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Appunti su Parigi – tra l’Ile de la Cité, il Quartiere Latino e Saint-Germain-des-Prés

03/15/2013 by valigiaaduepiazze 3 Comments

Non è una gran novità scrivere di Parigi, però c’è un motivo. Qualche giorno fa, una delle mie amiche (di quelle che avete di sicuro anche voi, tipo ci vediamo poco causa distanza, ma è sempre come se fossimo sintonizzate) mi manda un messaggio: Bimba, hai dei posticini carini da consigliarci per il nostro weekend a Parigi? Bistrot, passeggiate, negozi…
Ecco, queste richieste per me sono la Felicità. Perché è un modo, anche questo, per condividere qualcosa di bello con le persone a cui voglio bene. Perché so che quando Fabrizia è poi andata in uno dei posti che le ho consigliato non solo ha pensato a me, ma mi ha avuta ancora più vicina di sempre. Insomma, c’ero anch’io.
Per di più l’ultima volta che siamo stati a Parigi, Francesco e io, faceva un freddo da neve e in questi giorni nella capitale francese sta nevicando. Anche gli scatti invernali, a causa di questa primavera un po’ in ritardo, sono azzeccati.

Notre Dame

Quai Saint Michel

Dall’Ile de la Cité verso Quai Saint-Michel

Inizio da un doppio suggerimento serale al Quartiere Latino. I piedi ci hanno consigliato bene perché, sotto una pioggia gelida e scrosciante, siamo riusciti a trovare un posticino libero a La Fourmi Ailée, al numero 8 di Rue du Fouarre (ma forse è più semplice se vi dico a due passi da Notre Dame).

la fourmi ailee paris

Libri alle pareti, carta da parati nelle tinte pastello, poltroncine gialle, La Formica Alata è una suggestiva sala da tè, un locale da aperitivo e un ristorante con un ampio menù. Passateci, se vi capita, perché è uno di quei posticini a cui pensiamo quando siamo a casa e vorremmo stare a Parigi. Non lontano, si può concludere la serata al Caveau de la Huchette, nell’omonima strada. 12 euro (esclusa consumazione) per ballare sino a notte fonda e per ascoltare musica. Subito dopo l’ingresso, un lungo bancone dove si prepara da bere, ma appena si scende con una delle strette scale in pietra, si fa un salto nel tempo. Catapultati in un’altra epoca, ci si trova in una grotta straripante persone che ballano. Dai turisti, che più che altro scattano fotografie, ai clienti fissi, che si muovono con sicurezza e bravura (sì, noi ci abbiamo provato a buttarci nella mischia, ma abbiamo rimediato solo qualche gomitata e una gran sudata!) sulle note del jazz, ma anche swing e blues e rock’n’roll. Tutto suonato dal vivo. Lasciate a casa il vestito da sera, mettetevi comodi. Al Caveau de la Huchette si viene così come capita. E si sta benissimo!

Caveau de la Huchette Paris

Caveau de la Huchette paris interno

La sala al piano terra del Caveau de la Huchette. Qui verrete a rinfrescarvi dopo i primi balli scatenati

Abbiamo dormito a Les Jardins du Marais (offertissima direttamente sul loro sito). Il posto è molto carino, ma la scelta è stata obbligatoria perché il Marais è la zona che preferisco di Parigi e Francesco non la conosceva bene. Perciò abbiamo fatto base lì, a pochi passi dal metrò Bastille, e siamo stati comodi per i vari spostamenti.

