L’altra sera ho ricevuto una inattesa telefonata dall’amico con l’accento più siciliano che ho. Da quasi 15 anni vive a Milano, ma non ha perso niente della sua terra nemmeno nel tono di voce. Stefano è di Ragusa e, sentirlo, mi ha dato l’idea per questo post: la Sicilia di Montalbano.
Quello che abbiamo conosciuto nella serie tv della Rai, ambientato appunto tra Ragusa, Modica e Scicli, e quello come lo immagina Andrea Camilleri quando ne descrive le avventure che si svolgono tra Agrigento e Porto Empedocle, ma che nei libri diventano Vigata, Montelusa, Marinella.
Francesco e io siamo grandi appassionati di Camilleri e del suo Salvo Montalbano. Nella nostra vasta libreria (di quelle che poi man mano occupano ogni angolo della casa, come un’invasione silenziosa) i romanzi da La forma dell’acqua a Una voce di notte (più le quattro raccolte di racconti) sono ben allineati nel secondo ripiano, quello dedicato a Sellerio. E il lunedì sera non perdiamo mai i nuovi episodi della serie televisiva (Il giovane Montalbano compreso).
Con questa premessa, era quasi scontato organizzare un viaggio in Sicilia – che in realtà è stato molto più lungo, ma sarà argomento di altri post – per visitare i luoghi di Montalbano. E sono stati numerosi gli amici che ci hanno poi chiesto informazioni per ritrovare tutto ciò che hanno letto o visto in tv. Noi abbiamo cercato un po’ in rete, per organizzare i 3/4 giorni trascorsi a Ragusa e dintorni. Ci sono anche tour organizzati nella zona, ma potete girarvela da soli in tutta serenità, se avete un’auto a disposizione. Per chi non fosse autominuto, ho appena scoperto che esiste anche un treno che porta nei paesi del Montalbano impersonato da Luca Zingaretti.
Tra le letture utili: un libro fotografico acquistato a Ragusa Ibla di Giovanni Sarto e Lucia Nifosì Montalbano, i luoghi della fiction e I luoghi di Montalbano. Una guida, vari autori ed edito da Sellerio (interessante per ritrovare le locations del Montalbano letterario, che sono di solito lasciate in secondo piano). E, se siete appassionati di cucina, I segreti della tavola di Montalbano di Stefania Campo con le ricette di Andrea Camilleri. Edito da Il leone verde.
Vediamo il nostro viaggio: siamo arrivati a Ragusa in macchina (affittata a Palermo, all’inizio del nostro giro) dopo alcune notti passate ad Avola, nel Val di Noto. E ci siamo fermati tre notti di fine agosto nella Casina di Grotta di Ferro, che si trova nella campagna iblea, a metà strada tra Ragusa e il mare. Una masseria che si raggiunge percorrendo una straduzza tra gli ulivi e i carrubi con i muri a secco per indicare la via.
Di possibilità per dormire, in zona, ce ne sono molteplici e a tutti i prezzi. Noi, della masseria nelle campagne di Ragusa, ricordiamo antiche semplici stanze molto fresche e imbattibili colazioni: dai fichi d’india del giardino, passando per la ricotta fresca, alla pasticceria fatta in casa.
Appena arrivati a Ragusa, io ero presa dal sacro fuoco di Ibla. Non potevo resistere. Credo di essere rimasta per qualche tempo a bocca spalancata. E’ davvero come la si vede sul piccolo schermo. Bella. Sa di cosa preziosa, come in futuro non ce ne saranno più, se non conserviamo con cura ciò che abbiamo. Sa di storie di paese e di nobiltà decadute. Uno scrigno che conserva luoghi di cultura, di letterati. Case che dall’interno puoi solo immaginare: quelle semplici e che sanno di cucinato e quelle barocche dai grandi saloni eleganti e con le tende tanto pesanti per non far entrare il caldo vero di questa terra. E mi ha stupito come, così bella, Ibla di Ragusa sia ancora poco conosciuta. Soprattutto in Italia. Nell’Italia del nord, aggiungerei.

Piazza Pola nella serie tv è l’esterno della Questura di Montelusa (che nei primi episodi è Palazzo Iacono, a Scicli)

Il Circolo di Conversazione, che ogni tanto ritorna dei film tv. Noi ce lo ricordiamo per uno degli scambi di battute tra Montalbano e il dottor Pasquano
Facciamo una pausa golosa: a pochi passi dal Circolo di Conversazione, fermatevi da Gelati DiVini. I gusti sono tutti buoni, ma provate il Passito di Pantelleria, il Brachetto d’Acqui e il Moscato d’Asti. Vi consiglieranno anche come abbinarli tra loro (io non ho resistito al gelsomino, al dattero e al fico d’india e, sì, ci siamo tornati in pochi giorni più di una volta).
