La Via dell’Amore non è mai stata molto fortunata. Creata intorno al 1920 per poter costruire il tratto ferroviario (quasi tutto in galleria) La Spezia-Genova, è poi piaciuta così tanto ai liguri e ai turisti che, dopo averla ampliata, è diventata la famosa passeggiata a picco sul mare che collega Riomaggiore e Manarola, due delle Cinque Terre. Però, nella sua breve vita, è rimasta chiusa troppo a lungo. Ogni volta una spiegazione: costi alti, va messa in sicurezza, le priorità del luogo sono altre, le pareti franano. Ed è vero e tutti siamo a conoscenza dell’incidente del settembre del 2012.
Questa bonifica della strada va fatta. Non si può lasciare chiusa la Via dell’Amore, uno dei panorami più belli d’Italia. Non si può lasciare in disparte una zona incantevole della Liguria, che ha sempre richiamato turisti da tutto il mondo.
Ora, se non conoscete questa parte di mare d’Italia, vi mostriamo noi qualche scatto e trarrete voi le conclusioni.
Per darvi un’idea geografica della zona (sempre che non siate già andati a chiedere aiuto a Google Maps), le Cinque Terre si trovano a grandi linee tra Levanto e La Spezia, che non è niente male, come ultima tappa del giro, perché si può concludere con Porto Venere. E, da nord a sud, i borghi – compresi nel Parco nazionale delle Cinque Terre – sono: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore.
L’uso della macchina è sconsigliato e, con grande dolore, ve lo dice una che si muoverebbe sempre in auto. Preparatevi a spostarvi in treno. E’ molto comodo perché sosta in ogni stazione ed è pure suggestivo.
Non state a preacquistare online i biglietti. Si va in stazione e si comprano. Così potete anche consultare gli orari e scegliere come pianificare la giornata. Di solito, in alta stagione in biglietteria hanno delle striscioline di carta che riportano gli orari dei treni che collegano i vari paesi, così ve le potete tenere nel portafoglio e consultarle quando necessario.
Il Sentiero Azzurro è quello che unisce i cinque paesi marinari e, se preso nel suo complesso (12 km e circa 5 ore), è anche sinonimo di mulattiera, sentieri scoscesi, dirupi. Ecco, se vi ho fatto passare la voglia, sappiate che la passeggiata che abbiamo fatto noi è di pochi chilometri e anche sotto il sole è affrontabile con piacere (sempre se la via viene messa in sicurezza e riaperta per la prossima estate). Nel link che ho segnalato qui sopra, trovate le indicazioni per dividere il Sentiero Azzurro in più tappe e, se desiderate, anche in più giorni. Il bello è proprio quello di godersi un borgo alla volta, fermarsi un po’ e gustare il pesce appena pescato, rilassarsi tra i negozietti e, se la stagione lo consente, farsi anche un tuffo. Ricordatevi che in questa zona la spiaggia è inesistente e ci si tuffa, ove permesso, o ci si cala dagli scogli o dagli scaloni. L’unica spiaggia con sabbia e ciottoli è a Monterosso al Mare. |
Da Campiglia, dove eravamo sistemati, ci siamo mossi in macchina fino a La Spezia. Da lì, il treno per Riomaggiore. La Via dell’Amore collega Riomaggiore a Manarola e si può percorrere in entrambi i sensi in mezzora o poco più. Il biglietto d’ingresso si può fare in un borgo o nell’altro, appena usciti dalla stazione. |
Da Manarola abbiamo poi ripreso il treno paese-paese e siamo andati a Vernazza, inserito dall’ANCI tra i borghi più belli d’Italia (ho già scritto di Civita di Bagnoregio e di Castel Gandolfo). |
I ristoranti sono tutti di livello. Basta annusare l’aria e seguire il sentore che più ci ispira per farsi consigliare bene, ma vi lascio qualche indirizzo già provato (e approvato) tra quelli che ci avevano consigliato i negozianti autoctoni.
