E’ tempo di pensare ai viaggi estivi. Quelli che di solito si organizzano con un po’ d’anticipo. Perché quando li si programma è un po’ come viverli due volte (tre nei ricordi, quattro se avete un travelblog, cinque sei e oltre se rileggete i post del vostro blog!).
L’estate scorsa, ad agosto, siamo stati in Irlanda e confesso che ero molto scettica, quando mio marito se n’è uscito con questa proposta. Mi sembrava un posto scontato, un viaggio un po’ da sbarbati. Che errore! Credetemi se vi dico che da allora penso quasi ogni giorno all’Irlanda. Non sto scherzando. Ci sono particolari e momenti che mi vengono in mente all’improvviso e mi perdo nei ricordi di quella bellissima vacanza.
- Kylemore Abbey nel Connemara
Il verde. Tornerete a casa (o già lo sapete, se ci siete stati) con il verde negli occhi. Farete fatica a riaccettare le nostre – seppur meravigliose – terre, perché quel colore, di quell’intensità, resta dentro. Occupa tutto lo spazio che abbiamo nella testa. Un mondo uscito da un racconto fantasy, come ho già scritto qui, che può fare da location a uno dei pianeti di Star Wars o al Signore degli Anelli.
Le pecore con il muso nero. Si è talmente abituati a trovarsele dietro ogni curva, a brucare sul ciglio della strada a picco sul mare, a vederle – centinaia di puntini bianchi – sul fianco di una collina verdissima che, quando si lascia l’Irlanda, per i primi giorni si cercherà ancora di scorgerle dietro casa, in un prato appena fuori città.
Pioggia e sole. Portate sempre con voi un ombrello, un cappello e una giacca impermeabile. Il tempo è in cambiamento continuo proprio come si racconta. Peggio di Londra, perché qui si è esposti ai venti che arrivano dal mare e a noi è capitato di passare, guidando la macchina, dal sole a un acquazzone terribile pochi metri dopo, per tornare, ancora dopo pochi metri, al sole in un cielo sereno. E, quando ancora stavamo all’asciutto, abbiamo visto il camion davanti a noi entrare nella nuvola d’acqua.
Vi ricorderete delle nuvole basse e dei colori incantevoli di questa Terra Verde. Degli arcobaleni. Dei tramonti azzurri e rosa. Delle spiagge candide che si sfumano in lontananza in colori pastello.
E poi i castelli, che vi appaiono all’improvviso. In cima a una scogliera. O in un bosco. O, ancora, che si specchiano in un lago.
Sono tanti gli amici – e non solo – che hanno chiesto del nostro tour d’Irlanda. In effetti la parte più complicata del viaggio è la programmazione: stabilire, ad esempio, quante notti stare in un posto se – come a noi – vi piace prenotare in anticipo, a che cosa dare la priorità e soprattutto cercare di perdersi il meno possibile. Perché la cosa peggiore è tornare a casa e vedere una foto su Instagram o Facebook dei pressi in cui si è stati e pensare che a noi quel luogo è proprio sfuggito. Ecco, credo che dell’Irlanda davvero ci siamo visti tutto il meglio e in 16 notti e 17 giorni abbiamo girato quasi l’intera isola, esclusa parte delle Midlands.
Anche se non è lo stile di Valigia a due piazze, qualche volta scrivere e descrivere (in breve) tappa tappa di un viaggio credo sia utile. Di ogni luogo ci sarà man mano un post ad hoc che segnalerò anche qui con i link. E così ecco il nostro tour irlandese come si è svolto:
Volo Lufthansa da Milano Malpensa, scalo a Francoforte e arrivo a Dublino. Due notti a Dublino. Il secondo giorno in treno all’Hill of Howth (nome che sa di Harry Potter).
Il terzo giorno abbiamo affittato l’automobile con cambio automatico, almeno avevamo una difficoltà in meno poichè in Irlanda si guida a sinistra (il volante resta a destra). Ci si abitua in fretta. Poi qualche impiccio può esserci, ma ve lo raccontiamo presto. Ci siamo affidati a Dan Dooley Car Rentals.
Da Dublino ci siamo diretti a Kilkenny, verso sud, passando per Glendalough e a Laragh per il Meeting of the Water (ma di questi incontri di acque ne trovate a decine) – siamo nella Contea di Wicklow.

Consigliamo la gita all’Hill of Howth in giornata perché da Dublino si raggiunge in mezz’ora di treno (da Connolly Station prendere la DART per Howth) e dà subito l’idea dell’Irlanda fuori dalla città.
A Kilkenny ci siamo fermati due notti (l’antica birra che si produce qui è una favola: la Smithwich’s). Non potevamo perdere il Ring of Hook con il suo faro e la Tintern Abbey. Uno di quei luoghi – ne abbiamo trovati numerosi in questo viaggio – in cui ci è sembrato di essere gli unici turisti al mondo. Una sensazione rara in vacanza e che vi auguro di poter provare.
Il quinto giorno di viaggio ci siamo spostati a ovest verso Killarney, nella Contea di Kerry (ecco, qui invece il turismo è tanto perché di solito partono i pullman da Dublino per visitare il Ring of Kerry). Lungo il tragitto siamo stati alla Rocca di Cashel, al Cahir Castle (nell’omonimo paese molto grazioso e in cui abbiamo mangiato benissimo scegliendo un pub alla cieca), al Lough Gur dove è conservato – tra un trattore e una mandria di mucche – un cerchio magico di pietre.

