Siamo in un precario equilibrio tra post confinamento Coronavirus (o lockdown, come abbiamo imparato a chiamarlo) e desiderio di tornare a vivere e per molti di noi viaggiare è una parte consistente della vita: della socialità, del lavoro, del piacere. Stiamo cercando un nuovo spazio tra il pre Covid-19 che non tornerà più (così com’è cambiato il modo di viaggiare dopo l’attentato terroristico alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, come punto di non ritorno) e il post Covid-19, che non esiste ancora, perché siamo in emergenza sanitaria.
AGGIORNAMENTO SU BAGAGLIO A MANO IN AEREO – 26 GIUGNO 2020
Nei quasi tre mesi in cui siamo stati costretti all’interno delle mura di casa, abbiamo continuato a tenere attiva la nostra mente, a lavorare, a porci delle domande, ma abbiamo anche cercato di soffocare un pochino il desiderio di normalità perché gli esperti in qualsivoglia materia – online, in televisione e sui giornali – ci hanno detto che, sì, saremmo cambiati e chissà quando saremmo tornati a una “nuova” normalità. Per cui adesso ci muoviamo in punta di piedi tra il sito web per prenotare un volo o una vacanza e le ultime notizie che ci informano su come ci si può spostare nello Spazio Schengen e nel resto del mondo. Ma abbiamo voglia di stare otto o dodici ore in volo di fianco a un estraneo di cui non sappiamo niente e che magari non si cambia la mascherina ogni quattro ore, come chiesto dalle compagnie aeree? Di certo in questi mesi abbiamo capito che si può fare tutto a un ritmo diverso, un po’ più lento. E se questo avesse influito anche sul modo di viaggiare? Se dobbiamo arrivare in aeroporto molto prima rispetto ai soliti tempi per superare i nuovi controlli di sicurezza ed evitare assembramenti, sceglieremo di organizzare un weekend in una capitale europea? Oppure aspetteremo di avere più giorni? Insomma, il viaggio mordi e fuggi a cui eravamo abituati – soprattutto dopo l’avvento delle compagnie aeree low cost che ci hanno fatto dimenticare gli esborsi di danaro (o la rinuncia, direttamente) di un biglietto in stile anni Novanta – continuerà a esistere? E se fosse la volta buona che la gente smetterà di fare le tacche sull’atlante del tipo: “qui ci sono stato, qui no, qui sì, tu quante città hai visitato? Io ho un Paese più di te” come se si dovesse fare a gara a chi ha passato più tempo in quota e come se fosse quella tacca in più che davvero ci ha fatto comprendere un luogo del mondo, la sua cultura, la sua storia? No, perché per questo si può iniziare a fare un buon lavoro fin da casa, studiando e informandosi, proprio per viaggiare in modo più consapevole. Però al selfie con il luogo iconico da postare su Instagram non si può rinunciare ed è più facile da realizzare, giocando un po’ con i filtri, rispetto a una lettura di spessore. È un po’ la solita storia: tutti parlano di tutto, ma pochi sanno farlo e sono padroni della materia e quindi sono consapevoli di ciò che dicono. E allora partiamo da qui e vediamo di raccogliere le prime indicazioni che abbiamo su come cambierà post Covid-19 il modo di viaggiare degli italiani fin da questa estate e da come cambierà anche l’offerta ma anche quali sono le nuove regole per volare di cui già si sa qualche cosa.
Sembra che a rinunciare alle vacanze, quest’anno, in Italia saranno circa 7 milioni di persone. In parte per problemi economici, in parte perché a luglio e ad agosto si dovranno recuperare i tempi morti del confinamento (non tutti hanno potuto trasformare la propria attività in smart working) e una bella fetta, invece, sceglie di non partire perché non si sente sicura. S’impennano infatti le ricerche online che riguardano le ville (meglio se con piscina e in luoghi tranquilli) e le baite in montagna (la montagna dà subito l’idea di isolamento e che sia più facile combattere l’afa estiva senza per questo rimpiangere un viaggio, anche nel luogo più umido del mondo, ma dall’altra parte del Pianeta). Le tre parole che continuano a ronzarci in testa sono precauzioni, distanziamento fisico e buonsenso.
