Questa canzone già è bella di suo per New York, riadattata a Milano mi fa venire i brividi.
Biciclette, bicchieri in mano e case giallo Milano? Siete sui Navigli |
Un altro post su Milano, subito dopo il primo.
Sì, perché oggi inizia il Salone del Mobile e, quindi, il Fuorisalone, croce dei residenti in città, delizia di chi è appassionato di design, ma anche solo di movida o di scrocco selvaggio. Ecco perché io non ho mai fatto pazzie per questa kermesse. Anzi, abitandoci dentro (Naviglio Grande, come ho scritto qui) l’ho sempre trovata fastidiosa. Poi, in fondo, mi lasciavo/lascio intenerire dalle installazioni e dalla gioia e dall’eccitazione della gente che arriva a frotte sul territorio meneghino.
Sabato, noi di Valigia a due piazze eravamo a Milano per una toccata e fuga e per impegni vari, ma non abbiamo potuto rinunciare ad un pranzo in un posto (per noi) nuovo insieme agli amici di sempre e ad una passeggiata lungo il Naviglio Grande. Sono un po’ ripetitiva, forse, ma è la mia zona di Milano e fa subito paese, epoche passate, tramonti romantici.
Il Vicolo dei Lavandai |
Per pranzo siamo quasi usciti dalla città, sceglindo un ristorante (forse un po’ troppo radical chic, come lo abbiamo definito Federica e io, appena ci siamo seduti al tavolo) che ha anche un piccolo orto annesso. Ci si arriva lasciandosi alle spalle, lungo l’Alzaia Naviglio Pavese, anche la Conca fallata. Lì, è già tutto un campo seminato e si è a non più di 3 km e mezzo dalla zona pedonale dei Navigli.
Se vi può interessare, vi do il nome del locale (nome che mi aveva ispirata molto al momento della prenotazione del brunch, che abbiamo scoperto avere in sè qualche nota di Valtellina), ma a noi ha lasciato qualche dubbio perché poteva dare di più. Forse con lo spazio all’aperto nelle belle giornate, proprio su uno dei canali per l’irrigazione che incrociano il Naviglio Pavese, ha un altro appeal.
Le rane colorate del gruppo Cracking Art |
Nel pomeriggio, passeggiata, Francesco e io, lungo il mio Naviglio Grande. Senza mete, guardandoci solo intorno. Scattando qualche foto (ma a mio marito mancavano la sua macchina fotografica e i suoi obiettivi!) e facendo una pausa merenda in un grazioso locale mignon aperto da un paio di settimane (qui, il consiglio arriva dalla mia amica Carola, che sa quanto mi piacciono i dolci americani). Non ci sono tavolini, quindi o prendete i cupcakes da asporto o vi accontentate di una seduta vicino alla finestra.
Si chiama Kevin & Victory’s Bakery e si trova nel Vicolo dei Lavandai.
Sabato il Naviglio era già in fermento per il Fuorisalone, di cui qui potete trovare la guida dettagliata e ufficiale di tutti gli eventi fino a domenica 14 aprile – a me viene l’ansia solo a darci una sbirciatina -.
Vi lascio alcuni scatti delle rane (che una volta popolavano il Naviglio e che fino a qualche anno fa si sentivano gracidare nel Vicolo dei Lavandai e alla Magolfa) del gruppo biellese Cracking Art, quelli che avevano invaso un paio d’anni fa piazza della Scala, piazzetta San Fedele e le guglie del Duomo con le chiocciole e i coccodrilli colorati.
Se domani (10 aprile, per capirci) fossi a Milano, non mi perderei la PienaDiRane organizzata per le 18.00 dal Vicolo dei Lavandai.
Abbiamo conosciuto anche un ragazzo – di quelli con la faccia da cantanti, avete presente? No, certo – che ininterrottamente confezionava barchette di carta per Fan – Navigli Acqua Festival e ce ne ha regalata una. Vi ho messo i link a tutto, così, se vi interessa, potete appuntarvi qualche informazione.
Giusto! Non si vive di soli dolci, perciò se siete in zona (ma anche no, perché sono due indirizzi davvero caldi), per l’aperitivo o per un cocktail dopo cena – fino a tardi davvero – scegliete il Rita. Non ricordo nemmeno più quante serate ci ho passato e quanti amici ci ho portato. Peccato che da qualche anno non organizzino più il brunch della domenica. Chissà, se glielo chiediamo in molti, forse ci ripensano.
Dietro al bancone Edo, in cucina Gianluca. Sono una coppia formibadile. Dite a Edo quali sono i vostri gusti e lui azzeccherà la proposta al volo. E non andateci con la faccia da turisti.
Il Rita (che non ha insegne) è in via Fumagalli, una traversa del Naviglio Grande, lasciandosi la Darsena alle spalle, verso la fine della zona pedonale.
Come ristorante, prenotate al Pont de Ferr. Lì, ci hanno lavorato un bel po’ di cari amici all’epoca dell’università (una decina di anni fa o poco più, che pensavate?) e tuttora lo chef Matias Perdomo, uruguajo di nascita e milanese d’adozione, è un amico. La proprietaria è Maida Mercuri, che – se non ricordo male – è stata una delle più giovani sommelier italiane. Non esagero se scrivo che il Pont de Ferr è uno dei migliori ristoranti non solo su Milano.
Che cosa avete visto del Fuorisalone? Raccontatecelo voi, visto che siamo tornati a Roma!
[…] il Duomo di Milano tinto di rosa. E, sulla strada di casa, il sole calante dietro alle case del Naviglio Grande. Adesso, a Roma, il sole, quando sono a casa, lo vedo tramontare dietro ad un grande parco, […]