo e del birdwatching, qui in Camargue potete proprio sbizzarrirvi. Sulla strada che porta a Saintes Maries si affacciano numerosi maneggi.
Due consigli su Saintes-Maries. Anzi tre. Salite sul tetto della Chiesa fortezza. Ce l’ho fatta io che soffro di vertigini, quindi potete riuscirci anche voi. Vedrete tutto. Il mare, l’entroterra, l’arena, gli stagni. E’ il punto più alto della Camargue. E poi andate a cena a Le Delta, in place Mireille. Sapori autentici e, se siete fortunati e la serata è quella giusta, musica gitana. E, per i veri golosi, portatevi a casa una bottiglia di squisita Melonade, prodotta – se non ricordo male – con i meloni di Cavaillon, che sarà argomento di un post provenzale.
Se avete un’automobile a disposizione, raggiungete la piccola e bella Aigues-Mortes, a 30 km da Saintes Maries e a 45 da Arles. Noi la prima volta siamo stati sotto un diluvio. Poi ha smesso di piovere ed è rimasta ad aleggiare una nebbiolina carica d’acqua in tutto il paese. Il tempo di cenare e gli enormi alberi all’interno di Aigues-Mortes hanno bevuto l’umidità e la serata si è trasformata in un cielo stellato.
La seconda volta siamo stati di giorno, prima di lasciare la Camargue alla volta di Carcassonne. Allungate il passo fino alla chiesa di Nostra Signora delle Sabbie. E, se vi piacciono i frutti di mare, qui ad ogni angolo trovate un delizioso locale per fermarvi. Per cena, provate Le “S”. Non ho trovato un sito internet, perciò vi lascio i commenti positivi della pagina di Tripadvisor.
Vi siete ritrovati, in questo giro della Camargue? O forse vi abbiamo fatto venire voglia di partire al più presto?
Aggiornamento: ho buttato giù il post in preda al mal di Camargue, ma poi riparlando con Lavinia non solo mi sono venute in mente alcune cose che ho dimenticato di scrivere e per le quali rimedio subito, ma la mia amica mi ha anche indicato alcune canzoni dei Gispy Kings da consigliarvi come sottofondo musicale mentre leggete questo articolo o durante la pianificazione del vostro viaggio. La più adatta per farvi volare ad Arles e a Saintes Maries, mi ha scritto, è Gitano Soy.
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Ho scordato di segnalarvi un ristorante bio molto particolare che si trova all’inizio della Camargue: La Chassagnette. Si trova in route du Sambuc ad Arles, ma in realtà resta molto fuori città, già tra i campi con i tori, quindi credo sia più semplice raggiungerlo con l’aiuto di un navigatore. E’ un casale elegante con patio e orto in mezzo alla campagna. Preparatevi a spendere più di quello che immaginate. E ho detto tutto.
Lavinia mi segnala Le Mas des Baumelles sulla strada che da Saintes Maries porta ad Aigues Mortes. E’ un ristorante solo a pranzo e ne vale la pena non solo per la cucina, ma perché il proprietario è un guardian, ovvero un buttero camarguese. Quelli che indossano il cappello di feltro nero e il foulard al collo per capirci. Al mas potete anche visitare gli allevamenti di tori e di cavalli.
Se al ristorante Delta, di cui vi ho scritto sopra, non doveste più trovare musica dal vivo, spostatevi a El Campo, sempre a Saintes-Maries-de-la-Mer. E’ lo storico ex Cafè du Commerce.
Per Arles, segnatevi Le Patio de Camargue, un locale in cui si pranza, si cena, si suona e si fa festa. E’ stato aperto da Chico, fondatore dei Gispy Kings.
Bettafelice says
Appena tornata, ho già voglia di tornarci…
Grazie per il contatto su Instagram.
Continua così, foto splendide.
Bettafelice
valigiaaduepiazze says
Grazie a te per averci letto. La Camargue affascina e richiama a sé.
