E’ un ritmo frenetico, quello a cui vive Marrakech che io, prima di visitarla come inizio di un viaggio on the road, m’immaginavo affollata sì, colorata sì, rumorosa anche, ma così veloce come una metropoli no. Marrakech, a tre ore e mezza di volo da Milano e Roma, è una città che, seppur vasta e labirintica, può essere visitata e goduta anche in un weekend. Con le nostre #4idee su Marrakech vi indichiamo i posti da non perdere o a cui dare la priorità, qualora aveste più tempo a disposizione. La vostra valigia, al ritorno a casa, saprà di datteri, arance, olio di rose, argilla e spezie. E non riuscirete più a contare quante babouches vi siete portati via.
idea 1 – Se arrivare a piedi può non essere semplice perché potreste dover superare il souk di Marrakech e uscire dalla medina, chiedete a una guida (contrattando in anticipo, ad esempio dieci euro sono più che sufficienti per 4 ore di passeggiata) o a un taxi di portarvi alla enorme Bâb Agnaou (bâb significa porta). Una imponente struttura decorata con disegni geometrici che si irradiano dall’arco centrale. Risale al XII secolo e segnava uno degli ingressi delle antiche mura della città. Alzate lo sguardo e notate i nidi di cicogna sulla cima di Bâb Agnaou.
idea 2 – Il souk di Marrakech e piazza Djemaa el Fna, il cuore della medina. Il souk in realtà si compone di più mercati e ognuno di essi vende un prodotto specifico: il Souk el Btana è quello delle pelli, l’affascinante Souk el Haddadine è quello dei fabbri, in cui i vostri passi saranno scadenzati dal clangore dei martelli sui metalli, il Souk des Tapis è quello in cui vengono fabbricati ed esposti migliaia di pesanti tappeti e quello per cui per me è valso il viaggio e che sognavo da tempo è il Souk des Babouches. Anche voi porterete babbucce per tutti, in Italia. Per le donne, in particolare, è un po’ come trovarsi al mercato (di Abu Dhabi) in cui Carrie nel secondo film di Sex and the City acquista le preziose ciabattine, scordandosi il passaporto. Centinaia di colori, comode e decorate con pietre o ricami. Contrattate ovvio, ma più ne comprate più scende il prezzo. Vi consiglierei di perdervi nel souk, però è decisamente più vasto, per esempio, del Gran Bazar di Istanbul. E’ un posto tranquillo in cui la situazione è sotto controllo, ma girare con una guida anche solo per farvi indicare i vari mercati e andare sul sicuro può essere d’aiuto. A noi l’ha fornita Oro del deserto. Tenete a mente il souk per i regali di Natale. Allungate la visita verso la Médersa Ben-Youssef. La Madrasa fu una scuola coranica ed è la più grande del Marocco.
Il vasto souk di Marrakech su un lato sfocia su Djemaa el Fna. L’enorme piazza è da visitare sia di giorno sia al tramonto, quando non si ritrovano più solo i turisti a curiosare ma soprattutto i marocchini che si danno appuntamento per chiacchierare, per giocare in strada, per cena. Contro il cielo azzurro che a poco a poco si scurisce, si staglia il minareto della Moschea Koutoubia e tutt’intorno sale il fumo delle griglie e dei fuochi. Djemaa el Fna è come un grande circo, come un teatro a cielo aperto, tra addestratori di scimmie, incantatori di serpenti, cantastorie intorno ai quali si raggruppano, silenziosi e attenti, i marocchini e, ancora, musicisti e ambulanti. Ma anche cavadenti. Salite sulla terrazza di uno dei locali che circondano il ristorante all’aperto della piazza per assistere allo spettacolo serale dall’alto.
idea 3 – usciamo dalla medina per immergerci nel giardino di delizie a nord-est di Marrakech: il Jardin Majorelle, nato come rifugio del proprietario Jacques Majorelle e, alla sua morte, restaurato e amato dallo stilista francese Yves Saint Laurent. Nel giardino, tra passerelle di legno, piante acquatiche e piccoli stagni, dominano i colori giallo, verde e blu e una grande varietà di piante grasse provenienti da tutto il mondo.
idea 4 – sempre fuori dalla medina, si trova un grande spazio pubblico in cui gli abitanti di Marrakech vanno a passeggiare e a passare il tempo libero, in particolare nei giorni di festa. Sono i Giardini Menara, che risalgono al XII secolo. Uliveti e frutteti tra i quali serpeggiano stradine sterrate e, al centro, un grande bacino artificiale che irriga i campi circostanti. Se non fa troppo caldo, portate con voi il necessario per un picnic. Per raggiungere i Giardini Menara, andate a ovest da Djemaa el Fna, attraverso Bâb Jdid, proseguendo per circa un chilometro e mezzo su avenue de la Menara.
Anche se può essere un po’ più problematico spostarsi perché non circolano taxi e automobili, quindi bisogna trascinarsi dietro i bagagli, vi consigliamo di fermarvi a dormire all’interno della medina, per assaporare la vera Marrakech, che si alza presto al mattino per mettersi all’opera in decine di lavori differenti e che alla sera, dopo il tramonto, tentenna sull’uscio di casa per le ultime chiacchiere della giornata, tra gatti sornioni e galline ruspanti. Niente albergo, nella medina, scegliere un riad, una casa o un palazzo con il giardino e il salotto nel cortile interno. Noi abbiamo dormito al Riad Princesse du Désert: stanza con caminetto, patio in cui viene offerta l’abbondante colazione e una squisita cena e, nel piano interrato, la piccola spa in cui è possibile fare l’hammam, anche di coppia.
Se volete vedere altre foto e seguire il nostro viaggio on the road in Marocco, seguite l’hashtag #valigiaaduepiazzeinmarocco su Instagram. E chiudo con un consiglio femminile. Se volete i capelli morbidi e che profumano di latte, passate dalla Pharmacie Koutoubia nella medina (Boulevard Fatima Zahra) e chiedete le confezioni da viaggio di shampoo e balsamo alle proteine del latte.
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