Per i giovani (18-34 anni) – ricerca di Deloitte che monitora continuamente le scelte nel mondo e anche degli italiani – tornare a volare, per esempio sarà più facile. Tutti gli altri, se possono, questa estate eviteranno l’aereo (solo il 26% degli intervistati oltre i 35 anni salirebbe su un aereo con tranquillità). Inoltre, solo il 20% sarebbe disposto ad affrontare un volo domestico e la percentuale scende al 14% se si tratta di un volo internazionale. Gli aeroporti, quindi, devono mettersi nei panni dei propri clienti-viaggiatori e cercare di comprendere i loro bisogni e le loro preoccupazioni, utilizzando la tecnologia per garantire la salute dei passeggeri e dei dipendenti. E proprio per questo motivo, ecco che tornano a interessare i viaggi in treno (il TGV – che parte da Torino e passa per Milano per arrivare a Parigi – ha ampliato l’offerta per chi non si sente di raggiungere la capitale francese in volo), ma in rete spopolano anche i viaggi in camper (i travel blogger sono già al lavoro per pubblicizzare una meta o l’altra a seconda di chi offre di più e le richieste alle agenzie di noleggio sono cresciute sei volte rispetto a quelle del 2019 nello stesso periodo) – ma ricordatevi che un camper si guida se si sa come si fa, non sceglietelo per moda, usate la zucca – e piacciono molto anche i soggiorni più o meno lunghi nei vigneti. C’è da dire che questo è il periodo migliore perché le vigne sono al massimo dello splendore fino a inizio e a volte metà agosto, prima che poi inizino le vendemmie. E in tutta Italia si offrono esperienze gourmet nelle vigne del Trentino Alto Adige come dell’Umbria, ci sono hotel con finestra su colline e vigneti e ne parlo anche nel mio libro, Monferrato Alessandria e Asti, dove si può andare alla scoperta non solo di vigne e borghi, ma anche di cantine per le degustazioni e dei tipici infernot, scavati sottoterra nel tufo per conservare il vino. L’Italia offre davvero di tutto, oltre al mare, per cui non c’è che da scegliere, da nord a sud.
Tornando ai voli, tema delicato e che interessa a molti, nella Fase 3 non è più necessario lasciare un posto vuoto – come invece sui treni dell’Alta Velocità, Trenitalia e Italo, vige ancora la disposizione a scacchiera – e la cabina a pieno carico desta più di qualche preoccupazione. Tutti i posti sono quindi assegnati, da ora, e deve essere garantito un costante ricambio d’aria, più il cambio della mascherina dei passeggeri ogni quattro ore (dobbiamo affidarci al buonsenso del singolo che deve ricordarsi anche di portare un numero di mascherine sufficienti da sostituire durante la tratta). Inoltre lo schienale deve rimanere in posizione eretta per tutto il volo. Il bagaglio a mano è ancora consentito, ma c’è l’incoraggiamento a renderlo il più leggero possibile. Anche se al momento non è ancora fatto divieto portare in cabina i trolley. Questa per il momento è l’indicazione dell’ICAO, l’agenzia dell’Onu per l’aviazione civile, che appunto resta un invito e le restrizioni sono ambigue, speriamo di aver presto lumi. Se si riesce, meglio imbarcare in stiva. Al momento lo stop ai bagagli a mano si legge anche in un Dpcm pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma pare che ciò riguardi solo i bagagli a mano di grandi dimensioni. Ci sarebbe utile conoscere esattamente le misure e il peso, perchè il “poter stare sotto al sedile” è un po’ vago. Ryanair e Wizz Air intanto pare stiano già fregandosi le mani con un colpo di genio: “porta pure il bagaglio a mano a bordo, intanto ti faccio una tariffa ad hoc”. Siamo sempre lì. Con il danaro si fa ciò che si vuole. Invece pare che easyJet valuterà al momento (speriamo che le valutazioni non rubino troppo tempo, altrimenti dovremo arrivare in aeroporto dieci ore prima della partenza, per evitare l’assembramento). Resta il divieto di volare per coloro che, sottoposti al controllo della temperatura con termoscanner, risultino superare i 37,5 gradi (anche se in altri Paesi questa temperatura sale inspiegabilmente a 38 gradi).