metro bastille paris

Les Jardins du Marais

Il giorno dopo siamo tornati sui nostri passi e grazie al meteo appena più clemente siamo riusciti a scattare qualche foto a Place Dauphine e a fermarci, per goderne un po’. Sapete dov’è? A due passi da Notre Dame, ma di solito si è così concentrati sulla chiesa e sui suoi giardini, si va a scattare la foto di rito sul ponte con Notre Dame alle spalle, che poco o niente si bada al resto. Che è nascosto, se non lo si va a scovare.
Lasciatevi Nostre Dame alle spalle, la prossima volta, e andate verso l’estrema punta occidentale dell’Ile de La Cité.Vi si aprirà, all’improvviso, girando l’angolo, questa piazza silenziosa e di quelle che – ne sono sicura – desideravate vedere quando avete organizzato il viaggio per Parigi.
Avevamo letto (va bene, Francesco aveva letto!) che il numero 15 di Place Dauphine è stata la residenza di Simone Signoret e Yves Montand. Ecco, quando arrivate qui, prendetevi il vostro tempo. Non passate e basta. Sprechereste la magia. Fermatevi e sedetevi su una panchina. Questo scatto riesce a rendere un po’ l’idea?
place dauphine
finestre parigi
metro parigi
Vi è venuto un languorino a leggere e a rilassarvi nel silenzio e fuori dal tempo? Allora è il momento di riprendere il metrò e di andare a mangiare un croque monsieur nel cuore di Parigi, a Saint-Germain-des-Prés.

metro paris

cafe de flore

Quando si entra al Café de Flore (ma anche alla Brasserie Lipp, che sta sul lato opporto di Boulevard Saint-Germain – e che una coppia di nostri amici adora e per loro è tappa fissa, quando sono parigini -, o a Les Deux Magots, a 50 metri dal Café de Flore), non si bada tanto alla qualità del cibo – che più che altro è passabile, diciamo la verità – ma all’esperienza che si sta vivendo. Si assapora l’atmosfera, ci si perde a guardare i camerieri in livrea sempre di corsa, con la comanda scritta di fretta su un foglietto unto, con i vassoi enormi ricoperti di piatti ben presentati e, spesso, più unti e grassi del foglietto appena descritto. Grandi vetrate, specchi a tappezzare interamente le pareti, divanetti in pelle rossa consumata. E le sedie all’aperto o nelle verandine? Bisognerebbe portarsi un libro e passare la giornata ad osservare la gente che passa.

Non posso catalogare questi tre posti come turistici e punto. Sarebbe un errore. Per noi, il luogo turistico da cui tenerci ben lontani è quello con i piatti fotografati esposti fuori dal locale, quello che non sa di niente, che potrebbe trovarsi in qualsiasi altra località del mondo, in cui vieni trattato come in una batteria di polli. Qui, invece c’è qualcosa che attrae. E trovi parigini che discutono di lavoro, mamme con i figli, anziane coppie a cui il capo cameriere riserva una attenzione particolare e che chiede loro come stanno Pierre e Sophie (i nipotini?).
Questo è il motivo per cui il croque monsieur, qui, è buonissimo. Perchè sa di vita e di storia, sa di Parigi. Anche se è un po’ bruciacchiato.

Leggete Da Parigi alla Luna, di Adam Gopnik e capirete meglio ciò che ho scritto.

Percorrete Rue Bonaparte (cercando di non fermarvi davanti ad ogni vetrina come me, anzi, no, fatelo!) fino al quai, il lungosenna. Dall’altra parte vi troverete, sulla sinistra, il Louvre e il Jardin des Tuileries (che noi abbiamo raggiunto attraversando il ponte e fregandocene del gelo) e l’Ile de la Cité, sulla destra.

panorama parigi

Louvre

Louvre piramide

louvre nike

louvre gioconda

louvre piramide interno

tour eiffel

louvre piramide esterno

louvre paris

E qualche scatto in ordine sparso, senza cambiare zona della città.
colonne del Buren

Stessa fermata del metrò (Palais Royal – Musée du Louvre). Le colonne di Daniel Buren nel cortile del Palais Royal

colette paris

Questo è uno degli indirizzi più conosciuti di Parigi. Qui c’è Colette!

Ci vediamo nel Marais. Vi aspetto!

Filed Under: In giro per il mondo Tagged With: europa, francia, parigi

Comments

  1. io non mangio Simmenthal says

    07/09/2013 at 12:22 pm

    Capita a puntino, visto che tra un mese sarò a Parigi! 😉

    Reply
    • valigiaaduepiazze says

      07/09/2013 at 12:32 pm

      Allora sbircia anche qui 🙂 http://valigiaaduepiazze.wordpress.com/2013/03/17/appunti-su-parigi-a-spasso-per-il-marais/

      Reply
      • io non mangio Simmenthal says

        07/09/2013 at 12:38 pm

        😀

        Reply

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