Il cerchio di pietre del Lough Gur resta da un’altra parte rispetto al sito indicato, perciò seguite i nostri prossimi articoli
A Killarney, nella Contea di Kerry, ci siamo fermati quattro notti. E’ un punto strategico dell’Irlanda meridionale e, proprio per questo, è preso di mira dal turismo. La cittadina non è bella, poco caratteristica. Noi ci siamo giusto stati un paio di sere per mangiare una cosa veloce, al rientro dai nostri lunghi giri in automobile.
Il sesto giorno siamo stati alla penisola di Dingle. Le prime scogliere, spiagge bianchissime, fiori rosso vivo e giallo intenso lungo le strade: meraviglia pura. Abbiamo quasi voluto perderci in macchina e siamo arrivati lontano, fino a trovarci di fronte alle Isole Maharees che se ne stanno a guardare la costa dall’Oceano Atlantico.
Il settimo giorno, sempre facendo base a Killarney, siamo stati in mattinata al Blarney Castle – un po’ finto, ma la villa e il giardino sono da visitare -, pranzo a Kinsale sul mare e poi giù fino alla punta più a sud d’Irlanda: Sheep’s Head e Mizen Head. Sosta per la cena nella bella Blantry e rientro, sfiniti, a Killarney.
Ottavo giorno irlandese. Ebbene sì, niente Ring of Kerry. La sola idea di trovare lunghe file di automobili e pullman lungo la strada mi ha fatto passare la fantasia e, d’accordo con Francesco, abbiamo optato per un giro controcorrente. Prima al Killarney National Park per vedere il Ross Castle che si specchia nel lago, poi siamo saliti di quota al Lady’s View. Siamo scesi di nuovo all’altezza del mare e ci siamo fermati a pranzo a Kenmare: case colorate, bandierine, negozietti che vendono i trifogli in ogni materiale possibile, ristoranti bio. Al ritorno, smaltite le code dei turisti e approfittando del tardo tramonto d’Irlanda, siamo stati alla Muckross Abbey e alla Muckross House. Quella sera c’era una luce nel cielo che non dimenticherò mai.
Nono giorno. Si richiudono le valigie e si viaggia in direzione Galway. Prima di arrivare alla meta, siamo stati ad Adare con i suoi chalet dal tetto in paglia, a Kilmacduagh sotto un folle acquazzone e nel Burren alla ricerca del Poulnabrone dolmen. A Galway siamo rimasti tre notti. La mattina dopo – fregandocene del vento che non ci faceva fare un passo – abbiamo organizzato la gita alle Cliffs of Moher. E l’undicesimo giorno abbiamo preso il traghetto per Inis-Mor, la più grande delle Isole Aran. Si possono raggiungere anche con dei voli privati.
Lasciata la Contea di Galway (12esimo giorno d’Irlanda) siamo andati a nord. Passaggio nel Connemara e nel Mayo, notte a Sligo.
Tredicesimo giorno: da Sligo, passando ai piedi del Benbulben nella Yeats County, a Rossnowlagh (le infinite spiagge su cui si può andare in macchina) nel Donegal, alle Sleeve Ligues nonostante la pioggia. Poi sconfiniamo dell’Irlanda del Nord ed è subito Gran Bretagna.

Anche se vi sembra tutto mare, guardate meglio: è sabbia. Compatta su cui si può andare con l’automobile. Siamo a Rossnowlagh, nel sud della Country Donegal
Tre notti in Irlanda del Nord, a Derry. Quattordicesimo giorno: Carrick-a-Rede Rope Bridge. Si tratta di un ponte in corda sospeso sul mare in un contesto incantevole. Al pomeriggio (dopo essere rientrati a Derry per cambiarci perché ci siamo presi una lavata come mai prima in vita nostra), siamo rimasti in città e abbiamo visitato il quartiere in cui stava il nostro B&B: il Bogside, tristemente noto alla cronaca per i fatti accaduti domenica 30 gennaio 1972, la cosiddetta Bloody Sunday.
Quindicesimo giorno: con base a Derry, siamo ripartiti per la Contea di Antrim. In mattinata visita alla Giant’s Causeway, il Selciato del Gigante. Chiusura degna di nota: Downhill Demesne e, al tramonto, il Dunluce Castle con la spiaggia di Portstewart.
Il sedicesimo giorno, con il rientro a Dublino, iniziamo a lasciare dietro di noi il verde, la luce, la natura. Ultima notte in città e partenza la mattina dopo con volo Lufthansa e scalo a Francoforte, come all’andata.
Questo è solo l’inizio.
Fateci sapere qual è stato il vostro Ring of Ireland.
bravissima eli, che foto!!!!!!!!!!!!!!!!! che posti!!!!!!!!!!!!!!!! che ricordi…………………………………………………………
Sei proprio tu quello che anni fa mi fece venire la prima voglia d’Irlanda. Gli scatti sono di Francesco. Tanti abbracci!
🙂 🙂 🙂 🙂 sei un mito, grazieeee!
Fammi sapere se ti è utile 🙂
che meraviglia!
Terra stupenda. Conosci l’Irlanda?
No, ma ci vorrei andare, e fare il giro completo!
Allora ti sarà utile questo post 🙂 E’ un posto meraviglioso, ma credo che non ci siano più dubbi dopo questi pochi scatti.
Sogno l’Irlanda, e il mio più grande errore è stato acquistare la Lonely Planet: ora che ce l’ho tra le mani ho una voglia incredibile di partire alla sua scoperta… Anche domani! Però dovrò attendere ancora un pochino, spero il prossimo anno!
Belle belle le tue foto! 🙂
Ciao Valentina, ti auguro di andare presto in Irlanda. E’ uno di quei luoghi a cui ripenserai spesso, dopo aver visitato le sue terre verdi e fresche. Anche noi facciamo la top list dei luoghi in cui andare ed è sempre più lunga!
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