Quando lasciammo Java per Bali, il primo contatto non fu entusiasmante. Forse iniziavo a sentire la stanchezza delle tante ore tra un volo e l’altro, della marcia serrata dei nostri viaggi. O forse temevo che non avrei ritrovato quella sensazione di inesplorato che aveva pervaso i giorni trascorsi nei dintorni di Yogyakarta. Credevo di aver perduto per tutto il resto della vacanza il clima genuino. In fin dei conti ormai a Bali vanno un po’ tutti. E’ di moda, non ha un costo spropositato (o meglio, la vita laggiù è davvero economica anche per noi italiani, una volta che il volo è stato ammortizzato), dire “ci vediamo a Bali“ non è così assurdo. Io sentivo solo parlare con cadenza milanese. Giuro. Invece Bali mi è rimasta nel cuore e i numerosi motivi per cui mi ha conquistata ve li scriverò in un post dedicato, qui vi faccio venire l’acquolina in bocca con #4idee di tramonti meravigliosi. Ci tengo a dire che gli scatti non sono ritoccati. Insomma, quello che vedete in foto è proprio ciò che ritroverete là, quando deciderete di andare in vacanza in Indonesia. A dirla tutta, io sto chiedendo a Francesco di farci un pensierino, per volare di nuovo laggiù, la prossima estate.
Istanbul, ponte tra Oriente e Occidente
Primavera a Istanbul. Il mio cappotto verde a stampa tartan. Il balik ekmek mangiato con l’acquolina in bocca sotto il ponte di Galata. Le voci cantilenanti dei muezzin che, a partire dall’alba, rimbalzano da una moschea all’altra. Le carpe giganti della Cisterna Basilica. Il taxi che sbagliava sempre strada, girando su se stesso e facendoci perdere l’orientamento, e che non riusciva a portarci a Nevizade Sokak. I dolcissimi lokum. Il pepe comprato al bazar delle spezie e che ancora centellino per insaporire alcuni piatti. La maestosità della Basilica di Santa Sofia che fa sentire sperduti e nella quale sembra di poter percepire la stratificazione delle religioni che ha ospitato: cattedrale cattolica prima, sede patriarcale greco-ortodossa poi, moschea dopo, museo oggi. La nebbia di Anadolu Kavagi, alla fine del Bosforo. Il tramonto illuminato da centinaia di puntini lontani, le moschee con i loro minareti, là dove curva il Corno d’Oro, sull’altura di Eyüp. Con qualche giorno a Istanbul non ci si può illudere di capire la complessità della capitale turca né di passare attraverso i vari livelli di questa città, ma certo si può assaporare qualcosa che poi viene a casa con noi. E ci resta per sempre.
Il 2013 di Valigia a due piazze, un viaggio lungo un anno
Questo non è proprio il primo post dell’anno, in quello sul Messico c’era un trucco: preimpostato prima della partenza per il Marocco (di cui avete già visto qualche scatto sul mio profilo Instagram @laeli e sulla pagina Facebook di Valigia a due piazze), l’ho poi pubblicato accordandomi con i colleghi de IlGiornale.it, che, come sapete, dallo scorso novembre ci ospita sul suo server.
E quindi eccoci con l’effettivo primo articolo 2014, con cui entriamo nel nostro secondo anno di vita (il compleanno del blog sarà il 3 marzo, annotatelo!). Ripercorriamo con voi i post 2013, con una foto a viaggio, scelta perché più significativa o sull’onda dell’emozione che mi risveglia.
Vi rammento che i viaggi che abbiamo realizzato nel 2013 non corrispondono ai post che man mano avete letto l’anno passato. Quelli li penso, li preparo e poi li scrivo – dopo avere lungamente riordinato gli scatti di Francesco (e qualcuno mio, soprattutto quelli con lo smartphone) – a seconda di ciò di cui ho voglia di raccontarvi. A volte è un’urgenza, a volte mi rendo conto che può essere il periodo giusto per farvi venire voglia di raggiungere una precisa destinazione, altre volte ancora capita che mi venga in mente un episodio che desidero condividere con parole e immagini con voi. E poi sapete che devo fare decantare un viaggio, dopo essere tornati a casa e aver disfatto la valigia a due piazze. Diciamo che l’ordine cronologico mi piace in ogni particolare della mia vita, ma resta fuori da questo blog, che cresce, con amore, in ordine sparso.
30 paesaggi sul mare da sognare (e visitare)
Fin da bambina ho sempre pensato che puoi passare ore e giornate intere a fissare il mare perché non è mai uguale a se stesso. Che si infranga contro alte scogliere o che scivoli come una carezza sulla sabbia scaldata dal sole. Ha forme in continuo cambiamento, se c’è vento, se viene solcato da un’imbarcazione, se un bimbo, sul bagnasciuga, schizza la sorellina incrinando quella distesa di velluto. E ha decine di sfumature che si susseguono l’un l’altra a seconda dell’ora del giorno, della stagione, delle condizioni del cielo. E’ un grande specchio in cui perdersi. A volte è un limpido abbraccio immobile in cui potersi bagnare, spingendosi un po’ più in là, lontano dalla riva. Altre volte si infuria e si gonfia, riversandosi sugli scogli con rabbia. Il mare ha un rumore, ha un odore, ha un colore e ha un sapore. Ed è sempre diverso. Questi sono alcuni dei luoghi di mare che portiamo nel cuore. Sono fotografie impresse prima di tutto nei nostri ricordi. Sono tra le spiagge più belle del mondo. E le condividiamo con voi.
1. Indonesia – La spiaggia di Seminiak, Bali
20 luoghi meravigliosi
Siamo tornati da Copenhagen da quasi un mese. Eppure non ho ancora rivisto le foto che abbiamo scattato. Ho bisogno di un momento di decompressione, dopo ogni viaggio. Il periodo successivo al rientro a casa è solo fatto di ricordi freschi e vivi, non c’è bisogno d’altro. Poi le immagini arrivano in soccorso, un po’ alla volta. E si riscoprono con gioia e con stupore. E poi ci sono quei paesaggi che non si possono dimenticare mai, forse giusto un po’ di nebbia, dei particolari poco chiari che vanno a volte a confondersi con i sogni. Allora con Francesco ci guardiamo e ci diciamo “ma ci siamo stati davvero, laggiù?”. Questa è una prima selezione – ma ne verranno molte altre, divise per temi più o meno azzeccati – . Vi portiamo, come sempre, nei luoghi in cui siamo stati insieme, noi di Valigia a due piazze, e in questo photopost viaggiamo tra canyon, valli e laghi così diversi tra loro, qua e là per il mondo. Tra sogni e ricordi.
1. Perù – Le saline di Maras