Quando andare a Singapore? Sempre. E’ lo scalo ideale per i viaggi nel Sud-est asiatico. Bastano un paio di giorni per visitarla, spezza le lunghe ore di volo ed è moderna e accogliente perché ognuno può trovare ciò che più gli interessa. Architettura ambiziosa, alberghi coloniali, grandi firme, una vasta Chinatown, angoli di verdissima giungla in piena città, giardini avveniristici, templi induisti e la piscina più bella del mondo: la SkyPool del Marina Bay Sands.
Archives for July 2014
Monferrato, un tramonto al Bar Chiuso (quando piove)
Il Monferrato è la mia terra. Mi riconosco nei suoi colori, così differenti da stagione a stagione: le spighe di grano e i girasoli, i fiordalisi e i papaveri ai bordi delle strade in estate, i grappoli d’uva con gli acini ormai turgidi e pronti per essere raccolti nel primo autunno, poi arriva la nebbia, nasconde il sole, si fa densa, corposa e rende tutto grigio prima che arrivi la neve e il paesaggio diventi bianco. La primavera è lenta ad arrivare. E’ una stagione che nel Monferrato arriva e se ne va in fretta. Non dura mai tre mesi. Da quando vivo a Roma la primavera copre la maggior parte dell’anno, ho scoperto una stagione nuova. Invece nel Monferrato stenta ad arrivare, si fa desiderare. Le piogge e l’artiglio dell’inverno le agguantano la coda e rallentano il suo arrivo. Mi riconosco negli odori del Monferrato. E tornare ogni volta è davvero sentirsi a casa. E’ una sensazione che ha del primordiale.
Almeno una volta, ogni estate, con gli amici ci incontriamo a Moleto, al Bar Chiuso (quando piove). Il tramonto è l’orario migliore. La sua magia si interrompe con le tenebre. Non c’è più il panorama che spazia sulle colline, i vigneti e i paesi di cui spicca sempre l’alto campanile della chiesa. E arrivano le zanzare. Quindi si scappa e le chiacchiere proseguono nella tappa successiva. Eppure per quelle due ore a cavallo del tramonto, è un posto incredibile e che infonde serenità.
Indonesia: l’isola di Java in #4idee (n.7)
Vulcani che fanno capolino dalle nubi, tramonti infuocati che richiamano alla mente sacrifici e danze del Sole, i Buddha che allungano il loro sguardo sulla giungla, frutti colorati che rinfrescano la gola preda dell’umidità, preghiere ad Allah che risuonano dall’alba al tramonto correndo di casa in casa e lungo le strade polverose di una delle isole musulmane più grandi del mondo, Java (Giava). Quando Viviana ci ha consigliato di evitare a tutti i costi di mettere piede a Jakarta perché non ci sarebbe piaciuta (nonostante alcune tra le guide di viaggio più note sostengano che si possano trovare gradevoli corsi d’acqua – sic -), abbiamo seguito la sua indicazione e da Singapore siamo volati in Indonesia atterrando con un volo Tigerair a Yogyakarta (Jogjakarta), che, sull’isola di Java, si trova proprio vicino alle #4idee di cui vi raccontiamo.