Si fa presto a dire “andiamo a fare un giro da qualche parte”, la domenica mattina. Molto meglio dormire un po’ di più – mio marito -, bighellonare per casa – io -, prendersi più coccole del solito – Margherita, la nostra Bolognese di 4 anni e mezzo, una figlia, insomma -. E poi ci si trascina, lenti, a fare un brunch.
Eppure ogni tanto questa pigrizia domenical/invernale riusciamo a vincerla. E’ successo così un paio di settimane fa e siamo andati a Civita di Bagnoregio, un’ora e mezza di macchina da Roma. Al confine tra Lazio e Umbria, non lontana da Orvieto.
Civita è conosciuta come La città che muore – che fa un po’ triste, ma la rende pure più magica – perché è isolata su rocce tufacee e la vallata intorno continua a sprofondare un po’ ogni giorno.
Civita di Bagnoregio ricorda un presepe, in particolare al tramonto, quando si accendono le prime luci, ed è raggiungibile da un lungo ponte che collega Bagnoregio e il belvedere a Civita, la sua frazione.
I residenti nel borgo che muore sono sei. Ho detto tutto.
Ancora più suggestivo è trovare Civita immersa nella nebbia. Sembra un’isola. Sembra Avalon, nelle mie fantasie di bambina. Qui un esempio.
Io non sono ero una grande camminatrice. O meglio, non lo sono ero in salita e non lo sono ero quando fa caldo (edit: 2016).
Quella mattina, tirava un’aria fredda da abbattere un asino da soma ben piazzato, ma la salita mi ha stremata (quando giusto un paio di giorni prima, presa dal desiderio di vedere Civita – Francesco già c’era stato anni fa, ma sul Lazio e dintorni è favorito perchè è lui il romano – avevo chiamato un caro amico che ci va spesso e mi aveva detto “ma no, figurati, arrivi alle 15 e alle 15 e 8 minuti sei su”. Non è vero, non per me).
Arrivata in cima, mentre mio marito scattava allegramente foto, ho ripreso fiato e poi, via, dentro il borgo. Lo si visita in dieci minuti ed è in piano. E’ tutto quanto un ristorante tipico, una taverna, un’osteria: ogni porta, un luogo in cui sbirciare. E si vende olio della Tuscia in ogni cortile. Portatevi contanti perché uno sportello per ritirarli non c’è e molti locali non hanno neanche il telefono.
Diecimila Miglia says
Quante belle foto nel tuo blog!
Per i borghi più belli d’Italia, sono stata a Specchia che è un piccolo paese salentino…bellissimo ovviamente! Ne ho scritto un post, ti lascio il link se ti va di leggerlo: http://diecimilamiglia.wordpress.com/2013/09/02/specchia-specchia/
Ciao!
valigiaaduepiazze says
I borghi più belli d’Italia andrebbero visitati tutti, cara Diecimila Miglia 🙂
Nella Tuscia sto scoprendo pian piano delle vere delizie. Per non parlare della Liguria http://valigiaaduepiazze.wordpress.com/2013/04/10/cinque-terre-la-via-dellamore
Ti leggo subito e twitto!
Elisa
Diecimila Miglia says
Proprio sabato scorso sono stata a Monterosso, Lavaggiorosso e Levanto…ne scrivo a breve!
Certo che hai ragione cara Elisa, andrebbero proprio visitati tutti questi borghi deliziosi…in Italia dove ci si muove è (quasi) sempre meraviglioso!
valigiaaduepiazze says
Non conosco Lavaggiorosso, ti leggo volentieri!
Diecimila Miglia says
Ecco qui il post: http://diecimilamiglia.wordpress.com/2013/09/20/lavaggiorosso/
Ciao!
valigiaaduepiazze says
Beh, è da andare a vedere! Grazie per la dritta, Diecimila Miglia.
Gclub says
This content is very good, very interesting. Thank you. Good story like this.