Ci sono città che stai per vedere per la prima volta in cui sai già – prima di partire o mentre sei sull’aereo che ti porterà a destinazione – quale sarà il luogo che visiterai prima di tutti gli altri. Perché dev’essere così. Quello catalizzatore di tutto. Quello sulla copertina della guida di viaggio. A Roma il Colosseo, a Parigi la Tour Eiffel, a New York l’Empire State Building. Insomma, per tutto il resto c’è tempo, ma sistemate le valigie in hotel, si parte subito per scattare la foto iconica di tutto il viaggio. E poi ci sono le città come Melbourne, in Australia.
A Melbourne non c’è un luogo da cui iniziare, non c’è qualcosa da non perdere a ogni costo. Melbourne va vissuta lungo le sue strade e i suoi quartieri, così diversi gli uni dagli altri. Noi siamo stati nella seconda metà d’agosto, faceva freddo, è l’inverno australe, ma già si vedevano i primi segnali della primavera. Una città tanto lontana dal nostro quotidiano e così facile e simile, da visitare lasciandosi trasportare, senza fare le corse, senza una tabella di marcia. Vorrei che i miei viaggi fossero sempre più così, vissuti per osmosi, non depennando che cosa si è già visto e che cosa manca.