Il Baretto, una decina di tavolini lungo la strada principale del paesino. Il tegame Vernazza a base di acciughe e le trofie al pesto. E la trattoria di Gianni Franzi in piazza Marconi, di fronte al porticciolo. Muscoli e acciughe ripiene, minestrone alla genovese, pescato del giorno alla griglia. I tavolini sulla piazza sono riparati dal sole, che d’estate tramonta tardi, con grandi ombrelloni colorati.
Chiudete il pasto con un bicchiere di Sciachetrà, vino DOC passito che deve il suo nome al termine dialettale della pigiatura dell’uva (un po’ come il Cacc’e Mmitte foggiano – ogni tanto concedetemi qualche reminescenza da sommelier).
E basta. Aspettate che tramonti il sole.
Come al solito, abbiamo iniziato dalla scelta dell’albergo e credo che pochi posti al mondo (beh, escludendo la notte in Amazzonia, direi) mi abbiano dato tanta pace e senso di serenità come il Piccolo Blu di Campiglia Tramonti. Questa frazione di La Spezia già di suo regala magnifici scorci, perché va a chiudere il golfo spezzino da una altitudine di circa 300 metri sul mare, se non ricordo male.
Ecco, per dirla facile, questo è uno di quei posti che consiglio sempre alle mie amiche quando mi chiedono suggerimenti per un fine settimana estivo.
Immaginate una casetta con poche stanze. Si raggiunge a piedi, percorrendo duecento metri di una crêuza de mä, là alla fine del paese. Vi sembrerà di camminare nell’azzurro del mare. E non scherzo. Farete la colazione nel blu e di notte andrete a letto con la luna che si tuffa nel mare. |
La reception, chiamiamola così, si trova accanto alla chiesa di Campiglia e si apre su un grande prato dove potrete gustare ottime torte salate e acciughe al burro (ne ricordo ancora oggi il sapore di mare, quasi a pizzicare il naso) e riposarvi su un’amaca. |
Non temete di restare troppo isolati, perché alla sera è possibile scendere a Porto Venere con un quarto d’ora di macchina.
Due indirizzi: Il Timone sul lungomare di via Olivo. Focaccia al formaggio e cima alla genovese. E la Trattoria Tre Torri, proprio all’inizio del budello, in piazza Bastreri. Crudo di mare e tutti i primi con la pasta fresca fatta in casa.
Di questo mare così ampio conserverete sempre bei ricordi. Conoscete questa parte di Liguria? Avete percorso la Via dell’Amore?
Anonymous says
Se ci ritornerete potrete fare base a Monterosso, dove in macchina ci si arriva, sull' Aurelia si vedono panorami spettacolari, e da li' prendere il treno come autobus, proprio come avete fatto. Oggi c'e' il Parco marino ma pensate che negli anni sessanta bisognava stare attenti a non sporcarsi con residui catramosi che infestavano le rive. E' un miracolo che si sia riusciti a preservare questi luoghi unici al mondo, modernizzati quel tanto che basta. Il sapore antico della focaccia (non quella al formaggio tipica di Recco) non e' pero', con gran dolore, sopravvissuto. Grazie per il viaggio nei ricordi@skyeltonblues
la Eli says
Giusto ieri sera, dopo avere pubblicato il post, con mio marito ci siamo detti che dovremmo organizzarci per una gita a Monterosso!Ricordo anche negli anni Ottanta il catrame su quasi tutta la costa ligure. Almeno questo, per fortuna, non si trova più!La focaccia unta della Liguria, quanto la amiamo!
annalisa says
Una bella vacanza nei villaggi in Sardegna, posti bellissimi da visitare Stintino spiagge di sabbia fine e mare cristallino uno spettacolo della natura.
https://Villaggiestivi.com
valigiaaduepiazze says
Annalisa, io per pura cortesia lascio il suo commento, ma lei sa bene che non è piacevole commentare per lasciare un link a un articolo molto letto, vero?
Nessun dubbio sulle bellezze della Sardegna!