Per me, sono passati gli anni degli anfibi, lo so (dite di no? dite di no?! ripetetelo più forte!). Sono passati da una quindicina d’anni. Quando tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori, le mie compagne di classe li indossavano neri o viola melanzana e io li avrei desiderati tanto. Tanto. Ma non c’era verso di farmeli regalare dai miei genitori, che li consideravano il male. E così non osavo neanche insistere, come invece ho fatto (per molti anni) con tutto quello che mi piaceva e poi, da brava figlia unica, sapevo che presto o tardi avrei ottenuto.
E poi pure all’università. Forse solo nei giorni di pioggia, perché dove andavo io erano tutte pettinate, le ragazze. La sottoscritta arrivava a lezione dopo autobus e metro e molte delle altre entravano in aula con la piega da parrucchiere, la giacchettina bella stirata. E mi ritrovavo, di nuovo, a invidiare ‘sti anfibi. Le rendevano un po’ grunge, un po’ rock.
E poi, con il tempo, li ho sempre trovati un di più, una cosa inutile e, via, non li ho mai comprati.
Tutto questo ha avuto un senso, poi siamo stati a Camden Town. Il Regno degli anfibi.
Eh sì, nella prima foto li vedete ai miei piedi. Finalmente.
Camden Town è nella parte settentrionale della città di Londra e di solito si confonde l’intero quartiere con la lunga strada del mercato e dei negozi, dove ha sede anche il Camden Lock Market (che ha un suo sito). La zona che vi interessa è quella compresa tra le stazioni della metropolitana Camden Town e Chalk Farm, che stanno sulla Northern Line, la nera.
Si sa che uno dei motivi – tra i tanti – per andare a Londra, soprattutto nel fine settimana, è proprio il piacere di gironzolare per i mercatini (in un prossimo post, anche Portobello Road). A Camden Town andateci pure qualunque giorno della settimana perché è sempre aperto e l’unica cosa che forse potreste trovare meno è proprio il caos.
E poi si detto un po’ di tutto, su questo (questa?) Camden Town. E’ una parte degradata di Londra, è sporca, c’è brutta gente, ti vendono la droga (si dice ancora così, no?), è un po’ come Sinigaglia a Milano (leggenda racconta che se ti rubano la bici a Milano, devi andare a cercarla poi lì, il sabato mattina – io ho casa abbastanza vicino e vi assicuro che è anche un gradevole mercatino delle pulci).
Lasciamoli dire quello che vogliono. Per noi, il mercato di Camden è colore, ottimo cibo di strada (dalle pannocchie di mais alla patata cotta alla brace e ripiena di fagioli, formaggio, carne, ai centrifugati di frutta e verdura), è vestiti usati, è vintage, è un tuffo negli anni Settanta, è anticonformismo, è mi vesto come voglio e nessuno ci fa caso, è il regalo stravagante da portarsi a casa, è musica che si confonde di negozio in negozio, è bottega di cuoio e stivali texani, è odore di caramelle gommose e di suole di scarpe bagnate, è melting pot di persone. E poi se uno vuole una chitarra elettrica, un tatuaggio, un fungo allucinogeno, sì, trova tutto.
E’ Camden Town, bellezza.
Vero il mercato di Camden è colore e cibi gustosi e profumi speziati! E anche sorpresa scendendo in quei negozietti semi nascosti dove trovi abiti vintage, vecchi dischi in vinile e biglietteria colorata! Io ho comprato un sacco di cose carine, che poi per assurdo qui non metto perchè troppo estrose, ma fa niente mi ha così divertita Camden che è una tappa imperdibile 😉 speriamo rimanga così nel tempo. Buoni viaggi! Monica – I Viaggi di Monique
Quando si è a Londra o a New York pensi che ti vestirai come ti pare e che te ne fregherai di tutto. Mi è successo così anche a Tokyo. Poi torni in Italia e l’abbigliamento estroso e i fermargli per capelli a forma di ciliegia finiscono nei cassetti 🙂