Non vi basta un gelato? Allora, spostandovi di pochi passi c’è Il Barocco, ristorante consigliato da un altro caro amico ragusano e che fa proprio Salvo di nome. Se vi dico ravioli di ricotta ragusana, pasta con le sarde e salsiccia ragusana? A noi viene l’acquolina in bocca, ma, anche in questo caso, la scelta è davvero ampia e i ristoranti sono uno di seguito all’altro.
Adesso preparatevi per uno dei posti che più ho amato e abbiamo passato ore a fotografare. Non potete non conoscerlo, perché spesso Salvo Montalbano alle sue spalle ha la veduta di Santa Maria alle Scale, ultimo lembo di Ragusa che, dopo un paio di curve, diventa Ragusa Ibla.
La Sicilia iblea che fa da scenario alle avventure di Salvo Montalbano, non è solo Ragusa, ma anche Donnafugata (la residenza di don Balduccio Sinagra, per capirci; ma ho solo foto in cui ci sono io, quindi ve le risparmio e vi lascio un paio di link), Punta Secca, Donnalucata, Sampieri, Scicli, Modica.
Andiamoci.
La casa televisiva di Montalbano, a Marinella, si trova in realtà in via Aldo Moro a Punta Secca, a sei km da Marina di Ragusa. E quello che avrei desiderato sapere prima, ma mi era sfuggito, è che si tratta di un bed and breakfast. Quindi è possibile dormire nella casa di Salvo Montalbano. E poi farsi pure un giro sino al faro per digerire il pranzo, come fa lui.
Il lungomare di Marinella, invece, non si trova qui, ma in un altro paese: a Donnalucata. Dobbiamo, quindi, spostarci di 15 km da Punta Secca, superando Marina di Ragusa.

Il lungomare di Marinella, a Donnalucata, è davvero sempre così vuoto come lo si vede in televisione
A 10 km da Donnalucata, proseguendo nella stessa direzione, quindi seguendo le indicazioni per Pozzallo e Pachino, c’è la ex fornace Pinna. Uno stabilimento per la produzione di mattoni bruciato nel 1924. Adesso è un affascinante esempio di archeologia industriale. Uno scheletro che si affaccia sul mare e che sorge su un terreno desolato e quasi privo di vegetazione.
Non temete un turismo di massa o traffico per le strade. Queste foto sono state scattate nella seconda metà del mese di agosto, eppure trasmettono una sensazione di pace. Tranne nei centri storici – dove abbiamo comunque sempre trovato posto per la macchina -, si riesce a girare senza affanno, godendosi i saliscendi delle colline e il mare, che compare all’improvviso dopo l’ultimo dosso. E quando si è stanchi e si ha bisogno di rinfrescarsi, basta fermarsi lungo una spiaggia (sono quasi tutte libere) e farsi un tuffo. Oppure ordinare una granita al caffè o alle mandorle di Avola, come abbiamo fatto noi a Scicli, proprio in piazza Mormino Penna, tra le locations del Commissario Montalbano. Qui, si trovano la sede del Municipio (il Commissariato di Vigata) e Palazzo Iacono (la Questura di Montelusa, che poi ha cambiato sede con piazza Pola a Ragusa Ibla).
E poi c’è Modica. Per vederla vi consiglio di aspettare quell’ora del tardo pomeriggio, quando sta per calare la sera e le casuzze, una vicina all’altra, da bianche e rosa per la luce del sole, diventano color ottone. C’è un momento in cui pare che la notte le stia per inghiottire, invece il paese si trasforma in un presepe. Come quando, in chiesa, offriamo una monetina per vedere le statuine muoversi e la capanna di nuovo piena di luce, così Modica si illumina di calde e rade luci arancio che si spalmano sui muri.
E non finisce mica qui. Perché poi c’è quel Duomo di San Giorgio, meraviglia del barocco siciliano, che fa stare con il naso all’insù. Ed è magnetico, da qualunque prospettiva lo si guardi. Imponente, quando si staglia contro il cielo nell’ora blu.
Due appunti da prendere per quando si è a Modica: è la città del cioccolato, quindi se vi piace quello bello carico di cacao e magari anche con il peperoncino nell’impasto, qui trovate ciò di cui siete golosi. Il posto più conosciuto per degustarlo e acquistarlo è l’Antica Dolceria Bonajuto. L’altro indirizzo è quello di un ristorante che sta appena fuori dal centro di Modica Bassa, Trattoria La Rusticana in via Medaglie d’Oro. Ambiente spoglio, simpatia e soprattutto cucina e materie prime a chilometri zero.
Per avere un quadro completo di Montalbano, dobbiamo andare verso Agrigento, nei luoghi in cui Andrea Camilleri ha ambientato le avventure del commissario di Vigata. Allora superiamo Gela e Licata, raggiungendo Agrigento con la sua Valle dei Templi e puntando poi verso Porto Empedocle, città in cui nel 1925 è nato Camilleri. Noi abbiamo visto tutto in giornata, lasciando il ragusano per Palermo, in cui siamo stati per gli ultimi giorni della nostra vacanza.