Chicchi32 says
Grazie, mi hai fatto ripercorrere le mie stesse emozioni, nate dallo stesso libro quasi 30 anni fa… La amo quella terra, appena posso ci torno sempre, la sento dentro, inspiegabilmente. E quando ho dovuto scegliere un posto dove sposarmi, ho scelto la chiesa fortezza delle Saintes. Meravigliosi ricordi!
valigiaaduepiazze says
Ah, che favola! Un matrimonio in quella chiesa affascinante, forte e misteriosa deve essere incredibile. Immagino che tu non sia salita sul tetto in abito da sposa, però 😉
laura boari says
mi hai fatto riaffiorare i ricordi dell’estate in cui ho letto il libro che mi ha appassionato da morire…
mi hai fatto scendere le lacrime tanta è stata l’emozione del ricordo…
ti scrivo per ringraziarti dei suggerimenti, vorrei tanto fare il tuo stesso viaggio, ma ho due bimbi
Tu che ci sei stata pensi che l’anno prossimo verso i primi di giugno potrei riuscire a partire con loro (una avrà quasi 8 anni l’altro quasi 5) e mio marito?
grazie ancora se mi vorrai rispondere 😉
valigiaaduepiazze says
Ciao Laura, la Camargue è ben organizzata e visibile con la tua famiglia. Una mia amica è andata a maggio con la sua bambina di 6 mesi. E anche il periodo, giugno, è ottimo perché non fa ancora un caldo eccessivo. Se avrai bisogno di qualche dritta dell’ultimo momento, scrivimi pure, anche via mail. Trovi tutto nei contatti.
Sono molto felice che dei bei ricordi siano tornati alla mente.
claudio says
Ho passato i 60 e ho conosciuto la Camargue quando ne avevo poco piu di quaranta. Non l’ho piu dimenticata e sogno di andarci a vivere. Condivido questo sogno con mia moglie. La mia attività lavorativa mi costringe nel sud dell’Italia. Le tue foto hanno riportato in me vecchi ricordi. Grazie
valigiaaduepiazze says
Caro Claudio, non sempre i propri sogni possono andare di pari passo con la vita reale e gli impegni quotidiani, lo so bene. Spero però che tu e tua moglie possiate presto regalarvi una nuova vacanza in Camargue, un luogo che davvero rapisce il cuore, e chissà, andare a viverci quando potrete. Ricordati di dirmelo, se lo farete!
Eliana says
Ciao! Ho scoperto il tuo blog facendo ricerche su Calcata e poi di nuovo su Camargue. Complimenti, con i tuoi reportage mi fai sempre sognare. Non conoscevo questa zona della Francia, me l’ha menzionata oggi un ragazzo su facebook e mi ha subito incuriosita.
Spero di riuscire ad andarci in primavera e seguirò i tuoi consigli e itinerari.
Grazie.
valigiaaduepiazze says
Ciao Eliana e grazie per averci letto! Sono molto contenta che i pezzi su Calcata e sulla Camargue ti siano piaciuti. Sono entrambi luoghi ricchi di magia. La primavera, poi, è la stagione ideale per godersi il clima delle paludi della Francia del Sud. Che il 2016 sia un lungo viaggio felice!
Scarlet says
La canzone dei Gipsy King è STUPENDA. Come tutto il post.
valigiaaduepiazze says
Ma quanto è magica la Camargue? E’ uno di quei posti in cui ti senti libero.
Serena says
A distanza di mesi, sogno ancora la vacanza della scorsa estate in Camargue e Provenza. Indimenticabile. Saintes-maries-de-la-mer ha rubato una parte del mio cuore. Ho letto il tuo blog prima e poi di nuovo dopo la vacanza ed… È esattamente tutto così.
Una delle immagini più belle resta la mia piccola Lavinia di 14 mesi intenta a cercare conchiglie tra la sabbia infinita di Piemanson.
Grazie e continua a farci sognare.
valigiaaduepiazze says
Ciao Serena,
questo tuo commento mi riempie di felicità perché quello che vorrei trasmettervi sono proprio stimoli ed emozioni, poi dovete fare tutto da voi! Pensa che la mia amica che mi ha tanto fatto amare la Camargue si chiama Lavinia come tua figlia.
Un caro abbraccio e continua a seguirci!
Elisa
Anna Maria says
Ciao, sogno da anni di andare ad Avignone, Arles, la Provenza. Lo farò appena possibile (dopo il vaccino) Nel frattempo vorrei tanto rileggere un libro che mi ha tanto appassionata, una bella storia d’amore tra Avignone, les Saintes Marie de la Mer, la Camargue, la festa degli zingari…MA NON RICORDO IL TITOLO E NEMMENO L’AUTORE. VORREI TANTO RILEGGERLO, MI POTETE AIUTATR
valigiaaduepiazze says
Ciao Anna Maria,
non credo che sia il libro che stai cercando, però ti consiglio Là dove soffia il Mistral di Anna Righini Ricci. Buona lettura e, spero presto, buon viaggio!
Elisa