UPDATE DIVIETO BAGAGLIO A MANO IN AEREO – DAL 26 GIUGNO 2020
Stop del bagaglio a mano in aereo da venerdì 26 giugno 2020. La motivazione del ministero della Salute veicolata da ENAC è per limitare il rischio di contagio ed eliminare o ridurre la possibilità di assembramenti nel momento in cui si dispongono i bagagli a mano nelle cappelliere in cabina. È ancora possibile portare con sé una piccola borsa o uno zainetto da riporre sotto il sedile del posto davanti al nostro. Al momento però non ci sono indicazioni precise su dimensioni e peso e questa indicazione varrebbe solo in Italia. Non è ancora chiaro come si comporteranno le compagnie aeree low cost come easyJet e Ryanair che stanno ancora vendendo lo speed boarding, ovvero la possibilità di salire per primi sull’aeromobile e di portare con sé un bagaglio a mano, a pagamento. Il consiglio, in questo momento di passaggio a nuove regole è quello di contattare sempre la compagnia aerea con cui volerete prima di partire per l’aeroporto, così da avere il tempo di approntare i bagagli nel modo più corretto.
La domanda del viaggiatore/turista (per me è importante la differenza, come ho scritto più volte qui, su Instagram e Facebook di Valigia a due piazze e sul mio libro Prête-à-partir. Tutti i consigli per la viaggiatrice perfetta: il primo è consapevole, il secondo di solito si affida e si lascia guidare, tipo asino in mezzo ai suoni) è cambiata: se l’aereo era il mezzo preferito per le vacanze, ora si prediligono i mezzi propri (automobile e camper, come visto sopra, e anche moto); se prima si organizzavano i giri del mondo e i viaggi a lunga gittata, adesso si prediligono le forme dello slow travel, i borghi, le esperienze nella natura; oggi inoltre – per chi potrà permetterselo – ci sarà un tipo di turista che non acquista solo esperienze uniche e speciali, ma che proverà ad acquistare spazio, cioè luoghi in cui sentirsi sicuro e protetto perché da solo. Infine, proprio legato a questo ultimo aspetto, chiunque potrà, anche senza spendere cifre importanti, punterà a evitare luoghi in cui ci siano eventi di massa (che al momento sono ancora in parte vietati, ma torneranno anche quelli) quindi è probabile che le grandi feste, le sagre tipiche e i festival di strada al loro primo rientro in scena non saranno in cima alla lista delle nostre mete preferite. Vi consiglio anche questo articolo su Huffington Post.
La professoressa Maria Angela Polesana, docente di Sociologia dei Media e di Sociologia del Turismo all’Università IULM di Milano, ha raccolto in cinque agili punti come cambierà il turismo e il modo di offrirlo ai viaggiatori.
- FIDUCIA. Riconquistare la fiducia sarà una sfida, anzi lo è già. La pandemia non ha cancellato il ruolo rilevante che in Italia hanno il Country of origin e il Made in nel food, nell’arte, nella moda e nel design, nella cultura. Per riconquistare la fiducia degli italiani e poi dei viaggiatori dal mondo è importante puntare per esempio sui grandi saperi artigianali di cui il nostro Paese può a buona ragione vantarsi. Così come serve motivare con una nuova spinta – e non solo a parole – le piccole, medie ma anche piccolissime imprese. Nella comunicazione si devono scegliere testimonial, o come si chiamano oggi influencer, che siano credibili. Si parla a un pubblico che ormai sa destreggiarsi tra comunicazione sincera e marchetta.
- VALORI. Oggi i valori sono legati al rispetto dell’altro da un punto di vista della sua sicurezza e quindi in due parole igiene e salute. Impegnarsi per garantirli in modo trasparente è fondamentale. Il settore dell’Hotellerie deve comunicarlo nei propri touchpoint digitali e raccontare attraverso il web come stanno lavorando per offrire ai clienti un buon servizio. Il rapporto va ricostruito e le iniziative che si stanno prendendo per garantire la sicurezza dell’ospite devono essere narrate.
- DIGITALE. È importante potenziare i servizi in questo senso e anche nel settore del turismo creare app che evitino di stare in coda, a maggior ragione nelle giornate molto calde e sotto il sole o in previsione di maltempo. Si deve tranquillizzare sulla fruibilità in tutta sicurezza del luogo in cui si intende andare, consentendo prenotazioni agevoli negli spazi che si vogliono frequentare.