Da Agrigento si torna poi verso il mare per una decina di chilometri e si arriva a Porto Empedocle, conosciuto come Marina di Girgenti, la marina di Agrigento. E, qui, che cosa poteva attirare la nostra attenzione se non la statua che raffigura a grandezza naturale il commissario Montalbano? Non calvo come Luca Zingaretti, ma con baffi e capelli, come lo ha pensato Camilleri.
Per chiudere in bellezza, siamo andati alla Scala dei Turchi, la parete di marna s’alzava senza una sporgenza o una cavità, ci dice l’autore ne L’odore della notte. Si tratta di un promontorio di marna bianchissima che degrada fino al mare, come se fosse una gigantesca scala. Per il colore e la sua conformazione, ricorda le vasche di Pamukkale, in Turchia.
Ciò che ci è rimasto più impresso è la luminosità di quel punto di mondo. La luce del sole si riflette sul bianco della roccia composta da gusci di microrganismi e si amplifica sullo specchio d’acqua. Più ci si avvicina o si cerca di mettere a fuoco il paesaggio, più gli occhi faticano e bruciano. Si è attratti e la gente scende verso la Scala dei Turchi senza aspettare di trovare una via praticabile e agevole. C’è chi scavalca staccionate, chi si infila nei rovi che costeggiano la strada, chi, poi, quasi si cala in una conca senza potersi reggere e così si lascia scivolare giù. In realtà, se avete pazienza, poco più avanti una specie di ingresso esiste. E’ anche vero che molti arrivano alla Scala dei Turchi dopo 40 minuti a piedi sotto il sole da Realmonte e non vedono l’ora di farsi un tuffo. Se invece siete motorizzati, seguite queste indicazioni (noi ci siamo persi, nonostante il navigatore, perché non sapevamo che cosa chiedergli): da Realmonte (dieci km da Porto Empedocle) andate a Lido Rossello, seguite la strada provinciale 27 sino al bivio con la 68. Lì, siete in Contrada Canalotto, proseguite per Contrada Scavuzzo per un paio di chilometri fino alla marna bianca.
Abbiamo fatto un bel giro e ne approfitto per chiedere ai siciliani che ci leggono di farci sapere se ci sono degli errori, visto che la letteratura su cui basarsi per far coincidere tv, libri e realtà è scarsa. Saremo pronti a correggerci subito.
Aspettiamo anche i commenti dei turisti come noi, che si sono ritrovati davanti a luoghi di una bellezza irresistibile.
Aggiornamento: se volete scoprire anche qualcosa di Boccadasse, il borgo di Genova in cui Andrea Camilleri fa vivere Livia, la compagna di Salvo Montalbano, leggeteci qui.
Bellissimo post. Mi hai fatto venire la nostalgia. Sarò costretto a ritornare ad Agosto 🙂 .
Purtroppo il turista italiano preferisce mete più “esotiche” o più “in”. Ragusa Ibla è veramente un gioiello.
Se ti va leggi anche questo post sulla cucina di Montalbano:
http://ilovesicilies.altervista.org/arancini-siciliani-ricetta-montalbano/
Prova a preparare questi arancini. Ti assicuro che non rimarrai delusa.
Quando qualcuno che “se ne intende” di Sicilia mi fa i complimenti per questo articolo, mi fa molto felice. Vado subito a leggerti, ma per la preparazione degli arancini credo di dover ricorrere all’aiuto di chi è più pratico di me 🙂
Ok. Aspettiamo aggiornameti sugli arancini 🙂
Salve! Ho bisogno di un grande aiuto–spero che veda questo commento. Ho scritto un articolo su Ragusa per una rivista di viaggio (www.stowawaymag.com) per la quale lavoro. È una rivista non a scopo di lucro fatta da studenti universitari. Mi potrebbe far pubblicare per gentilezza una delle sue foto di Ragusa Ibla? Sono tutte molto belle, ma quelle che ho già non sono di una qualità abbastanza alta! Se mi può mandare un email, sarei grata: marycelestelewis@gmail.com Grazie, grazie!
Citando l’indirizzo del blog, per me va bene. Le mando una mail.
Elisa
Bon giorno
Sono un “fan” di Montalbano. Per caso ho trovato questa site. Mezzo marzo vado a visitare tutti i posti prescritto nei libri che ho letto in mia lingua tedesca.
Grazie per questa bella site!
Saluti cordiali
Klaus
Ottimo periodo per visitare la Sicilia, Klaus! Sono contenta che ti sia piaciuto il mio articolo. Anche noi siamo affezionati al Commissario Montalbano. Buon viaggio!
Elisa