- SLOW. Dal turismo mordi e fuggi al turismo slow, quindi percorsi in bici, a piedi con le guide, trekking. Si può dire che l’estate del 2020 sarà anche quella del cicloturismo. Riscopriamo il saper fare e ciò ci porta – sia nella moda che nel food e in tutto ciò che è legato alle visite di un luogo e a ciò che ci piace vedere – di nuovo ai piccoli artigiani, alle botteghe. Prevedere visite nei laboratori può essere uno stimolo importante da tenere presente. E il mondo dell’enologia e della viticoltura ci è già arrivato.
- SOSTENIBILITÀ. Si lega al punto precedente della lentezza: valorizzazione delle aree verdi e dell’ambiente.
E oggi e ancor più a emergenza sanitaria finita – mi permetto di aggiungere – sarà necessaria una reale sostenibilità che viaggi di pari passo con la responsabilità nei confronti della comunità in cui viviamo e delle generazioni future e con lo sviluppo. E, se davvero vogliamo andare sempre più verso una sostenibilità ambientale che sia fattibile e attuabile, deve essa sposarsi con una sostenibilità economica e con una sostenibilità sociale. Non ne esiste una senza l’altra.
Comunque, si sa, come ci siamo abituati al lockdown, ci abitueremo a tornare alla vita, al movimento. Speriamo solo più grati e consapevoli del fatto che alcuni piccoli piaceri che eravamo abituati a dare per scontati sono invece un privilegio di cui godere.
Tutti gli scatti sono stati realizzati da Francesco Minisci e sono di proprietà di Valigia a due piazze.
Angelo says
Il turismo pensava di vivere nel paese dei balocchi. Liberismo sfrenato, deregulation, compagnie aeree che nascono come i funghi “per permettere a tutti di viaggiare”. Il turismo e’ diventato un immenso immondezzaio dove agli agenti di viaggio e’ concesso rovistare, esattamente come a chiunque altro. Una societa’ dove la molla che ti spinge a partire e’ perche’ il biglietto costa 10 euro, e’ fallita. Intanto perche’ i 10 euro sono se vai in mutande, ma se ti porti il necessario, diventano esattamente quanto i famosi anni novanta tanto criticati. Poi perche’ si sono create solo masse che si spostano per mangiare panini a destinazione, ma non sono consapevoli di cio’ che vanno a visitare. In tutto cio hanno gongolato solo le compagnie low-cost, che operano senza nessuna etica e con il solo miraggio del profitto. I piloti vengono presi dalle agenzie interninali, senza sapere il livello di addestramento, e si pagano le divise; le hostess sono diventate delle commesse/piazziste: siamo riusciti nell’intento di proletarizzare i mestieri piu’ prestigiosi. Aerei da 800 posti che ora non si sa come riempire. Navi da 7000 passeggeri: il buon senso avrebbe dovuto suggerire un limite. Nessun equipaggio addestrato potrebbe evacuare 7000 persone in caso di naufragio (mare in tempesta, panico dei passeggeri) eppure le hanno costruite lo stesso, con la presunzione che non succede mai nulla ed in spregio a qualunque norma di prudenza e cautela sulla sicurezza marittima e sanitaria. Spero che si impari la lezione che tutto non deve realizzarsi in nome della libera impresa e della globalizzazione: un minore intasamento dei cieli di migliaia di aerei che giornalmente coprono le stesse rotte, probabilmente avrebbe diluito in un tempo maggiore tutta questa catastrofe, perche’ ricordiamocelo: il virus ha viaggiato sugli aerei.
valigiaaduepiazze says
Angelo, qualche aspetto del suo discorso mi trova in accordo. Il turismo però è anche quello dei piccoli operatori turistici del nostro Paese che non hanno mai avuto indicazioni chiare (come anche adesso: due metri, un metro, otto metri quadrati, si va a caso e si spera a buonsenso) e che non hanno mai potuto godere di un piano strategico da parte del Governo. Per cui se non ci fosse la buona volontà di tanti singoli o di piccoli gruppi, comunque dei cittadini in prima persona che credono nel turismo e nell’ospitalità, l’Italia non sarebbe così amata e apprezzata nel mondo. Forse sarebbe ora che il Governo iniziasse a dare davvero una mano, a puntare davvero sul turismo in modo sensato e consapevole, che desse indicazioni chiare e che ci fosse un benedetto piano di rilancio, una strategia.